Capitolo 28

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Mi stacco da lui «Grazie» sussurro «Non devi ringraziarmi» dice accarezzandomi il viso, sorrido e torno a sedermi al mio posto «Ora ti posso portare in un posto» dice sorridendomi «Dove?» domando curiosa «È una sorpresa, mettiti pure comoda» dice mettendomi nuovamente in moto la macchina.
Mi sistemo comoda sul sedile e impaziente aspetto di arrivare alla meta.
Osservo di tanto in tanto in tanto Alex, se non lo conoscessi direi che è solo uno stronzo come tanti, ma non potrei mai dirlo ora. Alex è quella tipica persona forte che non sa di esserlo, a me piace questo tipo di persona. Alex cade senza far rumore e sorregge gli altri a costo di star male lui stesso. Alex è di quello che mentre tutto ti chiedono che lavoro fai, se sei fidanzato o sposato, se hai progetti futuri ti chiede se sei felice. Io lo guardo e sono consapevole di non aver bisogno di nient'altro che lui.
Penso che se avessi incontrato prima una persona come lui non ci sarebbero state tante cose brutte, non me l'avrebbe permesso. Invece ho pianto nel mio letto in silenzio, asciugandomi le lacrime da sola perché nessuno è venuto a consolarmi.
«Siamo arrivati» dice Alex fermando la macchina, sembriamo dentro un bosco «Dove siamo?» domando «In uno dei miei posti preferiti» risponde scendendo dall'auto, scendo anche io e sento subito l'odore della natura. Non è come essere in città, è completamente diverso è molto più rilassante. Alex mi fa strada, si vede che è un posto che conosce molto bene. Continuo a guardarmi intorno estasiata da tutto questo, non pensavo ci fossero posti così qua. Quanto mondo mi sono persona stando chiusa nel mio guscio, maledetta me che ho dato retta a persone schifose che hanno fatto parte della mia vita. Ora il nero che ho de tiro non mi sporcherà più.
Ci fermiamo davanti a un lago, è bellissimo.
«Ti piace?» domanda Alex «È fantastico» rispondo «Sapevo ti sarebbe piaciuto» dice soddisfatto «Ci possiamo sedere qui per un po'?» domando speranzosa «Certo, ti ci ho portato a posta» risponde sedendosi sull'erba, faccio lo stesso e chiudo gli occhi. Mi godo tutti quei piccoli suoni che mi sono mancati, non c'è il mare ma c'è comunque il rumore dell'acqua.
«Raccontami un po' di queste persone idiote» dice serio «Cosa devo dire? Non ci sono state e basta» rispondo «Non avevano capito come ti sentivi?» chiede «Erano più importati i loro problemi, poteva anche essere un'unghia rotta che era più importante del mio malessere. Io non ero importante, pensavano mentissi. Ero solo una falsa, gelosa, opportunista e cattiva che voleva solo il male altrui.» spiego abbassando sempre di più la voce «Chi è stato?» domanda nervoso «Si chiamava Caterina. Era per me un pezzo di vita che mi è stato strappato via dolorosamente» la mia voce inizia a tremare «Non ti meritava. Invece con il tuo fidanzato?» so cosa sta cercando di fare ma non è fattibile, non per ora «Ha preferito qualcun'altra» dico «Ah, che coglione» risponde «Non immagini quanto» dico scoppiando a ridere «Che ridi?» domanda lui confuso «Sei la prima persona che mi dice che è lui il coglione. Mi hanno dato sempre le colpe anche per la nostra rottura. Ovviamente la giustificazione è stata che evidentemente aveva capito la mia vera natura» spiego «Ma stai scherzando? Ma che razza di gente hai incontrato?» sbuffa nervoso «Dai andiamo via fa freddo» dico alzandomi infreddolita «Si, mangiamo qualcosa dopo?» domanda tirandosi su «Si» rispondo, mi prende per mano e rinunziamo a fare la stessa strada di prima.
Arriviamo alla macchina, saliamo e Alex parte subito. Accende il riscaldamento così da scaldarci un po', stare davanti al lago ci ha leggermente congelati. Prendo dalla borsa un foglio ed una penna, ho voglia di scrivere.

"Grazie Alex.
Grazie per tutte le volte che mi hai salvato.
Grazie per essermi vicino.
Grazie per la tua pazienza.
Grazie che mi hai consolato quando non c'era nessuno.
Grazie per capire quando mento.
Grazie per essere tu.
Grazie per avermi fatto ricredere nell'essere umano.
Grazie perché ora non mi faccio sporcare dal nero ma lo illumino con il colore dei tuoi occhi che per me sono così belli.
Grazie per come mi guardi.
Grazie perché ora so cosa voglio dalla vita.
Grazie anche se questa parola non può esprimere tutta la mia gratitudine.
Grazie Alex, meriti tanto nella vita e spero lo otterrai anche se con fatica."

Chiudo subito il foglio e cerco di nasconderlo, Alex lo nota subito per mia sfortuna «Che hai scritto?» domanda curioso «Nulla» rispondo vagamente «Daii, fammi leggere» dice cerando di essere persuasivo «Dopo te la lascio, va bene?» dico esasperata «Tu entri nel locale ed io la leggo, ci stai?» domanda speranzoso «Ok» sbuffo, sorride compiaciuto anche se non sa cosa c'è scritto dentro quel foglio. Avrei preferito tenerlo ancora per un po' mio ma forse è giusto che lui legga.
Arriviamo al locale e come promesso gli do il foglio e scendo dalla macchina, corro velocemente dentro perché non voglio vedere la sua espressione. Mi siedo in un tavolino all'angolo della sala, nemmeno il tempo di tranquillizzarmi che entra Alex con il foglio in mano. Si siede davanti a me «Perché non me l'hai detto?» domanda «Cosa?» chiedo confusa «Che ti sei innamorata di me» dice guardandomi dritta negli occhi.

Spazio personale:

Ciaoo, come state?🌹

Spero vi piaccia questo capitolo.
Sappiate che siamo quasi alla fine 😊

A presto 🌹🖤

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