Non credo

942 54 14
                                    

Scusate il ritardo nell'aggiornamento🙈

Vi sta piacendo la storia? 


Le mie mani passano tra i capelli di Matteo tirandone alcune ciocche e giocandoci, mentre le sue mani sono interessate ad accarezzarmi il corpo, concentrandosi suoi fianchi e sulla schiena, alzandomi la maglietta dopo avermi levato la felpa.
Le sue labbra non vogliono abbandonare le mie e le continuano a cercare, scendendo poi sul collo e sulla pancia dove non è più coperta dalla maglietta:

"Ti voglio Emma..."

Mi sussurra piano nella penombra, baciandomi poi la fronte, anche leggermente calda dalla febbre che dopo qualche giorno non mi ha ancora completamente abbandonata.
Perché dovrei rifiutarlo? Anche io lo voglio, ma dopo tutto l'avvenimento di qualche giorno fa con Pierfrancesco, non so se sentirmelo molto:

"Tu no?"

Mi chiede, con le labbra a pochi centimetri dal mio collo, dove poi mi lascia qualche bacio e qualche morso, per tentare di convincermi, baciandomi anche vicino al lobo. Io gli accarezzo dolcemente il collo, avvicinandolo a me e facendo unire ancora le nostre labbra.
Si sistema meglio sopra di me, stringendomi le gambe per farsi spazio e intrecciando le dita delle nostre mani:

"Sei mia stanotte?"

"C'è Davide nella camera vicino e Pier giù da basso..."

"Vedremo di non farci sentire, fidati, ti voglio lasciare un bel ricordo di me"

Mi bacia ancora il collo, levandomi poi la maglietta e scendendo piano con il viso. Lo imito, levandogli anche a lui la felpa scura e la maglietta e lo sento sorridere sulla mia pelle e affondare una risata nei miei fianchi, lasciandoci qualche piccolo bacio e morso, appoggiando, poi, le mani al bordo dei miei jeans e chiedendomi, con lo sguardo, il permesso per continuare. Permesso consentito.



Apro gli occhi piano quando sento il suono di una sveglia suonare nella stanza di sotto. Sono sicura sia di Pier. Allungo la mano sul comodino, guardando le ore: 5:30 di mattina. Che cazzo ci fa Pier sveglio a quest'ora? Prendo le sigarette, appoggiando poi la mano sul braccio di Matteo, abbandonato sotto i miei seni, coperti dal lenzuolo, e lo alzo piano, spostandolo dolcemente e guardandolo muoversi nel sonno e portarselo sotto il cuscino. Mi fermo un attimo a guardarlo, quanto la luce dei lampioni fuori dalla stanza mi permette. Matteo è così bello rilassato tra le lenzuola, con la schiena che si alza e si abbassa con il suo respiro calmo e con un leggero sorriso sulle labbra.

Sorrido anche io di rimando e mi alzo, cercando a tentoni i miei vestiti e prendendo una giacca.
Esco dalla stanza, dirigendomi alla porta principale, notando che la stanza improvvisata per Pier ha la luca accesa e noto il ragazzo appoggiato alla scrivania, con un Controller appoggiato sui fianchi, con in mano una canna e una mano a grattargli la nuca, per poi sbadigliare, dandomi le spalle per tutto il tempo. Non mi vede.
Senza fare troppo casino, esco. 

Mi siedo sugli ultimi scalini di casa e mi stringo a me, poggiando il telefono a terra e mettendomi i guanti. Il freddo invernale si sente e penso tornerò presto nel lettone con Matteo. Apro Spotify e vado nella mia playlist di musica, facendo scorrere varie tracce e fermandomi poi su "Oh mama" di Mirko. Mi tornano i mente i miei amici di Milano. Ormai è un po' che non li sento, poi Mirko mica doveva venire a Roma? Nel pomeriggio gli scriverò.

Abbasso un po' il volume, per non disturbare troppo i vicini e mio fratello che ha il sonno decisamente leggero. Mi alzo, girando un po' per il piccolo vialetto, accompagnata dalla musica e canticchiandola:

Ora che sono su, non ti basta quello che hai per me

"Eh ok, per me..."

Non ti basta quello che hai per me

"Zona 4 Gang"

"Non mi aspettavo che oltre ad essere una bella ragazza, avessi anche una bella voce"

Sobbalzo, fermandomi completamente, lasciando che Rkomi continui la canzone da sé. Mi giro, ritrovandomi Pierfrancesco sulla porta di casa, chiusa alle sue spalle che mi osserva a braccia incrociate sorridendo dolcemente. Prende poi una sigaretta sedendosi sugli scalini e guardandomi:

Vuoi sapere cosa senta ad ascoltarmi in cuffia

"Alla fine sei ceduta e lo avete fatto..."

Sussurra, quasi dispiaciuto, stringendo la sigaretta tra le dita, che passano sulle braccia per darsi calore:

"Non pensavo saresti ceduta davvero così in fretta, una settimana che state insieme..."

È come tuffarsi in mezzo ai barracuda  

Sbuffa fumo, mantenendo lo sguardo alto verso di me, che si sta facendo più freddo e infastidito. Io lo guardo interrogativa. Cosa avrei sbagliato esattamente?

Saperti mia ad un altro capo del mondo  

"Ti avevo chiesto di essere mia e sembravi quasi schifata all'idea, te lo chiede un rincoglionito e subito acconsenti?"

"Pier, non ricominciare" Gli rispondo finalmente: "Matteo è il mio ragazzo, è normale concedersi al proprio ragazzo, tu non sei il mio ragazzo."

"Non me ne frega un cazzo!"

Guidare ubriaco e perdere il controllo

Si alza di colpo, lanciando via la sigaretta e venendo, di colpo, verso di me, facendomi indietreggiare e tirando un calcio ad alcuni oggetti lasciati da Davide nel vialetto:

"Dovevi essere mia, non sua, dannazione. Dio Santo!"

Mi sto spaventando, anche tanto. Gli occhi di Pierfrancesco, ora riesco a notarli, sono rossi, rosso accesso, le vene sul suo collo pulsano e non poco e il suo respiro è pesante. Mi vuole far del male, ne sono convinta.
Alza una mano verso di me e io sono completamente bloccata, ho paura, ho l'ansia e il cuore mi batte a mille, mi porto istintivamente le mani sul viso, ma il colpo, atteso, non arriva. Sposto piano le mani e guardo il ragazzo. Ha la mano bloccata, il polso è stretto nella mano magra di Davide

E perdere il controllo...

Pierfrancesco è bloccato e, come se avesse realizzato, rilassa il braccio, che viene lasciato piano da mio fratello, riportandolo sul fianco:

"Vai a dormire, Pier, non te lo richiederò una seconda volta. Fallo"

I due si guardano per un attimo decisamente lungo, poi il più grande ascolta mio fratello, rientrando in casa, lasciandomi sola con lui:

"Ti ha fatto del male?"

"Sei arrivato in tempo...di nuovo"

Sussurro spaventata e Davide mi guarda, stringendomi forte a sé:

"Finché ci sarò io, non ti potrà mai fare nulla, promesso"

Fin dove brilla la Luna | MadmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora