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Davide non mi ha parlato per tutta mattina, Pierfrancesco non mi ha riservato, neanche per sbaglio, uno sguardo. Io ho deciso: tornerò a Roma da sola. Sto già cercando un treno low cost da prendere.

Davide e Pierfrancesco non ne sanno nulla, ma penso di mettere al corrente almeno mio fratello, non voglio farlo preoccupare inutilmente e ho bisogno delle chiavi di casa sua, soprattutto per riprendere le mie cose.

Osservo vari siti, paragonando orari e prezzi, non ci vorrà molto, quindi non dovrei neanche troppo preoccuparmi del prezzo e dell'orario e non capisco tutte queste paranoie che mi stanno salendo.

Mi dispiace abbandonare così i due ragazzi, ma sono certa che a Pierfrancesco non mancherò minimamente, essendo che sono due giorni che è come se non esistessi per lui.

Mi alzo dal letto sul quale sono sdraiata, uscendo dalla camera e bussando alla porta di quella riservata a Davide. Mio fratello mi apre:

"Che vuoi?"

Mi chiede, nervoso, squadrandomi e tutta questa scena mi ricorda uno dei primi giorni nei quali Pierfrancesco stava da noi. Quante cose sono cambiate da allora... Me ne rendo conto quando Pierfrancesco, anzichè invitarmi a stare con loro (come accadde quel giorno) neanche mi guarda, fingendosi occupato e, questo comportamento, non fa che infastidirmi, facendomi decidere di rivelare ad entrambi la mia scelta:

"Stasera o domani massimo io torno a Roma. Mi lasceresti le chiavi di casa?"

Davide sbarra gli occhi e noto Pierfrancesco bloccarsi leggermente:

"Stai scherzando?" Mi domanda, spaesato, mio fratello, io scuoto la testa, tendendogli la mano:

"Mi dai la copia delle chiavi?"

"Tu non tornerai a Roma! Te lo vieto."

Sbuffo, sentendo che litigherò con mio fratello:"Ho venticinque anni, posso fare ciò che voglio, che a te vada o meno bene. Che tu sia d'accordo o meno io torno a Roma, se non mi dai le chiavi starò da mamma e papà o mi troverò un hotel, me la cavo"

Davide sta per ribattere, ma una voce lo blocca:

"Lasciala andare" Alzo lo sguardo verso Pierfrancesco che ci da ancora le spalle: "Ha ragione, è grande, può decidere lei per se stessa"

Fa tacere mio fratello, lasciando me scioccata, non me l'aspettavo una sua risposta e, soprattutto, non questa.

Davide è contrariato, ma mi consegna comunque le chiavi, per poi vedermi allontanare dalla stanza.

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"Domani nel primo pomeriggio partirò, penso di pranzare vicino alla stazione, così non vi disturbo a mangiare"

Avviso i due ragazzi, allontanando il piatto vuoto, dopo aver finito di cenare. Pierfrancesco, com'è normale che sia, non mi degna di risposta né di sguardi, affonda la forchetta nella pasta, senza neanche mangiarla, mentre Davide mi guarda:

"Ne sei proprio sicura? Vuoi che venga con te?"

"No. Dovete lavorare ai vostri dischi, torna quando hai finito. Poi devo fare alcune cose. Mirko e gli altri mi aspettano, stanno là ancora un paio di giorni. Devo parlare con Matteo, stiamo litigando e ho bisogno di decidere cosa fare anche con lui"

"Spero nulla di grave..." Si preoccupa Davide, allarmandosi per la mia incolumità, ma scuoto la testa, dicendogli che è tutto ok e che non è nulla di preoccupante. Mio fratello sta per aggiungere altro, quando il telefono di Pierfrancesco si illumina, mostrando la chiamata di "Felisja ❤️". Davide sbatte gli occhi:

Fin dove brilla la Luna | MadmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora