Capitolo 14

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Ci sediamo a tavola, ho un po' d'ansia. Conoscendo mia madre mi farà il quarto grado e lo metterà in soggezione. Alex non è il tipo che si sente a disagio facilmente ma mia madre è capace di tutto.
Iniziamo a mangiare e molto furbamente mia madre inizia ad indagare su Alex, lui sorride perché sapeva già a cosa andava incontro accettando l'invito.
«Quindi Alex, saresti il capo di mia figlia?» domanda lei curiosa «Si signora, sua figlia è una mia dipendente» sorride lui «Di cosa si occupa?» domanda mamma «Insegna danza, è molto brava nel suo lavoro, non capisco come possa aver smesso di danzare» dice lui sorridente «Vedi Denise, è stato sciocco abbandonare visto che alla fine hai ripreso» mi "sgrida" mia madre. Non le rispondo, non ho voglia di aprire un dibattito per un motivo così stupido. Sapevo già come la pensasse su questo argomento ma non le ho mai dato troppa importanza. Non ho mai smesso veramente di ballare, semplicemente non andavo in palestra ma ballavo nella mia stanza, le mie coreografie.
Intanto lei e Alex stanno continuando a parlare del più o del meno, mi isolo sempre di più. Non mi sento più a mio agio in quella situazione, si è fatta per me troppo pesante.
«Vi lascio un attimo, torno subito» dico forzando un sorriso, mia madre annuisce invece Alex mi guarda confuso. Immagino cosa possa passargli per la testa, il mio comportamento non è facile da capire. Mi alzo dal tavolo e corro in camera mia, mi sdraio sul letto guardando il soffitto. Manco il tempo di elaborare dei pensieri che sento bussare alla porta «Avanti» dico, la porta si apre ed appare Alex con un'espressione confusa. Si siede sul letto, non lo guardo in faccia continuo a fissare il soffitto.
«Mi spieghi cosa è successo?» domanda stranito «Odio il tono che mia madre ha con me» rispondo «Quello l'ho capito, ma c'è bisogno di andartene?» domanda serio «Si, non sopporto ulteriormente» rispondo secca «Penso l'abbia capito, ha detto che possiamo restare qua tutto il tempo che vogliamo» spiega «A volte lo usa il cervello» sputo furi acida «Ti da proprio fastidio eh?» ridacchia lui «Abbastanza» rispondo. Lo sento sdraiarsi vicino a me prendendo la mia mano «A che pensi?» domanda «Cos'è per te l'amore?» gli domando, scoppia a ridere e lo guardo confusa «Tesoro hai chiesto alla persona sbagliata» risponde. Si avvicina al mio viso «Cosa vuoi Denise? Perché questa domanda?» domanda ad un centimetro dalle mie labbra «Voglio..» sussurro «Vuoi..» mi incinta lui «Voglio solo un amore grande, uno di quelli che non ho ancora conosciuto. Voglio un amore che sa prendersi cura di me, se non ha paura. Voglio un amore in cui si parli tanto, dove il tempo passa e non te ne accorgi mai. Voglio un amore pieno di cose a cui nessuno crede. Voglio una vita fatta d'amore. Voglio un amore pieno di litigate dove dopo si fa l'amore per fare pace. Voglio qualcosa di più di quello che siamo abituati a vedere. Io voglio un amore eccezionale.» rispondo, mi fissa senza dire niente e mi sento tremendamente stupida ad avergli detto cosa voglio. Distolgo lo sguardo da lui ma la sua mano prende il mio viso e lo gira verso di lui «Non ti ho detto di smettere di guardarmi» sussurra «Ti sono sembrata stupida» dico «No, ma non mi hai guardato come ho immaginato e sono terrorizzato da questo» spiega «Come avrei dovuto guardarti?» domando confusa «Speranzosa fossi io quella persona» risponde secco «Non credo più alle persone» dico «Lo so, perché?» domanda «Perché siamo tutti facilmente sostituibili, perché prima o poi tutte le persone ci perdono» rispondo sottovoce «Non eri abbastanza importante se ti hanno lasciata andare» dice accarezzandomi la guancia «A me basta sapere di aver lasciato un segno buono per loro, soprattutto per chi ho fatto tanto» dico. Anche questa volta non risponde, si limita a baciarmi con trasporto stringendomi a se. Tra le sue braccia mi sento un po' meno sola, so che sarà solo tempo di un attimo perché tutto tornerà peggio di prima.
Mi stacco da lui e lo guardo «Non so stare a galla, non ti voglio portare giù con me» sussurro «Non mi faccio portare giù, sei tu a dover salire da me» dice con gli occhi ancora chiusi. Ho paura, anzi sono terrorizzata da questo. Non so se ce la farò, non so nemmeno se è ciò che voglio. Non so in cosa mi sto cacciando e come direbbe Gabriel "Hai voluto la bici, ora pedala".
Torniamo a baciarci senza aggiungere altro, un bacio tira l'altro ed iniziamo a fare l'amore per tutta la notte.
Sono le 5:30, Alex dorme ancora come un bambino. Stanotte sono stata "bene" se così si può dire. Non mi sono sentita mai così desiderata come con Alex. Lo guardo e mi alzo dal letto per andare vicino alla finestra, guardo fuori come se potessi trovare le risposte a tutti i miei dubbi. L'unica cosa di cui sono certa è che ho paura di fare mare a lui e a chi mi sta intorno.
«Deni perché sei in piedi?» domando Alex assonnato «Nulla, volevo chiudere la finestra» rispondo tornando a letto «Sicura?» domanda sospettoso «Si, ora dormiamo» rispondo accoccolandomi a lui.

Spazio personale:

Ciaoo, come state?☺️

Oggi sopra vi ho messo la canzone che ho ascoltato per scrivere questo capitolo. È una delle mie preferite in questo periodo☺️

Instagram: tiavreivolutodire9 oppure sul profilo personale ddesireecuccu

Vi tengo aggiornati sulle storie in entrambi i profili☺️

A presto🖤

One loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora