La mano di Pierfrancesco mi passa tra i capelli, lisciandomeli sulle spalle, mentre osserva mio fratello girare per la stanza, mentre ci fa il quarto grado:
"Io non so neanche da dove iniziare, cioè...vi rendete conto?" Ci guarda, sbattendo le mani sul tavolo:"Toglile quelle cazzo di mani dai capelli!"
Pier ubbidisce immediatamente, spaventato, per poi sbadigliare e accarezzarsi i capelli.
Io non riesco a guardare neanche mio fratello negli occhi, ma neanche in viso e, l'unica cosa sua che vedo è la mano tatuata che mi porge il telefono:"Te scrivi a Matteo. Ora!"
"Cosa dovresti scrivergli?"
"Che lo lasci, perché lo hai tradito. Muoviti!"
Mi ordina, senza mezzi termini, facendomi sobbalzare e facendomi prendere il telefono:
"Trattala bene!" Mi difende immediatamente Pierfrancesco, venendo fulminato da mio fratello:
"Te devi farti i cazzi tuoi!" Lo fa tacere: "Tu non devi avere parola. Ma non vi fate schifo?"
"Gem..." Cerca di tranquillizzarlo, facendolo solo incazzare di più: "Che cosa abbiamo fatto di sbagliato?"
"Perché cercate di rinnegare ciò che avete fatto? Vi ho sentito. Ho sentito Emma e ho sentito te. Porca. Puttana. Che schifo"
Probabilmente se avesse i capelli si metterebbe le mani tra questi, fortuna non può:
"Sentire mia sorella che...ew... poi con il tuo migliore amico, non con uno qualunque..." I due si fissano negli occhi, stretti a fessura di entrambi:"Pierfrancesco Botrugno mi fai altamente schifo!"
Gli urla mio fratello per poi prendere un accendino e uscire, sbattendo la porta.
Io sono interdetta, Pierfrancesco è scioccato, non ha parole, è sconvolto da ciò che ha detto mio fratello, di quanta cattiveria gli abbia vomitato contro. Mi giro verso di lui e gli passo una mano sul viso:
"Va tutto bene..." Gli accarezzo i capelli, notando i suoi occhi lucidi, così gli faccio girare il viso verso di me e lo abbraccio forte, facendolo stringere a me, permettendogli di piangere sulla mia spalla: "...Davide si riprenderà, dagli tempo."
"Non dovevo." Sussurra: "Non dovevamo...lo sapevamo che ci avrebbe sentito" Non conclude la frase, stringendomi a lui.
I successivi dieci minuti li passo con il viso appoggiato sulla sua spalla, con lui con il viso sulle braccia incrociate sul tavolo.
Si alza, asciugandosi le lacrime e prendendo una sigaretta:"Vado...a fumare"
Dice e io annuisco, quando la porta si spalanca e appare mio fratello, indicando Pierfrancesco:
"Io e te dobbiamo parlare. Adesso. Vieni fuori!" Poi il suo dito si punta su di me: "E tu fila immediatamente in camera tua e non osare uscire fino a quando non te lo dico io! Non voglio sentire "Ma" e "Se". Vacci!" Mi ordina e io mi alzo, annuendo, con lo sguardo basso, ascoltandolo e ubbidendo.
Sento la porta d'entrata sbattere quando mi lascio cadere sul letto, respirando a fondo e coprendomi le mani con gli occhi, scoppiando a piangere e realizzando come stia distruggendo un'amicizia di dieci anni.
Resto lì a guardare il nulla per un'ora, penso, non so che ore siano e neanche a che ore sono entrata, so solo che qualcuno bussa alla porta per poi entrare:
"Sei sveglia?" Domanda Davide e io annuisco, fissandolo. Lui aspetta un attimo, per poi appoggiarsi alla finestra, con le mani in tasca, senza guardarmi:
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Fin dove brilla la Luna | Madman
Romance"Mi fa strano pensare a te come la sorella di Davide." Alzo lo sguardo, guardandolo strano, come se non avessi capito, mettendo i nostri occhi a contatto: "Cosa?" Gli domando, confusa da quella sua affermazione e frase che, almeno per ora, non trova...