Chapter 37 - Eternal rivals.

401 24 23
                                    

Mi chiedo se la neve ama gli alberi ed i campi, che bacia così dolcemente e poi ricopre con una coccola, sapete, con la sua trapunta bianca, magari per dire: " riposate, miei cari, finché l'estate non arriva di nuovo ".

I suoi fiocchi lambiscono anche la mia pelle, già nivea e fredda. Batto i denti, strofino le mani screpolate sulle braccia, sentendo le lacrime gelarmi le guance, mentre cammino a passo di bradipo nell'ultimo scenario di Herakleides.

L'inferno lo ricordavo caldo, oserei dire rovente.

Nulla si muove, nessuna minaccia incombe sul mio cammino, nessun cielo che crolla, nessun disegno, nessuna finzione  ...  solo il nulla più totale.
Non so cos'abbia in mente il semidio, se questo sia un suo tentativo di farmi soffrire lentamente nell'attesa interminabile che il mio destino si compia o se, dopo l'intervento di Narciso, adesso non sia più in grado di torturarmi. Allora, nell'inconsapevolezza, continuo a camminare nella sua mente senza una meta, tenuta in vita dalla sola speranza che mio figlio possa venire a salvarmi. Ma sono stanca  ...  tanto stanca.

Le ginocchia cominciano a dare segni di cedimento, poiché i loro legamenti sono freddi e tesi, i polmoni fanno fatica a respirare, il cuore batte lento e le palpebre minacciano di chiudersi.
‹‹ Riposa, Derya, vedrai che non accadrà nulla ››
Le labbra sono schiuse in gemiti sommessi, pressoché inesistenti, ed il corpo, passo dopo passo, è sempre più proteso in avanti.
‹‹ Cosa vuoi che ti succeda se chiudi quei bellissimi occhietti per un attimo? ››
Davanti a me la cima di una piccola roccetta, così ammaliante ed accogliente.
‹‹ Ti sta chiamando, Derya, vuole soltanto tenerti al caldo per un po', andiamo ››
Poso entrambe le mani su di essa al fine di non rovinare sulla neve, ma questo accade comunque, perché scivolo ai suoi piedi, rannicchiandomi per fare ricorso all'ultima fonte di calore rimastami, che svanisce poco a poco.
‹‹ Ecco, brava ››
Le palpebre trovano sollievo nel chiudersi finalmente sugli occhi, concedendo loro una tregua.
"Solo.. cinque.. minuti" sibilo, mentre l'ultimo campanello dall'arme risuona imponente; il corpo ha smesso di tremare, non reagisce più al freddo, nel disperato tentativo di preservare energia.
Lo step successivo  ...  sappiamo tutti qual è.

( ... )

Ho indosso una coperta, quando riapro gli occhi.
Il terreno è tiepido e confortevole, reso così dai raggi  del sole che mi riscaldano la pelle.
A giudicare dalle mani, essa ha addirittura assunto un colore naturale rispetto al bluastro/violaceo che ricordavo.
In aggiunta, un piccolo focolaio è stato appiccato accanto a me, tenuto su da qualche ramoscello, in modo tale che potessi riguadagnare tutto il calore perduto.

D'un tratto voglio balzare in piedi.
Voglio poter abbracciare mio figlio per la prima volta dopo la sua nascita, mostrargli tutta la mia gratitudine per avermi salvata da morte certa e poi voglio baciarlo, stringerlo, tenerlo stretto a me fino a quando ogni arto non sarà intorpidito.
Allora lo faccio.
Mi disfo delle coperte, lascio il terreno e mi guardo intorno per incontrare finalmente lo sguardo di Narciso, fisso su di me, perdermi nei suoi occhi familiari, uguali a quelli dell'uomo che mi ha amata più di chiunque altro  ...  ma gli occhi che mi fissano, sono altri.
Quelli di chi mi ha trovata prima.

Quelli di chi mi ha trovata prima

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
I've lost everything, except you. || Part 2 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora