Non cambio mai

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Nota autrice: non sapevo se pubblicarlo o meno questo capitolo, mi convince poco, potreste darmi un parere sincero?


Le mani di Matteo mi circondano per l'ultima volta, per chissà quanto tempo poi, i fianchi, stringendomi a lui in un abbraccio che racchiude tutto l'amore che vuole trasmettermi per poi baciarmi dolcemente.

Guarda l'orario e poi fissa me:

"Devi andare..."

"Devo andare" Annuisce: "Tornerò presto, meno di due mesi e tornerò, promesso, mi manchi già, pur avendoti tra le mie braccia"

"Anche tu"

Ci baciamo un'ultima, definitiva, volta e poi lui raccoglie i suoi bagagli, iniziando a camminare verso il suo Gate, girandosi un'ultima volta con un'espressione estremamente abbattuta, ma ben conscia che non ci vedremo per un bel po'. Davide mi stringe i fianchi, abbracciandomi e accarezzandomi la schiena, senza dire nulla. Per poi camminare, uscendo dall'aeroporto e io lo seguo.



Rientrata in casa Diana mi salta immediatamente addosso, cercando di consolarmi come le è possibile e osservo Davide lanciare lo zaino sul divano e salire in camera, mentre vedo Pierfrancesco, con la porta socchiusa, ascoltare le basi che gli hanno mandato e scrivere, cercando su internet idee e sinonimi per le parole e rappandoli a bassa voce.

Mi fa un sacco di tristezza vedere come le cose tra i due si siano fatte tese dopo quella mattina e quando Pierfrancesco si sia distaccato enormemente da me. Lo penso anche nel momento in cui vede che lo sto fissando e, girandosi verso di me e avvicinandosi con la sedia girevole, tira un calcio alla porta, chiudendola, per non farmi vedere oltre.

Mi sento così esterna da lui e mi manca tremendamente. Mi alzo, facendo accucciare Diana nella sua cuccia e salgo le scale, bussando piano alla porta di Davide che mi apre immediatamente. Mi siedo sul suo letto e lui mi guarda, aspettando che parli, ma stando comunque concentrato sulle tracce:

"Ho bisogno di parlare con Pier" Annuisce, senza dirmi nulla: "Posso?"

"Certo che puoi. Perché non potresti?"

"Non so, è come se ti stessi chiedendo un consiglio, lo sai"

"Sei qua sotto, se dovesse accadere qualcosa sono qua, pronto immediatamente ad intervenire, quindi vai tranquilla, fai come preferisci"

Annuisco e non aggiungo altro, uscendo dalla camera di Davide e scendo le scale, fermandomi davanti alla porta di Pierfrancesco. Bloccata. Devo bussare o no? Forse devo aspettare, sarebbe meglio. Decisamente. Mi sto per allontanare, ma la porta viene aperta da Pier che mi guarda, confuso, ma ritorna serio subito, tentando di superarmi, ma io lo fermo per un polso:

"Pier, devo parlarti"

Ma lui agita il polso, per divincolarsi, ma la mia stretta aumenta, stringendogli il polso con due mani:

"Per favore"

Alzo la voce e lui osserva la camera di Davide sopra di me. Non ho pensato al fatto che mio fratello potrebbe allarmarsi. Pier mi guarda, guarda le mie mani, si porta il polso sul petto e mi da una spinta decisa, dentro la sua camera, cambiando i ruoli e prendendomi lui il polso, mettendomi contro la porta. Mi lascia il polso, allontanandosi da me e sedendosi sul suo letto, tirandosi verso il muro e guardandomi:

"Lui se n'è andato?" Annuisco e lui sorride leggermente: "Ti ascolto"

Io lo guardo, mi avvicino, appoggio le mani sulle sue cosce, lasciandolo un attimo spiazzato, per poi baciarlo, approfondendolo immediatamente. Inizialmente non ricambia, ma poi mi prende le gambe, tirandole sul letto e avvicinandomi, in ginocchio su di lui. Le mie mani sono tra i suoi capelli e le sue strette attorno ai miei fianchi.

Ci stacchiamo per riprendere fiato e i suoi occhi si schiudono piano:

"Hai uno strano modo di parlare, Emma"

Mi prende in giro, per poi riprendermi il viso e baciarmi ancora, facendo passare la sua lingua sulle mie labbra per poi farla incontrare con la mia:

"Quindi?"

"Ho fatto la mia scelta..."

"L'hai lasciato?"

"Non ancora, ma non ne posso più di venire ignorata da te"

Lui annuisce, facendomi sedere su di lui, accarezzandomi i fianchi:

"Mi sei mancata anche te da morire"

Inizia a baciarmi il collo e io glielo permetto, accarezzandogli i capelli:

"Che cosa accadrà ora?"

"Non lo so Pier" Gli accarezzo i capelli, incrociando i nostri sguardi, il suo è lussurioso, lo noto bene: "La tua proposta è ancora buona"

"Ne sei sicura?" 

Annuisco e sono felice che lui abbia capito al volo. Si alza, facendomi sedere a fianco a dove si trovava e chiude a chiave la porta, dopo essersi assicurato che Davide si trovi ancora nella sua stanza. Si avvicina nuovamente a me e mi tira a lui dai fianchi, alzandomi la maglietta e ricominciando a baciarmi, mi tira il labbro inferiore, facendomi sdraiare sul letto e mettendosi sopra di me:

"Finalmente ti sei lasciata andare a me..." Inizia a baciarmi il collo, levandomi la maglietta, e scendendo a baciarmi il petto. Sta scendendo con il viso, ma prima sceglie di concentrarsi ancora sul collo e mugugna qualcosa:

"Cosa, Pier?"

"Fermami..." Mi dice più chiaramente:"Fermami, perché non è giusto"

"Perché non ti fermi da solo?" Lo provoco, ma sono realmente curiosa e lui scuote la testa, continuando a passarmi le labbra sul collo: "Perché io ti voglio, davvero, ma non è giusto e lo sappiamo entrambi. Tu più di me. Tu che sei lucida. Ti prego, fermami"

Sembra quasi pianga dicendo queste parole, così, a malincuore, lo blocco per le spalle e lo alzo piano da me. Mi guarda, ancorandosi e mantenendo l'equilibrio con le braccia ai lati del mio corpo:

"Mi dispiace Emma, non dovevo accettare così. Sono uno stupido" Stringe i pugni, mordendosi le labbra, ma io gli accarezzo il viso, per calmarlo:

"Ho iniziato io. Che colpe ne hai?"

"Come fai ad essere così dolce?"

Ride leggermente, lasciandomi un leggero bacio sulla labbra e alzandosi, ripassandomi la maglietta, pettinandosi i capelli e prendendo la chiave della stanza, inserendola nella serratura e aspettando mi vesta. Appena si assicura che io sia come prima di entrare in stanza, gira la chiave e apre la porta.
Sobbalza, tirandosi indietro, trovando mio fratello oltre questa che guarda la televisione con il muso di Diana appoggiato sulle sue gambe e la sua mano ad accarezzarla.

Davide si volta verso di noi, guardandoci, ma senza esprimere emozioni, lasciandosi, invece, andare ad un leggero sorriso:

"Pier, ma se in Puglia ci portassimo anche Emma?"

Il ragazzo si gira leggermente verso di me, alzando un po' il sopracciglio e tornando a dare attenzioni a mio fratello:

"Dici che sia una buona idea"

Davide scrolla le spalle, tirando in avanti il labbro inferiore:

"Perché no?" Guarda me, squadrandomi un attimo: "Ti va di venire con me e Pierfrancesco in Puglia per qualche settimana?"

Fin dove brilla la Luna | MadmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora