5. Chocolate

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Ho passato il resto delle lezioni a non ascoltare nemmeno una parola, beccandomi una C- al compito di inglese. Non m'importa tanto, mi basta uscire da questa scuola e fare quello che più mi piace. Cerco comunque di avere voti sufficienti e di non fare completamente schifo, sforzandomi nelle materie che non mi piacciono tanto, ma comunque mi concentro più sulla mia passione che su ciò che dovrei studiare.

Le lezioni sono terminate ed in questo momento ci sono solo gli allenamenti delle cheerleaders e della squadra di basket, alcuni corsi e le prove di teatro. La professoressa Fitz mi lascia il teatro, fino a quando non ci saranno le prove generali o gli attori non saranno abbastanza pronti per provare su di esso. Mi ha lasciato una lista di oggetti di scena e di cose che devo creare e sospiro, a vedere tutti quegli oggetti. Prendo le cuffie grandi, imposto la musica e comincio a disegnare sul pannello, dando sfogo all'immagine rinchiusa nella mia testa.

Non è un disegno definito, è solo una guida per dividere le varie parti del disegno e poter poi dipingere liberamente. Non posso farlo fuori per via del vento che muoverebbe il pannello, così comincio a farlo dentro, canticchiando e iniziando a giocare con il colore. Mi sento pienamente concentrata, il disegno mi assorbe completamente. Prendo una bomboletta blu scuro e faccio la base, in modo da poter avere un cielo di notte. In seguito, con il pennello sottile, intingo nel bianco della tavolozza e comincio a fare tutte le stelle con tutti i dettagli. Il pannello è abbastanza alto e lungo, infatti sono su una scala per poter dipingere, non potendolo mettere a terra sennò mi sporcherei tutta.

Mi porto il dorso della mano sulla guancia, allontanando una ciocca che è sfuggita alla crocchia, scendendo dalla scala per poter mettere altri colori sulla tavolozza. Nel momento in cui alzo lo sguardo, trovo Archer osservarmi sorridente e mi porto una mano al petto per lo spavento. Lo guardo male, togliendomi le cuffie e stoppando la musica.

"Che ci fai qui?" domando, prendendo la bottiglia di colore e spruzzandolo.

"Sono entrato poche volte nel teatro della scuola, in questi anni" esordisce, alzandosi dal suo posto e salendo sul palco.

"E che me ne frega?" risalgo sulla scala, riprendendo il mio lavoro.

"Sei sempre così simpatica?"

"Ti sto dando il meglio di me" sorrido falsamente, facendo poi una faccia annoiata.

"Stavo pensando" comincia a dire, mentre io continuo con il mio lavoro, ascoltandolo semplicemente seppur non voglia. "Dovremmo scambiarci i numeri di telefono, sai, per metterci d'accordo su questa cosa" mi giro di scatto verso di lui, puntando il mio sguardo nel suo, due occhi che sono un mix tra l'azzurro e il verde, che mi fanno, seppur a malincuore, ammettere a me stessa che ha dei begli occhi.

Penso alla sua proposta, non trovandola una cattiva idea, soprattutto perché so che sennò mi pedinerebbe per tutta la scuola e mi dà abbastanza fastidio come cosa.

"Va bene" gli detto il mio numero, sperando che così vada via. Ma, quando mi giro, lo trovo ancora lì. "Non hai degli allenamenti da fare?"

"Sono finiti prima" dice, alzando le spalle indifferente. "Che stai facendo?"

"Ehm, disegno?" gli indico il pannello con fare ovvio, vedendolo ridacchiare e alzare gli occhi al cielo.

"Questo l'avevo capito, solo che vorrei capire perché"

"È per la professoressa di arte e teatro, aveva bisogno di una mano e l'ha chiesto a me. Mi devo occupare di tutti gli oggetti di scena e la realizzazione della scenografia" sbuffo, portandomi il dorso della mano alla fronte.

Lui ridacchia di nuovo e vorrei seriamente picchiarlo, dato che ride per nulla.

"Per cosa ridi?" chiedo scocciata.

"Hai la guancia e la fronte sporche di colore" mi maledico, perché succede ogni volta ma è così che succede se si ha a che fare con i colori.

"Fa parte del pacchetto"

"Comunque, dove sono gli altri? Insomma, quelli che ti devono aiutare in questa cosa"

"Non ci sono. Mi piace lavorare da sola" ammetto, voltandomi un secondo a guardarlo. Ha le sopracciglia aggrottate ed io mi chiedo che ci faccia ancora qui.

"Ma è bello avere una squadra"

"A me non piace. Non stiamo giocando a basket, quindi non cominciare" lo fermo prima che possa dire altro, provando a scendere dalla scala, ma questa traballa eccessivamente, facendomi mettere male il piede e scivolo. Due braccia mi prendono al volo e riapro gli occhi, credendo che sarei finita di faccia a terra, com'è successo diverse volte che usavo la scala.

È proprio una maledizione.

Guardo il viso di Archer, vicino al mio, spostando l'attenzione sulla sua guancia, piena di colore.

Abbozzo un sorriso, trattenendo una risata alla vista del colore sulla sua pelle. Mi stacco velocemente, prima che possa fare qualche commento inappropriato.

"Hai la guancia sporca di colore" mormoro, risistemando la tavolozza.

"Sbaglio o quello che ho visto era un sorriso, Dirty Dancing?" alzo gli occhi al cielo al nomignolo, scuotendo la testa alle sue parole.

"Ti stai sbagliando"

"Invece ho visto gli angoli delle tue labbra leggermente all'insù"

"Ribadisco che ti sbagli, avrai avuto un miraggio"

"Continua a convincerti di ciò, Dirty Dancing"

Archer Dempsey diventerà la mia spina nel fianco, ne sono certa.

HOLAAA

Ieri dovevo finire di scrivere il capitolo ma avevo troppo sonno e non ci sono riuscita. Anche se hanno avuto un momento ravvicinato, le cose saranno sempre le stesse.

Vi metto qui chi ho deciso che saranno i volti dei due protagonisti.

Archer Dempsey:

Brandon Flynn che è bellissimo e me lo vedo proprio nel ruolo di Archer

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Brandon Flynn che è bellissimo e me lo vedo proprio nel ruolo di Archer.

Babi Powell:

Cher Lloyd nei panni di Babi perché mi serviva una castana che non fosse molto alta e me la immagino troppo nell'abbigliamento un po' da barbona della protagonista.

Ovviamente Michael Clifford è se stesso e così per Luke. Per gli altri, poi vi farò vedere.

Alla prossima,
Kisses

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