‟ You know that place between sleep and awake?
That place where you still remember dreaming?
That's where we'll meet
that's where I'll waiting
because that's where I'll always love you „
#1 storybrooke
È in un secondo momento che mi rendo conto di essere attaccata a delle catene infisse al soffitto, i polsi bloccati da cerchioni ben stretti. Li strattono invano, liberando un grido di frustrazione che al suo passaggio irradia un lieve bruciore lungo la gola. "Fiona" ringhio a denti stretti, serrando la mascella con tanta forza da sentirli scricchiolare sotto la pressione di quest'ultima.
Mio figlio è lì fuori e non ha la minima idea di chi io sia. La Fata Nera è riuscita nel suo intento: strapparmi via ogni cosa, a partire dalla mia vita. Ho commesso l'errore di sottovalutarla, quando tenere alta la guardia avrebbe potuto evitarmi l'agonia che ad oggi sto vivendo a pieno. È riuscita a fottermi per bene, facendomi credere che fossi stata io a lanciare il Sortilegio Oscuro, quando lei ha approfittato del sacrificio della figlia di Zelena per attuare la sua personale maledizione. Tuttavia ... ha vinto soltanto la battaglia. Andrò a riprendermi fino all'ultima briciola di ciò che mi è stato sottratto ... e Narciso sarà la prima.
La porta si apre con un ticchettio metallico, riproducendone poi uno stridente e fastidioso. Levo lo sguardo su di essa, mostrandomi impassibile alla vista della donna. Ella si ferma ad una certa distanza da me, le mani intrecciate tra loro ed un sorriso sornione.
"Bene, bene, bene" canzona beffarda "Qualcuno si è risvegliato dal suo riposino pomeridiano, da quel che vedo" muove pochi passi in avanti, sobbalzando appena nel vedermi fingere uno scatto verso di lei "A cuccia" mi schernisce, storcendo le labbra in un'espressione di puro disprezzo "Noto con dispiacere che non sei stata addomesticata abbastanza. Un buon domatore avrebbe saputo renderti una bestiolina docile" "E a cosa mi avrebbe portata?" arriccio il naso in fastidio, stringendo le dita intorno alle catene come se, in questo modo, potessi scaricarvi su tutta la rabbia corrosiva "Beh, ti dirò a cosa ti porterà tutta quest'insolenza" si avvicina nuovamente, abbassandosi poi alla mia altezza e riducendo la voce ad un sussurro "Le bestie ingovernabili vanno abbattute, perché mosse dalla rabbia che posa su una base di mancata intelligenza e di solo istinto animale" sorride serafica, velenosa, andando poi a delineare il profilo del mento con l'indice. Mi sottraggo al suo tocco, senza mai distogliere lo sguardo.
"Le ho sempre detto che la rabbia poteva essere il suo peggior nemico"
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"Ho provato ad insegnarle come controllarlo, un addestramento che si è svolto in un lungo secolo durante il quale avrebbe dovuto imparare almeno il triplo di ciò ch'è stata lenta ad apprendere e a mettere in pratica, ma è così ostinata da non voler dare ascolto a nessuno se non a se stessa". La voce di Peter Pan suona viscida e schifosa, come la sua immagine, d'altronde, appare. Sapevo ch'era questione di attimi, prima che mi pugnalasse nuovamente alle spalle. Lui stesso, in fin dei conti, mi aveva avvertita ed io, come sono solita fare, ci son cascata per la milionesima volta.
Rido piano, poi a gran voce, aumentando il volume gradualmente. Entrambi sono perplessi e si scambiano uno sguardo fugace. "Sei ridicolo, lo sei sempre stato" "Eppure mi hai amato ugualmente" risponde in modo celere, indurendo i tratti del viso. Porto lo sguardo sulla sua figura eretta, le mani incrociate all'altezza del bacino. "Perché hai fatto questo? Perché hai aiutato la donna che, secondo ciò che affermavi, avevi smesso di venerare?" gli chiedo, il tono privo di emozioni "Avevi paura che potessi amare Narciso più di quanto amassi te? Beh, che stupida.. certo che è così!" scuoto piano il capo "L'avido, egoista Peter Pan ha colpito ancora!" agito le mani come farebbe lui, per fare scena, sentendo le lacrime più vicine di quanto non dovrebbero essere.