‟ You know that place between sleep and awake?
That place where you still remember dreaming?
That's where we'll meet
that's where I'll waiting
because that's where I'll always love you „
#1 storybrooke
"Ti nascondi da me?" le labbra di Robbie stringono con fare quasi possessivo una Marlboro Gold e rilasciano una nube di fumo ogni qualvolta si schiudono, mettendola da parte come un bambino farebbe con un vecchio giocattolo lercio e malandato. "C'era troppo chiasso dentro" risponde in tono vagamente apatico, lo sguardo volto al cielo stellato e la mente che viaggia chissà dove "Dentro il ristorante o dentro la tua testa?" a quanto pare, a tale domanda egli non sa fornire risposta. Ma anche il silenzio, in questo caso, parla perfino troppo. "Non sappiamo cosa faremo domani ... dove saremo e con chi" comincio, non riuscendo a soffocare una nota ferita che tradisce la mia voce "Quindi Rob, per favore, dimmi perché ti chiudi in te stesso e neghi ciò che sai di volere davvero".
Sembra fingere che io non esista realmente, almeno per pochi secondi. Insiste nel guardare l'arcata blu, profondamente scura quanto immensa. Solo dopo ritiene opportuno rispondermi, noncurante di quanto mi logori esser tenuta sulle spine. "Cos'è che dovrei volere davvero, Ellis?" chiede ironico ed io sospiro a polmoni aperti, umettando piano le labbra con la lingua "Lo sai" sussurro. Si concede ancora qualche attimo di silenzio, portando la mia pazienza sull'orlo dell'esasperazione. "Peter" il ragazzo si volta a guardarmi con uno scatto fulmineo, gettando la sigaretta al pavimento con l'uso del medio e del pollice che si sfiorano. Ripone poi le mani all'interno delle tasche, serrando leggermente la mascella. "Come, prego?" curva un sopracciglio com'è solito fare, inclinando il capo verso sinistra "Mi sono confusa, Rob. Non è successo nie.." "Smetti di vivere nel mondo delle favole, questa è la vita vera" le sue parole mi spiazzano, privandomi totalmente delle stesse "Hai perso il bambino avuto da un uomo del quale non ricordi nulla e ancora oggi credi nell'amore" proferisce duramente "Datti una svegliata, Desirée. Pensa a fortificarti e a crescere, sembri una ragazzina alla disperata ricerca di attenzioni"
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Lo guardo andar via per tornare alla cena, lasciandomi sola nel freddo della notte.
Ogni tanto, a parte i lati macabri e raccapriccianti, mi sento davvero come fossimo Derya e Peter: io che ci spero e lui che distrugge ogni più esiguo barlume di speranza. A loro, però, basta scontrarsi prima di tornare l'uno tra le braccia dell'altro ... mentre io e Robbie non siamo destinati a percorrere il cammino che vede l'uno accanto all'altro.
"Problemi in paradiso?" è Jaime, che avanza verso di me a braccia conserte. Sospiro piano, scuotendo il capo "Direi più: problemi all'inferno" la donna fa fatica a reprimere una risatina, guarda dunque altrove nell'attesa che quest'ultima passi "Non credo che Robert possa essere il tuo lieto fine, non quando è lui stesso a non vederti come tale" curvo le sopracciglia perplessa, in cerca di spiegazioni "L'ho visto baciare una ragazza dello staff degli abiti di scena, qualche settimana fa. Sono spariti poco dopo oltre la porta del suo alloggio" dice senza peli sulla lingua, priva di tatto come al solito. Intravedo l'accenno di un sorriso sulle sue labbra, come se riferirmi tali parole le procurasse un malsano senso di piacere. Ma scaccio via tale pensiero, credendo che potrebbe essere dettato dal momento di vulnerabilità. Sorrido nell'amarezza, facendo spallucce con noncuranza "Grazie per avermelo fatto presente, Jaime, d'ora in poi aprirò gli occhi" le volgo un cenno del capo in saluto volendo recarmi verso il ristorante, ma un'idea mi balena in mente improvvisamente e m'induce a fare dietro front, fermandomi poi dinanzi alla donna "Mi chiedevo se mi permetterai di fare una cosa prima di tornare a Los Angeles" "Vedrò cosa posso fare" "Vorrei portare Narciso a mangiare un semplice gelato, mi farebbe tanto piac.." "Sì! Sì!" il ragazzino, alle mie spalle, saltella gioioso, venendo prontamente messo a tacere dallo sguardo minatorio della madre "È fuori discussione" tuona, avanzando a passo pesante verso di lui per afferrargli un braccio "Jaime, è soltanto un gelato!" dico a voce bassa, intimorita e mortificata "Qualora non lo sapessi, Desirèe, è MIO figlio e non verrà da nessuna parte con te. Chiaro?" egli prova a ribellarsi, strattonandole il braccio "LASCIAMI, FIONA!" È allora che la donna gli assesta uno schiaffo sulla guancia e neanche tanto leggero, facendo indietreggiare il moro che, spaesato, si tiene il punto dolente con le mani. "Jaime, non era necess.." "Vai in macchina, subito" gli impone con freddezza, battendo un piede al pavimento nel notare la disobbedienza di suo figlio che, in seguito, decide di darle ascolto, camminando nel freddo della notte con gli occhi lucidi. "Quanto a te" ringhia a denti stretti "Non provare mai più a dirmi cos'è meglio per mio figlio, il destino ha voluto che perdessi il tuo per una valida ragione". Con questa frase pungente che funge da arma a doppio taglio, Jaime mi congeda ... e mi congela.
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IS IT A DREAM OR A FLASHBACK?
Tutto fa male. Ogni parte del corpo, ogni lembo di pelle, ogni cellula, ogni osso, ogni fibra, ogni organo ed ogni respiro mi procurano un dolore lancinante che no, non ho mai provato in vita mia. Sto gridando a perdifiato, le corde vocali sembrano prossime a frantumarsi esattamente come un vetro che tramuta in miliardi di cocci. Le pareti della camera d'ospedale vibrano con ferocia, come se un terremoto di magnitudo 10 fosse in atto in questo preciso istante. Stringo forte tra le dita le lenzuola bianche, inarcando la schiena sotto la pressione di tutto il dolore che sto provando. Perché il mio corpo, in questo momento, sembra vicino all'esplosione.
La pioggia imperversa sui tetti delle case, il vento ulula tra le foglie degli alberi ai quali busti imponenti risulta arduo mantenere una posizione stabile, i tuoni riecheggiano nella vastità incommensurabile del cielo cupo, divorato dall'oscurità e dilaniato dai fulmini che ne hanno sbranato la quiete. I boati della tormenta irruente si elevano su di me che, stesa sul lurido lettino di una camera blindata di massima sicurezza, sto per incontrare la morte. Avverto un intenso bruciore irradiarmi i polmoni, adesso quasi privi d'aria, accompagnati dal sapore sgradevole del sangue nero che macchia le labbra rosee, riversandosi sulla pelle ormai non più immacolata. Sono sola con la mia sofferenza, tra le lacrime e la paura di non farcela. Sono sola, attorniata unicamente dagli spiriti che malediranno in eterno questa gelida notte d'inverno; la notte durante la quale il frutto dell'unione di due creature estremamente potenti giunge al mondo, il male diviene carne e la condanna del genere umano si concretizza: la notte che accoglie in lacrime la nascita di..
"FATELO USCIRE! FATELO USCIRE!" grido ai medici che hanno appena fatto la loro entrata, affrettandosi a spalancarmi le gambe tremolanti. E poi il buio ... il buio totale. Piccoli frammenti che la mia mente ripercorre in modo distratto e confuso. Come la mano di qualcuno che mi si posa sulla fronte e la sua voce che mi rassicura, dicendomi che andrà tutto bene. Poi un dolore ancor più straziante, intriso nel tono di chi pronuncia le parole più amare che abbia mai sentito ... "La bambina non ce l'ha fatta" e l'ultima immagine è il corpicino deforme di un'anima innocente, il quale peccato è stato soltanto quello di avere me come madre.
Mi sveglio di soprassalto, la fronte imperlata dal sudore ed il viso ricolmo di lacrime. Mi guardo intorno notando di essermi addormentata nell'alloggio di Dylan, che evidentemente ho cercato in un momento di debolezza. Mi stringo il cuscino contro il petto, mi rannicchio su me stessa, lasciandomi andare ad un pianto disperato.
Poso una mano sul ventre piatto, carezzando il fantasma latente di quella che sarebbe stata una bambina bellissima. Piano, racimolando un po' di coraggio, intono il brano ch'era solito cullarla nelle notti buie. Perché so che può ascoltarmi. So che, da qualche parte, il mio piccolo fiore prezioso veglia su di me.
"Niente al mondo, ormai ti potrà fermare. Tu combatterai tutto e tutti e poi ritornerai come un Dio all'Olimpo finalmente a casa perché è qui che resterai".
E poi un fulmine nel ciel sereno che sembra l'ultima nota vibrante della mia ninna nanna.