Capitolo 25

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Ci alziamo dal letto che si è fatta ormai ora di pranzo. Per fortuna le lezioni iniziano stasera così ho tutto il tempo per prepararmi. In questo momento Alex è sotto la doccia mentre io lo aspetto qui riflettendo su ciò che ci siamo detti all'alba. Non so se lui ha capito perfettamente cosa intendevo ma spero di non dovermi spiegare ancora. Per me continua ad essere difficile esprimere ciò che provo, con le metafore un po' va meglio ma una persona potrebbe stancarsi a non sentire mai qualcosa di chiaro. Alex esce dal bagno e usciamo velocemente di casa.

Arriviamo davanti a casa mia «Ci vediamo dopo?» domando aprendo lo sportello «Ti aspetto qua, non ti libererai di me così facilmente» dice sorridendo «Sei sicuro?» domando «Si, ora preparati così andiamo a mangiare qualcosa» risponde, scemo dalla macchina ed entro in casa. Appena chiudo la porta, la mia mente inizia a farsi un sacco di domande. Non riesco a stare tranquilla, sembra che appena mi separi da lui dopo un bel momento devo trovare il problema per mollare il tutto. Mentre mi preparo per il lavoro decido di chiamate Gabriel sperando di non disturbarlo.
«Ehiii» risponde quasi subito «Ciao picci» dico «Cosa succede? Su, su racconta» dice sorridendo «Racconta prima tu, come va con Nicole?» domando curiosa «Va bene, io non soffro di filofobia come qualcuno qui» dice punzecchiandomi «Smettila» cerco di difendermi «Dai quindi che succede? Non mi chiameresti a quest'ora se non fossi in uno dei tuoi momenti di panico» dice «Perché mi conosci così bene? Chi te l'ha dato il permesso?» domando ridacchiando «Me lo sono preso da solo. Ora racconta» ora non è più una domanda ma un ordine.
«Non lo so, a volte sembra che la mia testa parta da sola e debba trovare il problema» provo a spiegare brevemente «Perché stai morendo di paura» dice «Forse si, anche perché penso a tutte le cose che possono andare male» dico «Infatti dovresti smetterla di pensare a cosa potrebbe andare male e concentrarti su cosa invece potrebbe andare bene» sbuffa «Non mi piacciono le frasi fatte» rispondo «Non è una frase fatta, Deni sei tu a respingere le persone» dice «Non so come risolvere tutto ciò, ok?» dico nevosa «Senza arrabbiarti furetto» risponde ridacchiando «Non mi sto arrabbiando» dico «Invece si, comunque dovresti parlarne con Alex» suggerisce «Come tirò fuori l'argomento?» domando «Mi darai
davvero retta?» domanda incredulo «Si» rispondo «Mi emoziono ora. Comunque niente devi provare solamente a tirar fuori il discorso. Fatti furba fai parlare prima lui, delle sue paure, ecc.» spiega «Va bene..grazie» dico «Ora devo andare, divertiti furetto usato» dice e chiude la chiamata. Prendo le ultime cose che mi servono ed esco di casa raggiungendo Alex in macchina.
«Tutto ok?» domanda Alex «Si, sono solo stanca. Andiamo?» dico sperando mi creda senza fare domande. Lui parte e mi sento subito più sollevata, non posso spiegare sempre tutto.
Rifletto sulle parole di Gabriel ma l'unica cosa che sento è che non so nemmeno io come sistemare questa situazione perché non ho idea di cosa mi stia succedendo, so solo che mi sento così vuota ma allo stesso tempo così dolorante che non so nemmeno più la causa.

Ci fermiamo davanti ad un locale che prepara pokè, Alex mi sorride e scende dall'auto. Scendo anche io e lo seguo fin dentro il locale, ci fanno accomodare in un tavolo vicino alla finestra. Guardo il menù ma mi sento osservata e so benissimo che se sollevassi lo sguardo incontrerei gli occhi preoccupati di Alex.
«Mi spieghi che succede?» domanda «Nulla» rispondo continuando a guardare il menù «Denise!» mi chiama con tono severo, alzo lo sguardo incontrando il suo. È preoccupato e mi dispiace vederlo così perché mi sento colpevole del suo malessere. Allunga la mano accarezzandomi il viso «Che succede Deni..» sussurra «Sto male» dico «Cosa ti fa stare male?» domanda «Tutto, mi ferisce qualsiasi cosa...» sussurro «Federica? Gabriel? Logan? Io? Chi?» chiede frettolosamente «Tutti..» rispondo, veniamo interrotti dalla cameriera che è venuta per prenderci l'ordine. Faccio scegliere ad Alex, mi fido del suo gusto per quanto riguarda il cibo. Appena la ragazza va via lui torna a guardarmi «Parlami di come ti faccio stare male io» dice «Non te lo so spiegare, è paura anzi terrore» provo a spiegare «Hai paura io ti ferisca?» domanda ancora «È quello che fate tutti» rispondo guardando fuori «Non vorrei mai ferirti, credimi. Io ti voglio come non ho mai voluto nessuno, cazzo non so come spiegarmi» sbuffa, lo osservo e mi chiedo se dovrei crederli quando mi dice che mi vuole «Io non c'è la faccio Alex, ho bisogno di scappare. Voglio andare lontano dove nessuno possa sentire il mio grido di dolore. Perché io sono forte, è questo che voi dovete vedere» dico guardandolo negli occhi «Mi dispiace» sussurra «Lo so, ma è difficile stare meglio quando nessuno ti capisce nemmeno le persone a cui vuoi bene. È difficile quando vuoi piangere e ti trattieni perché sei in pubblico. È difficile quando urli tappandoti la bocca con il cuscino perché non puoi mostrare il tuo dolore. È difficile quando chi ti sta intorno ti ferisce. È difficile quando io non so più chi sono. È difficile quando hai solo il solo desiderio di sparire» dico, forse racconto persino un po' troppo. Alex non dice nulla, mi guarda ma non sa cosa dire, lui non sa che sapevo che già che non avrebbe saputo la risposta. Nessuno c'è l'ha.

Mangiamo in totale silenzio, ogni tanto solleva lo sguardo studiandomi come se fossi pronta a crollare. Ha ragione il vaso è quasi pieno ed io non so più come nasconderlo. Ero brava a fare l'attrice, ma la maschera si sta crepando. Ora ha un buchino in cui lui si sta infilando senza saperlo, non sa quanto possa farmi male, non sa quanto io sia innamorata di lui.

Spazio personale:

Ciaoo, come state?🌹

Instagram: tiavreivolutodire9 oppure sul profilo personale ddesireecuccu

A presto🖤

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