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Pierfrancesco si appoggia al davanzale della finestra della camera che ha preparato per me, mentre io mi siedo al bordo del letto e prendo il telefono:

"Sei pronto?"

"Dovrei chiederlo a te Emma, non il contrario. Sei pronta a parlare con Matteo?"

Io lo guardo e lui ricambia, restando in silenzio, poi sospiro:

"Ok, ora lo chiamo, aiutami se vado in panico"

"Vuoi che ti abbraccio? Che ti accarezzo i capelli? Ti devo tenere la mano?"

"La mano..."

Sussurro, allungandogliela e lui si siede a terra, davanti a me, allungando le braccia e stringendo la mia mano libera, baciandomela e accarezzandomela:

"Ora lo chiamo, Pier"

Lui annuisce, senza smettere di accarezzarmi la mano e io sospiro, avviando la chiamata e contando i secondi che passano da un suono all'altro, temendo che Matteo non risponda e sperandoci anche per un attimo, ma la sua voce interrompe quel silenzio:

"Ciao bella!"

La mia mano viene stretta in quella di Pier, nervoso, ma subito la rilassa, comprendendo il male che mi sta causando:

"Ciao Teo..."

Gli risponde, restando vaga e un po' fredda, non devo dire nuovamente cose di cui mi pento il secondo dopo, devo controllarmi. Ho le idee molto più chiare e ora non si ritorna indietro:

"Tutto bene?"

Mi domanda, preoccupato, dall'altro capo del telefono e io sospiro, chiudendo gli occhi e cercando di ripetere mentalmente la scena e le frasi che dovrei dirgli, per non farlo soffrire né incazzare troppo, potrebbe risentirne il disco e io non ci tengo a rovinargli la carriera:

"Devo parlarti."

"Oh. Ok. Sono qua, dimmi tutto"

Eh < Dimmi tutto > sì, dai, ciao.
Se vuoi ti dico anche che sono andata a letto con Pierfrancesco, poi ho litigato con Davide non so quante volte e non dimentichiamoci il sogno molto sobrio:

"Penso che...dovremmo prenderci una pausa"

Silenzio. 

E silenzio non intendo solo da Matteo, ma anche qua. Le carezze di Pierfrancesco hanno cessato di esistere e ora guarda il nulla, pur stringendo sempre la mia mano:

"Che significa Emma?"

Ecco.

Matteo che chiama il mio nome è come quando tua madre ti chiama per nome intero, con anche cognome e lì sai che hai sbagliato qualcosa, non sai cosa o non vorresti saperlo, ma qualcosa lo hai fatto e quello basta a farti sentire una merda:

"Che il nostro rapporto deve prendersi una pausa"

"Perché? Cioè così dal nulla? Hai un altro? Emma hai un altro?"

Alza la voce, innervosendosi e anche Pierfrancesco ritorna a fissarmi e io odio questa cosa, non deve fissarmi questo maledetto, sennò poi crollo e se crollo non finisce bene:

"No...è che..."

"< È che > cosa? Cosa Emma? Che cazzo di scusa hai? Dimmi chiaramente che hai un altro per la testa e chiudiamola qua, altro che pause e 'ste puttanate che stanno né in cielo né in terra"

Inizia ad agitarsi, alzando la voce e sgridandomi, facendo mordere le labbra. Non è il momento adatto, lo sapevo io. Mi sta venendo da piangere e so che scoppierò in lacrime, ma non devo, perché poi farei pietà a Matteo e non è ciò che voglio:

"Oh, mi rispondi? Cazzo, sto perdendo tempo per te, eh!"

Continua Matteo, sempre più incazzato e il mio telefono viene preso da Pierfrancesco che si alza immediatamente:

"Oh, testa di cazzo, sentimi bene, smettila di trattare Emma in questo modo, chi cazzo è? Quella puttana di tua sorella?"

Oh Gesù.

L'ha detto davvero.

"Ah sei con lei? Sei te il tipo con il quale mi tradisce? Non pensavo un amico mi tradisse per una tipa"

"< Una tipa > la chiami un'altra. Non Emma. Emma non è < una tipa >, non osare trattarla così!"

"Chi cazzo sei? Il suo fidanzato?"

"Sicuramente sono più adeguato io rispetto a te. Per una signorina come lei, te non servi ad un cazzo, sfiguri a fianco a lei"

Pier. Stai calmo.

"Sai che ti dico Mad. Ok. Ok, te la lascio. Emma, ascoltami bene..." Fa un pausa, come per attendere una mia risposta, per poi continuare: "...Scopati questo stronzo che ti vuole così tanto, poi capirai che in confronto a noi non vale un cazzo.
E poi vedi come torni da me.
Buona giornata.
"

E riattacca, lasciandomi scioccata da tanta violenza nei miei confronti che non mi aspettavo. Crollo sul letto, abbandonando le braccia sulle mie gambe e abbassando lo sguardo, completamente spiazzata dal suo comportamento, ma un po' anche da Pier:

"Mi spiace..."

Mi dice lui, appoggiando il telefono a fianco a me e pensandosi sulle gambe:

"Non volevo avere quella reazione, ma non deve trattarti così. Tu non lo meriti, non meriti uno che ti tratta in quel modo, forse è davvero meglio lasciarlo"

"Lo penso anche io."

Lo blocco, facendolo tacere, rispondendogli freddamente, nonostante non vorrei, ma non ho voglia di parlarne, sono ancora abbastanza scossa da quelle parole.
La mano di Pierfrancesco mi accarezza il viso delicatamente, senza dirmi nulla e mi cerca di lasciare un bacio sulle labbra, dal quale però mi ritraggo:

"Scusa...ma non è il momento"

"No, no, hai pienamente ragione, scusa. Voglio solo farti sapere che sono qua"

"Mi basta saperlo. Lo so che sei qua, grazie, restami accanto ora, ma da amico, non da ragazzo o fiamma o quello che pensavo potessimo essere"

"Va bene"

Diventa freddo anche lui, alzandosi dalla sua posizione e passandosi una mano sull'altra:

"Va bene..."

Ripete a sé stesso, sospirando:

"Torno da Davide che devo finire i testi. Resti qua?"

"Sì, resto qua"

"Ok. Allora...a dopo"

"A dopo Pier"

Rispondo, quando ormai è fuori dalla porta e io mi butto sul letto, chiudendo gli occhi e sospirando, tentando di allontanare tutti i pensieri che mi attanagliano la mente.

Fin dove brilla la Luna | MadmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora