sono come te

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quel solo un po' era bastato ad entrambi per ritrovarci sul divano, Pedro mi aveva sollevato la gonna e carezzava le mie cosce con una presa sicura, le sue dita poi premettero contro la mia intimità e sebbene fosse coperta dalle mutande quel movimento mi fece annaspare nella sua bocca. Un bacio ci univa in un continuo fremito dal quale un lieve gemito usciva quando le nostre labbra si sfioravano soltanto.

Mi tremavano le braccia e poco dopo provai una sensazione d'ansia mista ad un bollore violento, mi stava toccando direttamente, dopo aver scostato le mutande.

Il mio gemere riempì quella stanza buia, sollevai la testa sentendomi dilatare da due delle sue dita. Lieve dolore e violento piacere divennero un tutt'uno che intrecciandosi percorse e conquistò il mio corpo intero.

La consapevolezza di quello che stava per accadere fece diventare d'oca la mia pelle, chiamai il suo nome in un capriccio, ansimai e subito dopo tappai la mia bocca contro la sua spalla mentre sentii il battito del cuore direttamente nelle tempie. Morsi la sua pelle mentre percepivo quelle bollenti dita scorrere dentro di me, senza darmi tregua alcuna.

"Rilassati" sussurrò al mio orecchio. Lo leccò, lo morse ed esalò dentro di esso.

Scosse e calore pervasero il mio corpo, ondate violente risalivano dalla mia intimità verso l'alto, non riuscii più a stare in silenzio, la mia bocca restava aperta e gli occhi fissavano i suoi.

"Dio quanto sei bella mentre ansimi"

Usò il suo corpo per inclinarmi verso il divano, ci caddi di schiena e lui aprendo le mie cosce salì sopra di me. Tutto il piacere, i brividi e il desiderio svanirono all'improvviso, lasciando invece spazio ad un senso di paura e claustrofobia.

"Pedro... Pedro" un nodo in gola dimezzò la mia voce. Lo colpii sulla spalla mentre lui continuava a muovere le dita dentro di me, proprio come quella volta con Riccardo non sopportai la sensazione di trovarmi schiacciata sotto qualcun altro.

"Pedro per favore aspetta!" La mia voce seria gli fece capire che qualcosa non andava e quando finalmente mi fece spazio, scattai seduta, scoppiando in lacrime. Un pianto a singhiozzi, spaventato di cui non avevo alcun controllo.

"Oh! Elisa?! Che hai?" esclamò stringendomi le spalle.

"Non... io non..." nemmeno riuscivo a parlare. "non lo so..." finalmente dissi, scoppiando poi in un pianto violento nel quale mi asciugai le lacrime con le mani, almeno fin quando Pedro non usò le sue, carezzandomi.

"Piccola non dobbiamo per forza, pensavo fossi pronta ma se non è così, ti giuro, non è importante!" dandomi poi un bacio sulla fronte. La sua grossa mano mi prese la nuca.

"Mi sento una merda, non piangere!"

Cercai di calmarmi, stretta a lui divenne più facile. Raccolsi così un momento di silenzio e poi riuscii a parlare in maniera comprensibile.

"Io sono pronta, voglio farlo con te ma ho questo problema; se qualcuno mi sale sopra anche per gioco, sto male! Inizio a sentire un senso di costrizione ed ansia, non saprei spiegarti".

Non volevo raccontargli che la stessa cosa era accaduta anche con Riccardo ma fu facile per me collegare i due casi e capire la causa era quella.

Lui non ripose a parole, mi fece montare a cavalcioni sulle sue gambe, esattamente come poco prima.

Le sue dita mi carezzarono la mascella scendendo sul collo e sul vestito argentato che allargò facendolo sfilare, sotto avevo un reggiseno nero. Arrossi quando i suoi occhi indugiarono sul mio seno e lente, le mie mani si poggiarono sulle sue spalle muscolose.

Redwind: La folgore scarlattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora