una guerra che non mi appartiene

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alla fine di questo nuovo capitolo ci sarà un'altra testimonianza da parte di una soldatessa che però ha deciso di non essere nominata quindi resterà milite ignoto ma comunque la ringrazio per il suo contributo



Mi Voltai Verso Alyssa Guardando poi Glauco poggiato contro l'uscio della porta.
Anche Lei sembrava convinta delle mie parole, quando la raggiunsi poggiò una mano sul mio collo ed entrammo in casa.

Non ci restava che aprire la botola indicata dall'uomo; tolto il materasso Alyssa la sollevò ed entrai.

Dentro era buio pesto, mandai in avanti le braccia mentre camminavo a tentoni. Le muovevo verso l'esterno e l'interno in cerca di qualcosa.

Con la destrorsa impattai su un mobiletto o qualcosa di simile quindi iniziai a tastarlo ovunque e sulle superficie la mano toccò qualcosa di cilindrico.

Riconobbi subito fosse una torcia, messa sapientemente alla destra della scalinata.

Quando accesi la luce non volevo credere ai miei occhi.

Se sopra non c'era niente, sotto c'era anche troppo; cibo, e perfino altri ak47. "L'arma dei poveri" avendo un prezzo relativamente basso rispetto altri fucili automatici.

Il cibo era tutto in scatole mentre l'acqua racchiusa in grossi bottiglioni simili a quelli degli uffici.

La sorte, per una volta almeno, ci aveva premiati anche se sapevo che se l'uomo ci aveva permesso di toccare quei beni, sicuramente avremmo dovuto pagare un prezzo.

Quanto meno a parte una scottatura, il giorno dopo saremmo stati armati e con lo stomaco pieno.

Mangiai più scatolette di tonno quella sera che per tutto il resto della mia vita. In quel momento mi sembrava la cosa più buona che ci fosse al mondo.

Seduti al buio e illuminati da una sola torcia decidemmo, prima di dormire, di raccontare storie spaventose con tanto di torcia sotto il mento. L'effetto sortito però furono solo grosse risate, soprattutto quando fu il turno di Glauco che fece finta di offendersi.

Poi si zittì e ci fissò entrambe.

"grazie ragazze" esaló in inglese.

Alyssa sollevò le mani.

"non ringraziarmi, se non fosse stato per elisa ti avrei dato retta" l'america si sentiva in colpa ma del resto non fu una decisione facile quella che dovevamo prendere.

"si, ma alla fine non lo hai fatto, sono vivo solo per voi due!" replicò lui, lo vedolevo appena ma mi accorsi che si stese per terra con la faccia rivolta al soffitto.

"mi manca Giulia" sussurrò.

"a me Ginevra" anche Alyssa si stese quindi feci la stessa cosa.

"a me manca Matteo" fu il mio turno in quelle malinconiche dichiarazioni.

Sentii Glauco muoversi un po.

"ma tu non eri single?" mi domandò stranito.

"infatti è il mio migliore amico" replicai e lui ridacchiò.

"ma migliore amico o Migliore amico ma.." presi una scatoletta vuota e la lancia verso di lui.

La sentii impattare e lui si lamentò.

"ahia cazzo, mi hai preso in testa" io e Alyssa ridacchiammoo della cosa e poi l'americana batté le mani.

"va bene bambini, andiamo a dormire, domani sarà una giornata bella piena".

Dopo aver parlato spense la torcia e il buio mi inghiottì.

"a destra le lacrime non dovranno mischiarsi col sangue". Quella frase tornò alla mia mente mentre faticavo ad addormentarmi, sia per la pelle che ribollita che per i pensieri rivolti a casa.

Redwind: La folgore scarlattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora