Supernova

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Gesù, quanto è bello Pierfrancesco aiuto.


"Buongiorno!"

Esordisco io, entrando in cucina, salutando Davide e Pierfrancesco, venendo ricambiata da entrambi che sono seduti a far colazione:

"Ricordati di preparare la valigia, Emma, domani mattina partiamo. Andiamo in treno"

"Non in auto?" Domando, dispiaciuta, pensando che non passerò quelle ore con Pierfrancesco:

"No"

Annuisco, avvicinandomi al frigo, prendendo il latte e riempiendoci un bicchiere:

"A che punto siete con l'album?"

"I featuring sono pronti. Il disco di Pier è finito. Al mio mancano ancora alcune tracce e qualche featuring, indovina chi ospitiamo per qualche giorno tra una settimana?"

Mi domanda mio fratello, emozionato:

"Quel coglione di Lauro?"

"Esatto!"

Io alzo gli occhi al cielo, come concludere male un album: chiedere un featuring ad Achille Lauro:

"Mi chiuderò in camera, lontano da lui"

"Ma ti vuole bene dai!"

Lo fulmino con lo sguardo, cercando di ricordargli quella sera di un annetto o forse due fa, quando Davide aveva avuto la brillante idea di spaccare la serratura del bagno con un calcio per far vedere a Lauro quanto riuscissero a resistere.

Spoiler: non ha retto.

Fatto sta che io dovevo lavarmi un minimo e mio fratello, il mio amato bellissimo e pelato (ai tempi neanche completamente) fratellone di cinque meravigliosi anni più grande, mi aveva assicurato che avrebbe controllato lui la porta, tenendo lontano Lauro.

Non che fosse un maniaco o cose del genere. Oh Gesù, in realtà un po' sì, mi spaventava decisamente la persona che era Lauro. L'avevo conosciuto ai tempi del video di Ghetto Dance e, insomma, non era esattamente un aspetto tranquillo quello che aveva ai tempi. 

Con Ulalalà si era decisamente calmato, almeno esteticamente parlando. Caratterialmente era un pazzo assurdo, uno senza limiti, senza blocchi, che pareva non comprendere fino a dove potesse spingersi.

Fatto sta che io, idiota, mi ero fidata di mio fratello e del suo "Non preoccuparti, starò qua fermo come una statua davanti alla porta" detto prima di chiudermi in bagno a farmi la doccia, che sarebbe stato la mia condanna.
Ero riuscita a farmi la doccia e a lavarmi i capelli, avevo messo l'asciugamano attorno al corpo e mi stavo sistemando quello attorno ai capelli quando Lauro, di colpo, aveva la porta:

"I vestiti sono inutili. Spogliati, se ti va!"

Aveva urlato, per poi uscire immediatamente, sbattendo la porta e scioccandomi.

Inutile dire che mio fratello tentò in tutti i modi di farsi perdonare, fallendo miseramente, mentre all'altro poco importò. Non ci trovava nulla di male, diceva. Aveva espresso apertamente ciò che ogni ragazzo avrebbe voluto dirmi, un pazzo.

Si spera che in due anni sia migliorato.

Dopo questo racconto, spiegato brevemente a Pierfrancesco (che più di un tot. d'informazioni brevi e semplici non riesce a immagazzinare nella sua mente) lui mi guarda:

"Ma davvero?"

Domanda, scioccato, passando lo sguardo su mio fratello che scrolla le spalle:

"Sì, ma era un momento così, di sua massima ispirazione e massimo splendore. Si sentiva forte e abbastanza stimolato dall'ambiente circostante..."

Fin dove brilla la Luna | MadmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora