Ragazzi, 2k visualizzazioni, LOL come fate a leggere codesta cosa?
Vi amo tutti.
"Mi hai rotto il cazzo Pier. Hai capito?"
Sento mio fratello urlare da fuori camera mia e, pur trovandosi al piano di sotto, la sua accesa discussione con Madman è chiara. Mi avvicino alla porta, aprendola poco e guardando giù, intravedendo i due ragazzi:
"Sta cazzo di storia che alzi quelle mani su mia sorella deve finire. Devi smetterla. Smettila di girarle intorno. Emma è mia sorella! Non una qualunque delle tue fiamme. Lo capisci? Lei non ti cade ai piedi, non è come le altre."
Gli vomita addosso parole di ogni tipo e Pier incassa, senza dire nulla, ma so che sta ascoltando, lo so bene, perché non gli toglie gli occhi di dosso:
"Devi controllarti, hai quasi trent'anni. Trenta. Non diciotto. Trenta! Non vorrai far riaccadere ciò che è successo tre anni fa, spero"
Pier stavolta reagisce, spalanca gli occhi, stringendo le mani a pugno sui jeans:
"Puoi...non ricordarmelo?"
"Come posso non ricordartelo dopo che, se non fossi intervenuto, sarebbe accaduto di nuovo? Come? Spiegamelo. Io non so cosa sia successo. Non so perché mia sorella era fuori alle cinque di mattina e non so neanche che cosa cazzo ti abbia potuto agitare così tanto. Perché?"
"Non lo so!"
Si alza di colpo Pierfrancesco, lanciando per terra alcuni oggetti (per fortuna di plastica) per terra, dalla rabbia, mettendosi di fronte a Davide che lo fronteggia tranquillamente e per nulla spaventato:
"La volevo Davide!" Si svuota, rivelandosi e stringendosi qualche ciocca: "Dio Santo, basta. Te lo dico chiaramente Gem, ok?" Che strano sentir chiamare mio fratello <Gem> dal suo migliore amico: "Volevo farmela. Tua sorella mi attira, che cazzo devo farci? Ogni anno, ogni volta che torno qua, porca puttana, è sempre più bella e io non resisto più. La voglio mia, cazzo!"
Conclude definitivamente il discorso, tornando a sedersi e appoggiando il viso sulle gambe, appoggiandosi sopra le mani, spaventato da ciò che mio fratello potrebbe dirgli. Davide lo guarda, decisamente incredulo pur non mostrandolo e si siede davanti a lui, appoggiando le mani sul tavolino di vetro:
"Hai lasciato la tua tipa per mia sorella?"
Gli domanda solamente e Pier, seppur spaventato a morte, annuisce, piano, quasi impercettibilmente:
"Che cazzo ti devo dire, Pier? Proprio mia sorella? Ci sono miliardi di ragazze che ti muoiono dietro e te proprio mia sorella vai a prendere? Poi è pure fidanzata ora, le confondi solo le idee"
Lo rimprovera, tentando di realizzare il tutto:
"Aiutami Davì. Non voglio innamorarmi di lei, non voglio neanche usarla per una notte e via, aiutami ti prego."
"Vai via..."
"Cosa?"
Alza lo sguardo, preoccupato, verso Davide che non ha mai smesso di fissarlo:
"Trovati un hotel, un appartamento, robe così insomma e vai via, allontanati da questa casa, dalla vita di mia sorella, almeno fino a quando non chiarisci le idee che hai nei suoi confronti. Sistema le tue valigie e vai. Non ho altro da dirti per quanto mi riguarda."
E si alza, lasciando Pier da solo e incredulo, che si alza quasi con fatica, barcollando e portandosi una mano tra i capelli. So che non dovrei, ma visto che mio fratello è uscito, decido di uscire da camera mia:
"Pier..."
Sussurro distrutta e lui alza lo sguardo verso di me. Ha gli occhi lucidi e le mani che tremano. Scendo piano le scale e lui si allontana piano da me, mantenendo le distanze che io, però, non voglio che ci sia, avvicinandomi ancora e facendolo bloccare contro il divano:
"Emma, stammi lontana, non voglio farti del male, non di nuovo"
"Non me lo farai. Lo so Pier. Lo so benissimo che non mi farai del male. Ti conosco da tanti anni, non mi farai male"
Si siede sul divano, tornando a tenersi la testa con le mani e io mi siedo a fianco a lui, abbracciandolo, un po' spaventata e lui si lascia andare tra le mie braccia, liberandosi in un pianto di sfogo, stringendomi forte a sé:
"Non volevo alzare le mani su di te, non mi sono controllato, non riesco a capire. Non ne posso più, so solo quello."
Continua a piangere, aggrappandosi a me e lasciandosi cullare dalle mie carezze:
"Ti voglio bene Pier"
Gli sussurro piano:
"Anche io Emma. Tantissimo."
La porta che scricchiola mi fa alzare lo sguardo, senza però allontanarmi dalla stretta su Pier che neanche ha sentito il suono. Davide mi guarda dalla porta, senza esprimersi e io, istintivamente, stringo a me Pierfrancesco, come se mio fratello potesse portarmelo via da un momento all'altro:
"Emma, devo parlarti"
Dice solamente, salendo in camera sua e lasciando la porta socchiusa, per farmi capire che, appena voglio, lui mi aspetta. Sento Pier muoversi tra le mie braccia e sistemarsi meglio tra queste:
"Va da lui..."
Sussurra stanco:
"Va da lui e parlane, non voglio rovinare il vostro rapporto"
Annuisco e apro poco le braccia facendolo spostare da me e mi alzo, salendo poi le scale e buttando un ultimo sguardo a Pierfrancesco che si è sdraiato sul divano. Entro nella camera di Davide senza bussare, trovandolo sdraiato sul suo letto con una sigarette tra le dita, facendo cerchi di fumi e osservandoli. Appena si accorge di me, immediatamente spegne la cicca e mi invita a sedermi vicino a lui:
"Hai sentito tutto, immagino"
Annuisco, non ho voglia di nascondergli assolutamente nulla, è mio fratello e non è stupido:
"Lo faccio per te, lo sai. Sai quanto bene voglio a Pierfrancesco, è il mio migliore amico, ma mia sorella vale molto di più e, tralasciando che ti stava per picchiare, non posso permettergli di confonderti le idee, di rovinarti la vita. Tu stai con Matteo, se ti dovesse piacere Pier devi lasciarlo, ma devi essere te a saperlo. Non lui a importelo"
Fa una breve pausa, facendo un tiro alla sigaretta dopo essersene accesa un'altra:
"Ho sentito alcune cose ieri sera...cosa significa che ti ha chiesto di essere sua? Cosa non mi hai detto?"
Si altera per un attimo, alzando un sopracciglio, nervoso. Io sospiro, mordendomi le labbra, ben conscia che potrebbe solo innervosirsi di più, ma ormai:
"Quando ho avuto la febbre, la mattina, lui era l'unico a casa e prima che voi arrivaste, lui è stato in camera mia e ha tentato di provocarmi, conoscendo la mia debolezza di quel momento"
"Non ti sei lamentata..."
"Non potevo"
"Non volevi..."
Mi corregge, alzandosi, facendomi mordere un labbro, colpevolmente:
"Ragiona bene su ciò che è successo, riflettici e prendi una decisione, se avrai bisogno io sarò sempre qua per un consiglio, ma certe cose devi sceglierle da sola, senza aiuti"
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Fin dove brilla la Luna | Madman
Romance"Mi fa strano pensare a te come la sorella di Davide." Alzo lo sguardo, guardandolo strano, come se non avessi capito, mettendo i nostri occhi a contatto: "Cosa?" Gli domando, confusa da quella sua affermazione e frase che, almeno per ora, non trova...