Prologo

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Guardo il telefono e sono esattamente le 6:00 provo a chiudere gli occhi e dormire. Dopo qualche minuto apro gli occhi, come sempre non riesco a dormire. Non so per quanto tempo potrò resistere senza chiudere occhio. Decido di alzarmi dal letto, ed è così che ho collezionato un all'altra notte in bianco. Vado in bagno e mi faccio una doccia bollente sperando che mi faccia rilassare. Dentro la doccia i miei pensieri continuano esattamente come questa notte, esattamente come quelle precedenti,  esattamente come tutti i giorni della mia vita. Non so come e quando sono entrata in questo periodo buio della mia vita, so solo che ora ci sono dentro e non è facile né uscirci né conviverci. Esco dalla doccia e mi infilo l'accappatoio per poi guardarmi allo specchio. Ovviamente il mio riflesso fa paura, ho due occhiaie infinite e sono decisamente pallida. Prendo la mia borsa dei trucchi e cerco di darmi un aspetto più presentabile. Dopo circa dieci minuti sono riuscita a essere presentabile così decido di tornare nella mia stanza. Le mie giornate non iniziano sempre così presto, diciamo che va molto a periodi. A volte non dormo per giorni o dormo giusto un oretta oppure dormo tutta la notte svegliandomi ogni ora praticamente. Vi starete chiedendo come posso continuare così giusto? Beh ormai ci ho fatto l'abitudine, è da circa un anno che la situazione è così. Mentre scelgo cosa indossare sento mia madre uscire dalla sua stanza e con le solite maniere gentili inizia a urlare per svegliare i miei fratelli. Ho due fratelli più piccoli e sono un vero casino a volte. Svuoto praticamente l'armadio prima di decidere cosa indossare. Per me non è facile vestirmi dato il mio fisico formoso, anni fa avevo raggiunto il mio peso forma ma quando le cose hanno iniziato ad andare male anche il mio fisico ne ha risentito. Infilo un jeans e un maglione abbastanza largo, prendo le mie scarpe da tennis bianche e le indosso. Sciolgo i capelli e dopo averli sistemati esco dalla mia stanza andando in camera di mio fratello. Nick ha 14 anni ed è il classico adolescente ribelle, da quando i miei genitori si sono separati è peggiorato molto. Entro dentro camera sua e inizio a scuoterlo per svegliarlo «Nick è ora di alzarsi, forza» gli dico, lui mugugna qualcosa e apre gli occhi. Aspetto che si alzi completamente dal letto e appena lo fa mi dirigo dal più piccolo Luis. Luis ha 6 anni e frequenta la prima elementare, è un bambino molto complicato ma è super dolce quando vuole. Quando aveva 4 anni abbiamo scoperto che aveva una forma di autismo, per me non era assolutamente nulla di grave ma per mia madre non è stato così. Lei tutt'ora non accetta la cosa anche se finge di si davanti a noi. Arrivo in cucina e trovo Luis intento a far colazione con il latte e i biscotti a forma di animaletti. Mi siedo vicino a lui e lo osservo per un po' «Contento di andare a scuola? » gli domando, lui annuisce e continua a mangiare e guardare i cartoni sulla tv. Nick ci raggiunge in cucina e prende la merenda che mia madre gli ha preparato e poi senza nemmeno salutare esce di casa. Già a casa non c'è tanta comunicazione a parte le urla costanti di mia madre. Mia madre entra in cucina vestita e truccata ma con una faccia che non promette nulla di buono «Forza Luis dobbiamo andare» dice infastidita «Si mamma ho finito» gli risponde lui. Gli infila il suo grembiulino e giubbotto per poi mettergli lo zaino in spalla. Gli accompagno alla porta d'ingresso e appena escono chiudo senza nemmeno salutare. Qua come ho già detto funziona così. Torno in cucina e preparo da mangiare al mio gatto Leo. Leo è arrivato in un momento della mia vita particolare e mi ha aiutato tanto in questi mesi che lui è qui con me. Dopo avergli preparato da mangiare lo vado a cercare per tutta la casa ma non lo trovo da nessuna parte, è sempre così si nasconde sempre fin troppo bene.
«Leo è pronta la pappa » dico con tono di voce alto, lo vedo correre verso di me e iniziare a fare le fusa strusciandosi sulle mie gambe. Lo accarezzo un po' e poi gli do finalmente ciò che aspettava, il cibo. Non vi fate ingannare dall'aspetto carino di un gatto bianco e miele perché è molto vivace. Torno in camera mia e prendo il telefono, borsa e vado in salone. Con il telefono metto un po' di musica ed entro su Wattpad. È strano da dire ma ho scritto già una storia e non so come o perché ma è piaciuta un sacco alle persone e questo mi ha spinto a continuare. La scrittura per me è un mezzo di comunicazione come la danza, amo entrambe le cose ad egual misura anche se non posso danzare per il momento. Esco da Wattpad e mi stendo sul divano sperando di dormire un po' con la musica che mi culla.
Il cellulare squilla e così sono costretta ad aprire gli occhi. Sul display compare "Nonna S" che sarebbe la mamma di mia mamma. Rispondo subito prima che si preoccupi «Ciao Nonna» dico con voce assonata «Sono sotto casa tua scendi» dice velocemente «Ok» rispondo, chiudo la chiamata e guardo l'ora.
Le 9:30, bene ho dormito almeno un oretta senza fare nessun incubo. Prendo la borsa, chiudo la porta di casa e scendo ad incontrare mia nonna. Appena scendo mi sorride subito e senza dire una parola ci dirigiamo al bar che sta vicino casa. Appena entro sento un aria di casa che mi fa subito stare più rilassata «Buongiorno» dico sorridendo «Ciao Deni» dicono in coro Manuel e Lola.
Manuel e Lola sono i proprietari del bar e ci lavorano anche. Io personalmente gli adoro, mi mettono sempre di buon umore e se posso essere sincera ho anche una leggera cotta per Manuel nonostante non sia di una bellezza disarmante. È semplicemente carino anche se un po' grande per me. Ho 20 anni lui 30, 10 anni sembrano pochi ma in realtà sono tanti. Lui ha quest'attività da tanto tempo, io sto ancora cercando un impiego. Mi arriva un messaggio da Federica la mia amica dai tempi delle superiori.
Da Fede: "Buongiorno, ma che schifo di tempo c'è?"
A Fede: "È molto brutto, speriamo migliori"
Effettivamente oggi il tempo lascia a desiderare, penso che più tardi pioverà. Mi avvicino al bancone e ordino la mia solita colazione a Manuel. Mi siedo al mio solito tavolo con nonna che piuttosto che parlare con me sta al telefono. Forse l'unica persona che mi presta attenzione ora è Manuel che mi fa cenno di avvicinarmi al tavolo che sta praticamente dietro al bancone. Mi alzo e mi avvicino e mia nonna non si rende nemmeno conto che mi sono alzata.
«Mangi qui con me?» mi domanda «Se vuoi» rispondo timida «Siediti e arrivo» mi dice sorridente. Mentre aspetto la colazione e Manuel inevitabilmente penso a quanto mi sento male in questo periodo e non poterlo urlare a pieni polmoni perché le persone non capiscono e non ascoltano..

Spazio personale:

Ho deciso di iniziare questa nuova storia sotto consiglio di una mia amica che ha letto le prime bozze.

Spero che possa piacervi come le altre due 😊

Aggiornerò una volta a settimana, per i primi capitoli penso che gli pubblicherò a distanza di pochi giorni 😊

Instagram: tiavreivolutodire9 oppure sul profilo personale ddesireecuccu

A presto 😘

One loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora