Se lo guardi
non ti accorgi di quanto rumore faccia,
ma nel buio... tutto quell'infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte.Un venticello debole mi lambiva la pelle, scompigliando dolcemente i capelli già incasinati per natura. Le braccia erano sospese a mezz'aria, i palmi delle mani aperti in direzione della distesa d'acqua sulla quale superficie vi era serafico il riverbero della luna. Avevo visto il sole calare, il cielo dipingersi dei colori vivaci del tramonto e, infine, avevo contemplato le nobili stelle farsi spazio nell'infinità del blu scuro, che attribuiva all'isola un aspetto ancor più tenebroso. Insomma, avevamo trascorso diverse ore in spiaggia; eppure, si era rivelata tutta fatica sprecata, poiché, dopo un tempo indefinito, non avevo ottenuto alcun risultato.
"Voglio tornare agli accampamenti" borbottai seccata, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi. Pan, senza indugiare, raccolse le mie mani tra le proprie e le collocò nuovamente al loro punto di partenza, indirizzate verso il mare, facendomi capire che non avremmo lasciato la spiaggia fin quando non sarebbe stato lui a deciderlo. "Non otterrai mai nulla, se continuerai ad arrenderti con così tanta facilità" mi rifilò, corrugando la fronte in fastidio "Non ci riuscirò mai!" "Non ci stai neanche provando" rispose con calma, diversamente da me che quasi squittivo in preda alla frustazione "Ci sto provando da ore!" "Beh, non è abbastanza!" mi rimproverò, elevando appena il tono della voce, dettaglio che comportò il mio silenzio "Smetti di agire come una bambina capricciosa e concentrati, Derya" le dita delle sue mani si intrecciarono alle mie che distanziò, aprendone i palmi. Tale contatto mi provocò un leggero fastidio, ancora non tolleravo appieno l'idea di dover stare così vicina a lui. Mi regalò uno sguardo rassicurante, come se avesse voluto dirmi che sarebbe andato tutto secondo i suoi piani ed io, malgrado avvertissi ancora odio nei riguardi di quel ragazzino, sentii il cuore farsi più leggero ed annuii piano in risposta. Egli si portò nuovamente alle mie spalle, facendo calare su di noi il silenzio.
La tensione si fece materia, l'aria circostante si raggelò e l'ululato raccapricciante del vento mi pervase i timpani. Fui costretta ad affondare i piedi nella sabbia, per evitare che la folata improvvisa potesse scagliarmi chissà dove. Un boato assordante mi fece sobbalzare, seguito dal tripudio di Pan che rise a gran voce. Una serie di scariche elettriche schiuse le mie labbra in un sussulto, che finì per diventare un sospiro di sollievo quando un intenso calore si irradiò nel petto per poi espandersi in ogni angolo del corpo. Le palpebre si sentirono in dovere di riaprirsi, mostrandomi lo scenario sbalorditivo dinanzi al quale persi le parole; dovetti obbligarmi a credere che quella fosse la realtà, in quanto non mi ritenessi in grado di scatenare un fenomeno simile. Numerose onde raggiungevano un'altezza imponente e spaventosa, gli schizzi assunsero l'aspetto di una pioggia incessante che si riversò su di noi, le sirene stridevano adirate e gli alberi della radura, oltre il confine della spiaggia, si incurvarono in avanti quasi fino a toccare terra. "Cazzo, sì!" gridò Peter entusiasta "Te lo avevo detto, te lo avevo detto!" "Sapevo che ci saresti riu... Derya?" ─ la sabbia si colorò di rosso, l'acqua si addensò e divenne sangue ed il cielo fu inghiottito completamente dall'oscurità. Mi voltai in direzione del demone, terrorizzata, indietreggiando quando quest'ultimo gridò: "I TUOI OCCHI! I TUOI OCCHI!". Prossima a correre nella sua direzione, il corpo del ragazzo fu avvolto da fiamme nere che lo arsero vivo in breve tempo ─ le sue urla, risuonarono perpetue nell'aria.
Un grido riempì la stanza; il mio. Ero seduta sul letto, tenuta ferma da cinture spesse posizionate intorno ai polsi e alle caviglie. Mi guardai intorno, visibilmente spaventata, incapace di capire dove mi trovassi. L'ultimo ricordo rimastomi, era il volto di Regina Mills che aveva preceduto la caduta negli abissi infernali della mia mente. Chiusi le palpebre sugli occhi, serrando con forza la mascella nel tentativo di alleviare il dolore lancinante che mi provocò una serie di capogiri. Fui dunque costretta a stendermi nuovamente, decisa a limitare i movimenti.
STAI LEGGENDO
I've lost everything, except you. || Part 2 ||
Fanfic‟ You know that place between sleep and awake? That place where you still remember dreaming? That's where we'll meet that's where I'll waiting because that's where I'll always love you „ #1 storybrooke