Vai bro

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"Mirko, pronto, dimmi" Attendo, ascoltando ciò che ha da dirmi: "Ah, vieni a Roma settimana prossima?"

Gli domando, delusa: "Sì, c'è qualche problema?"

"Sono in Puglia da Pierfrancesco"

"Ah. Mi spiace"

"Anche a me"

Rispondo, semplicemente, realmente dispiaciuta. Mi sarebbe piaciuto rivedere Mirko e, magari, anche gli altri, ma mi rendo conto che la cosa risulta impossibile, ma va bene così, sarà per un'altra volta, specialmente quando loro usciranno con il disco.

Continuiamo a parlare del più e del meno, affrontando anche il tema < Vegas Jones > e il suo essere contro questa cosa.

Mi fermo per un attimo quando vedo Davide uscire dalla strada dell'autostrada, parcheggiando e fermandosi in un autogrill:

"Bella raga, io vado a fumare, sperando non mi arrestino"

Si gira verso di noi, trovandomi al telefono che lo ignoro e fa un labbruccio nella mia direzione, per poi concentrarsi su Pierfrancesco che è semi addormentato con una cuffietta nell'orecchio, appoggiato sulla mia spalla.

La mano di Davide sbatte con violenza sulla gamba di Pierfrancesco che si alza di colpo:

"Ci hanno rubato la Ganja o l'Hashish?"

Si allarma, tastandosi le tasche, come se le avesse lì, per poi guardare Davide:

"Vado a fumare. Vieni?"

Scuote la testa:

"Preferisco stare qua a riposare"

"Ok..." Scrolla le spalle: "Ci vediamo tra qualche minuto...se non vengo arrestato ovviamente"

Appena la portiera viene sbattuta, con non poca violenza, da mio fratello, Pierfrancesco si alza dalla mia spalla, passandosi le mani sugli occhi e sbadigliando, facendo sbadigliare anche me, che ancora sono in chiamata con Mirko.

Una parte di pelle della mia guancia viene stretta tra l'indice e il medio di Pierfrancesco e tirata verso di lui. Mi giro, dandogli attenzione e mi fa cenno di chiudere la chiamata. Cosa che avrei comunque fatto, ma mi muovo a fare, salutando semplicemente Mirko.

Una volta chiusa la chiamata, Pierfrancesco si sistema in modo da tenermi tra le sue gambe, mantenendosi con la schiena appoggiata al finestrino. Mi prende dalle spalle e mi trascina su di lui, avvicinando il mio viso al suo e lasciandomi un veloce bacio sulle labbra:

"Lo hai lasciato Matteo?"

Scuoto la testa e lui sbuffa:

"Quando ti deciderai a farlo?"

Scrollo le spalle e lui mi stringe a sé, guardandosi attorno come per cercare qualcuno, probabilmente Davide:

"Sono felice che vieni nella mia città, sai? Ho voglia di farti vedere un po' il mio mondo. Te sei felice?"

Rifletto sulla mia risposta, ho paura ad azzardare, ma si vive una volta sola e quindi rischio:

"A me basta stare con te"

"Ti crederei se tu non avessi un ragazzo"

Come dargli torto? Ma soprattutto: cosa mi sta succedendo? Io che rifiutavo così tanto le attenzioni di Pierfrancesco ora sono caduta ai suoi piedi?

"Lascialo..." Abbassa molto il tono di voce con quella frase, baciandomi il collo: "Lascialo così possiamo stare insieme"

Fa una piccola pausa:

"Anche se..." Mi fissa un attimo il viso: "...possiamo stare insieme anche se lui sta con te, basta che lui non lo sappia"

Lui non deve sapere. Matteo non deve sapere nulla di questa relazione tra me e Pierfrancesco. Penso sia questo quello che il mio amico intende:

"Tanto..." Continua lui: "Non c'è amore...è solo una relazione base la nostra, tu continui ad amare lui. No?"

Già, dovrebbe essere così.

Ma allora perché queste frasi mi danno fastidio?

Annuisco, completamente assente da lui. Pierfrancesco, sempre dopo aver controllato che Davide non sia nei paraggi, mi prende la mano, stringendola nella sua e sorridendo vedendo la differenza di grandezza tra le due. La sua mano si stringe attorno al mio polso e se la porta alle labbra, baciandola dolcemente:

"Hey, rilassati, ora non starai in ansia per ciò che ti ho detto, spero. Se ho detto qualche cazzata dimmelo, correggimi"

"No, nulla"

"Ok, come vuoi"

Conclude:

"Arriva tuo fratello, fingi di dormire, così potrò avere una scusa per tenerti tra le mie braccia per tutto il viaggio."

Annuisco, sistemandomi meglio e sentendo le sue mani circondarmi:

"Piano con quelle mani o urlo, sappilo"

Lo minaccio, prendendo una sua mano che si trovava troppo in basso per i miei canoni e portandola più su, ma a lui poco interessa e la riporta a circondarmi la pancia, stringendomi a sé.
Chiudo gli occhi, appoggiandomi meglio sul petto del mio amico, nel momento in cui Davide entra in macchina:

"Dorme?"

Sussurra a Pierfrancesco che annuisce, prendendo ad accarezzarmi i capelli dolcemente.
Mio fratello abbassa, quindi, la musica:

"Perché se dormo o cerco di riposare io, lasci la musica alta?"

"Perché lei è mia sorella e merita di riposare, te no"

Gli risponde serio, seppur si sente che sotto sotto sta scherzando, ma sorrido, affondando il viso nella felpa di Pierfrancesco per non ridere e lui mi accarezza i capelli, stringendomi forte a sé:

"Ti voglio con me per tipo tutta la vita"

Mi sussurra, tra i capelli, lasciandomi un bacio tra questi:

"Hai detto qualcosa?"

Domanda Davide e Pierfrancesco si rimette composto:

"Ho detto solo che sono un po' stanco"

"Dai...due ore e arriviamo. Sicuro che non sia un problema ospitarci a casa tua?"

"Quando mai lo è stato in tanti anni? Siete sempre i benvenuti lo sapete"

Mi muovo leggermente perché quella posizione inizia a darmi fastidio e sento Pierfrancesco sospirare raucamente nei miei capelli:

"Ti prego Emma, stai ferma. Già è difficile non baciarti ogni secondo, se ti continui a muovere mi vuoi davvero male, allora..." Ma io sono costretta a muovermi ancora, le gambe mi fanno male, e Pierfrancesco mi blocca le spalle: "Emma, cazzo, smettila..." Mi stringe a sé, avvicinandosi al mio orecchio:

"...o giuro che faccio fermare e scendere Davide e ti scopo qua, senza cattiveria, ma ti prendo su questa macchina"

Mi minaccia, mantenendo sempre un tono simpatico, ma più serio del solito e questo mi convince a stare immobile, trovando una posizione comoda:

"Brava che mi ascolti..." Mi passa i capelli dietro le orecchie, accarezzandomi poi la schiena da sotto la maglietta, tirandomi qualche volta anche il gancetto del reggiseno e, ogni volta che lo fa, mi muovo leggermente con la schiena, sperando di bloccarlo: "...va bene, va bene la smetto. Però ci aspettano due settimane assieme. Ci divertiremo un po' insieme."

Conclude il suo discorso con questa frase d'invito, non di obbligo, ma che mi fa preparare psicologicamente a quattordici giorni che mi cambieranno la vita.

Fin dove brilla la Luna | MadmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora