Chapter 23 - Just like the old times.

565 36 2
                                    

"Ti è bastato così poco per dimenticarmi?" mi chiede avvicinandosi, indifferente dinanzi alla mia freddezza "Vorrei fosse vero, vorrei aver avuto il potere di gettare nell'oblio ogni ricordo legato a te" adesso sorride, il sorriso sghembo e vittorioso che non vedevo da tempo, ma pur sempre costantemente vivo nei miei incubi peggiori "Cos'è cambiato, allora?" "Hai anche il coraggio di chiedermelo?" come se fosse scattata la molla di un meccanismo automatico, avanzo spedita verso di lui "Era finzione. Lo è stata sull'isola e lo è stata a Storybrooke" arresto il passo ad una distanza quasi inesistente dal suo corpo che ora è fonte di gelo, piantandomi di prepotenza di fronte ad esso "Credevo avessi realmente scelto il nostro amore al potere.
Ti ho creduto quando hai detto di aver rinunciato al sortilegio per salvarmi la vita e invece il tuo era uno schifoso temporeggiare, ti ho creduto quando hai sprecato le ultime energie per dirmi che avresti tanto voluto un lieto fine al mio fianco quando invece, nel mentre, ritenevi opportuno rischiare la mia vita per salvare la tua  ...  ho creduto ad ogni parola e ad ogni gesto senza alcuna esitazione e tutto questo perché i secoli trascorsi con te non mi hanno insegnato assolutamente nulla"
ascolta in religioso silenzio ciò che ho da dirgli, poche parole che in realtà dovrebbero essere anni di rabbia e delusione accumulati
"Quel giorno mi hai chiesto una seconda opportunità, quando invece sarebbe stata almeno la milionesima.
E se fosse andata diversamente, se non avessi avuto la fine che meritavi, ad oggi te ne sarebbero state concesse altre diecimila".

"Non è certo la riunione che mi aspettavo" comincia riprendendo il suo ruotarmi intorno, attratto dall'odore inconfondibile della carne. Premo rapidamente una mano contro il suo petto, il quale contatto neanche sfiora il mio palmo ma, se non altro, riesco a fermarlo. Egli sorride ancora, incrociando le dita dietro alla schiena e ponendosi davanti a me. "Mi dispiace se ti aspettavi che ti accogliessi a braccia aperte dopo che hai messo nuovamente te al primo posto trascinandomi nell'Ade" rispondo sfacciata, inespressiva "Comprendo il tuo scontento, Derya, ma a quanto pare mi sei più utile qui che lassù" "Lo stai facendo di nuovo.." "Cosa?" inclina il capo di lato, tipica espressione di quando si finge confuso "Hai bisogno di me per tornare tra i vivi, della persona che sai essere il tuo punto debole, e non puoi fare altro se non inscenare la tua ridicola recita per appiccare un incendio al mio odio, che naturalmente mi spingerà ad attingere a tutto il potere del quale dispongo per finire col darti esattamente ciò che vuoi. Finisce sempre così, ma non questa volta. La prima è stata un omaggio della casa"

"Ero sincero riguardo quanto detto prima di morire: ho intenzione di ricominciare daccapo, con te" "Non accadrà mai, sei esattamente nel luogo al quale appartieni" una risposta netta e fredda "Mi manca il mondo lassù, i sapori, gli odori.." "Oh, mi dispiace proprio che tu non possa rivivere tali sensazioni" "A meno che non riprenda una vecchia missione"
e non mi ci vuole molto per comprendere il messaggio che si nasconde a malapena dietro le sue parole dal momento che, la missione di cui parla, un tempo è stata anche la mia
"E le persone con le quali vuoi andar via, oh, non sono tuoi amici" avanza piano, cauto, intorpidendo ogni mio muscolo "Magari, uno di loro.." le sue labbra si posano leggiadre sul mio orecchio, inviando scariche elettriche al resto corpo "..non farà il viaggio di ritorno"
ed è successo un'altra volta  ...  la mia mente si è annullata in sua presenza, consapevole che farà cose di cui non si renderà conto, sulle quali non eserciterà controllo alcuno.
"..ma il tuo caro, amato Vasília, sì".
"Non sono interessata" il tono vacillante.

Egli si umetta il labbro superiore con la lingua arcuando un sopracciglio "Non ancora, ma lo sarai presto" muove qualche passo all'indietro al fine di raggiungere il retro del bancone dietro il quale comprare una sfera fissa nella sua base dorata; sui bordi vi sono tracciate delle rune antiche i quali contorni conferiscono all'oggetto l'aria di una mappa geografica. "Nel frattempo, vorrei che tu accettassi questo regalo" cerco di decifrare ciò che vi è inciso, ma vengo distratta dalle parole che seguono "Ti permetterà di trovare Felix, con la speranza che possa riuscire nell'impresa prima che qualcun altro vi metta su le mani" pronta a saltargli addosso, sento le porte del negozio spalancarsi. È giunta l'ora di andar via.
"Consideralo pure un omaggio della casa".
Lo osservo un'ultima volta, quasi come a voler imprimere la sua immagine nella mia mente. Lo guardo nel suo abito elegante, nella sua postura autoritaria. Sembra diverso, cambiato, cresciuto. Eppure  ...  è lo stesso viscido Peter .

Ormai sulla strada di ritorno, ammesso che volessi farlo, non ho neanche più la possibilità di voltarmi. Pagherei qualunque prezzo per lasciarmelo alle spalle una volta per tutte, con la certezza di non dovervi avere più nulla a che fare. Niente più sogni, ricordi, voci o stupide cicatrici intrise di magia che legano le nostre anime. Niente di niente. Solo un grande, enorme, infinito, esaustivo punto.

D'altro canto, a pensarci bene, anche per me non si è trattata della riunione che tempo fa ho immaginato. Allora, presumo che sarei scioccamente saltata tra le sue braccia e, più di tutto, a quest'ora sarei già sui miei passi per accertarmi che il ragazzo si assicuri un passaggio per Storybrooke. Per sua sfortuna, però, ho capito di poter fare a meno di lui e che da sola, senza il suo aiuto, riesco in imprese che la sua piccola mente egoista non riuscirebbe neanche ad immaginare.
Ma il fatto è che non sono sola  ...  non più.

"Dov'è? Cos'è successo? Dove sei stata?" Jeremy mi assale con diverse domande alle quali non voglio dare risposta. Lo abbraccio e basta, un po' perché ne sento il bisogno e un po' perché voglio che accantoni l'argomento "Non l'ho trovato" riassumo un intero discorso in una sola frase. Sospira pesantemente stringendomi a sé, senza sapere che non necessito nessuna forma di conforto. "Dobbiamo parlare con le persone, setacciare ogni angolo di questo ridicolo posto e trovarlo" dico decisa, con vera e propria aria da leader, allontanandomi dal ragazzo "Ho un'idea" interviene Henry "Mamma nasconde delle mappe della città a Storybrooke, è possibile che esistano dei duplicati anche qui". Mi si illuminano gli occhi per un attimo, una scintilla che brilla fugace nella cupezza dell'Ade. So già come trovarle.
O meglio: Peter sapeva già come trovarle.
"Salveremo Felix e poi troveremo un modo per fuggire da qui" esordisco "Non ci resta che trovare un nome per la nostra missione!" ridacchio leggermente, scuotendo piano il capo "Missione S.." "Missione fallita".

L'aria intorno a noi si gela, più di quanto non lo fosse già. Ognuno di noi ora è alla ricerca dell'artefice, malgrado non sia necessario. Soltanto una persona potrebbe scaturire una reazione simile  ...  colui che, al momento, possiede le nostre anime e stringe nei pugni i nostri destini.

"Benvenuti nel mio Regno,
chiedo umilmente venia per il ritardo"
con un inchino elegante, degno di nota, Ade fa la propria entrata.

"Benvenuti nel mio Regno,chiedo umilmente venia per il ritardo"con un inchino elegante, degno di nota, Ade fa la propria entrata

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
I've lost everything, except you. || Part 2 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora