lacrime e sangue

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 Ricontrollai in modo maniacale tutti gli spostamenti compiuti dalle guardie esterne e quelle interne quando passavano dalle finestre, non potevamo avere campo visivo su tutto il perimetro ma la maggior parte di loro erano già morti e nemmeno lo sapevano.
Nel frattempo tra me e Cheese calò il silenzio, fu quello più lungo di tutta quella notte visto che dopo aver parlato per ore della mia vita, ormai avevamo finito gli argomenti e dato che mancava ormai poco restavamo entrambi concentrati.
La tensione era così densa da rendere tutto surreale, percepivo il battito del mio cuore nelle orecchie che diventarono calde, il respiro sebbene era controllato, si fece pesante. MI ritrovai a sperare che parlò ma il momento delle chiacchiere era ormai giunto al termine.
"Irish, cambiano ancora schema di ronda. Guarda lo schema Charlie" mi disse. Aveva aperto bocca quanto meno.
Rapidamente gettai un occhio nel nostro taccuino dopo che lui mise in mostra lo schema Charlie dei loro movimenti.
Gli unici a non cambiare mai erano le guardie sui tetti ed i cecchini, certo la sicurezza era elevatissima. Come se si aspettassero di essere attaccati, forse nella paranoia Chatov ci aveva visto giusto.
Lo svantaggio numerico era parecchio, dentro quella villa c'erano quattro nemici per ognuno di noi. Capi di stato esclusi.
"allora è deciso, uccidiamo questi idioti e andiamo a vivere in un isola tropicale? Fuori dal mondo, fuori da tutto. Viviamo come vogliamo noi" Sussurrò lui.
"pensiamo prima a fare bene questo lavoro, Avremo tutto il tempo per pensarci non appena sarà finita" risposi mentre costrinsi le mie labbra a non sorridere.
"costruirò la nostra casa come un vero uomo!" disse ridacchiando.
Evidentemente anche lui stava male in tutto quel silenzio, per questo tornò a fare come faceva sempre, non sapevo se odiarlo o ringraziare la sua parlantina.
"che maschio alpha!" ribadii sarcastica.
I tempi dei giochi però erano veramente finiti e il nostro dovere incombette su di noi come un'improvviso acquazzone gelido in piena estate. Mi scosse dentro, nel profondo e ogni mio senso di colpo s'intensificò quattro volte tanto. Il respiro lento che caldo attraversava la mia trachea fuoriuscendo dalle mie labbra
"qui big house Big House. Delta. Alpha e Charlie hanno raggiunto l'obbiettivo. Avete luce verde. Passo e chiudo". Leonida fu chiaro e conciso, sentii dalla sua voce che fosse nervoso almeno quanto noi. Come biasimarlo?
E mentre nel canale radio entrarono le altre due squadre io e Cheese ci guardammo un'ultima volta, facendoci un cenno reciproco.
Tutto sembrava rallentato, irreale eppure così vivido.
Una bomba di emozioni in continua evoluzione tra la foga dell'adrenalina e la paura della ragione.
Certe pressioni si potevano controllare solo con un forte spirito ma nonostante nella mia vita avessi vacillato così tante volte, sapevo di potercela fare. Di essere nel posto giusto, al momento giusto.
Occupavo la mia parte nel mondo e per ciò ogni paura s'allontanò.

Ad ore dieci, lontano dalle mura, riconobbi la mia squadra giunta a piedi. Un elicottero li aveva fatti atterrare lontano da occhi indiscreti e avanzavano guardinghi.
" Qui Alpha, non ci siamo ancora divisi con Beta. Delta, aspettiamo il vostro via libera" Quella volta a parlare non fu Big House ma il capitano Mustang, ex Navy seal a capo della squadra essendo il combattente più anziano ed esperto.
Un uomo molto orgoglioso, dotato di forte senso della giustizia e dell'umorismo pungente. A tratti mi ricordava il Sergente Marti.
A guidare la squadra Beta invece si trovava Sausage, ex KSK dell'esercito tedesco. Un tipo freddo, scontroso e parecchio riservato. Per quei mesi di convivenza scambiai si e no tre o quattro parole con lui.
Al suo fianco, immancabilmente c'era il suo cane lupo bianco e grigio. Hölle, in tedesco significava inferno perché secondo Sausage, era ciò che vedeva chi era tanto sfortunato da finire nelle sue fauci.
Otto uomini più me e Cheese per un totale di Dieci. Gli altri componenti erano tanto importanti quanto a me cari, tutti avevano una ragione come me per trovarsi lì ma tutto ciò è un'altra storia molto più grande di quella singola missione.
Il momento era arrivato e prendendo un lungo respiro mi concentrai sul cecchino alla sinistra, mentre Cheese tenette sotto tiro quello a destra.
Dovevamo colpirli nell'arco di pochi istanti tra uno e l'altro, se non in simultanea per poi occuparci delle guardie sul tetto a destra più ribassato rispetto a quello di sinistra.
"spariamo al tre." lo avvisai. "uno... due... tre!".
Premetti il grilletto e qualche secondo dopo il mio obbiettivo venne sbalzato all'indietro. Colpo in pieno petto.
Anche cheese andò a segno e mentre muovevo il fucile verso il tetto ribassato, avevo già preparato un nuovo colpo.
Come per il tetto più alto, le due guardie andavano uccise contemporaneamente, era importantissimo.
"come prima Cheese" lo avvertii ancora. "uno... due... tre!".
Altri due colpi precisi, lui ancora sul petto, io sulla mandibola.
Dall'uccisione dei quattro obbiettivi sarebbe scattato un timer immaginario, L'inizio era indicato dalla neutralizzazione delle guardie e lo squillare del tempo quando qualcuno avrebbe trovato i corpi.
Perché non era un se... ma un quando. I ragazzi avrebbero dovuto essere rapidi come il vento e silenziosi come ombre. Perfetti in ogni loro movimento e soprattutto Charlie all'interno del gruppo Beta avrebbe dovuto essere la più svelta di tutte.
Foxy, la nostra piccola haker. Forse l'anello più debole del gruppo quanto riguarda la fisicità ma la più astuta di tutte noi. Non era esattamente una soldatessa, era armata ma non era lì per sparare ed uccidere.
Bensì a raccogliere ogni singolo dato sul Bz32.
Raccolti quei dati avremmo potuto trovare qualcosa per neutralizzare quel dannato fumo rosso, quindi anche lei era un tassello molto importante dell'operazione.
Io non ero una grande esperta di computer, ma la ragazza spiegò che solitamente avrebbe potuto rubare dei dati stando seduta da casa sua ma... e queste furono le sue parole per farmici capire qualcosa. Era come se quella villa avesse una barriera e che questa potesse essere infranta soltanto in un modo. Cioè collegandosi alla sua stessa connessione, quindi per farlo fu costretta a scendere sul campo.
Le insegnai personalmente a sparare meglio e sebbene molti nella squadra la consideravano un peso, io avevo fiducia in quella piccoletta.
"Delta ad Alpha, tetto libero, potete fare irruzione,passo!".
Gridai mentre presi di mira altre guardie, quelle sul balconi seguendo i loro movimenti con minuzia.
Nessuno sembrava essersi accorto di niente.
"Roger Delta, entriamo dentro. Siate i nostri occhi. Passo!".
"affermativo Alpha, passo".
Detto ciò li guardai entrare dal cancello tramite un attrezzo per allargare le sue sbarre metalliche, simile a quello dei pompieri.
" Cheese. io seguo la squadra, tu cura gli altri tango" Sussurrai e la sua risposta positiva arrivò immediatamente.
Così Alpha e Bravo si divisero: la seconda tramite dei rampini si erse al primo piano così da poter neutralizzare ogni obbiettivo su entrambi i piani, quasi contemporaneamente. Come avevamo fatto pochi attimi fa io e Cheese.
Iniziarono ad annunciare i primi abbattimenti e mentre persi campo visivo su Alpha, mi accorsi che una guardia stava per girare l'angolo e che avrebbe sicuramente beccato Bravo ad arrampicarsi.
Aspettai che girasse in modo da non essere sulla facciata principale e quando probabilmente notò i rampini fu per lui troppo tardi perché un proiettile calibro 12,7 mm lo colpì alla schiena facendolo stramazzare al suolo.
"Bel colpo Irish, entriamo anche noi. passo" Disse Sausage e in quel momento Chees aprii il fuoco.
Mi accorsi di un corpo in più sul tetto superiore, ergo: i cecchini erano stati chiamati e non avevano risposto. Il tempo stringeva più che mai.
"lo dico sempre, non sbaglio mai un colpo! Ragazzi dovete fare più in fretta. Un tango era salito a controllare i cecchini, presto capiranno che qualcosa non va. Passo" gli comunicai ma loro entrarono e non mi risposero più. Sentii solo il tipico suono delle frequenze disturbate.
"no... non ora porca troia. Alpha, Bravo. Mi ricevete? Passo!".
Niente da fare ed il peggio fu che all'interno della casa iniziarono sparare come matti, noi ne eravamo tagliati fuori.
"Bighouse, qui Delta. Abbiamo perso contatto radio sia con Alpha che con Charlie. Hanno iniziato ad aprire il fuoco, istruzioni?".
"Delta, aprire il fuoco senza discrezione, colpite ogni bersaglio che potete, passo e chiudo".
Ancora una voce calma e pacata nonostante non avessi idea di cosa stesse succedendo là dentro.
Così iniziammo a far piovere piombo su ogni disgraziato che ci capitasse a tiro ma ero distratta, impanicata. Il non sapere cosa stesse accadendo là dentro mi stava divorando l'anima perché era troppo importante e sebbene mi fidassi dei miei compagni, una vocina si fece largo nella mia testa.
"corri... corri".
Alle volte un soldato doveva dar retta quella vocina, sebbene potesse sembrare una follia.
Diventò sempre più forte, più forte fino al punto che sparare mi diventò impossibile.
"Cheese, tu riesci da solo?" domandai frettolosa.
"cosa?! Che intenzioni hai?" la stessa domanda mi venne chiesta da Bighouse ma ignorai le sue parole.
"ci riesci o no?" domandai sempre più nervosa.
"si ma..." non lo feci finire di parlare. Stavo andando contro il piano ma quella vocina non era ignorabile..
"perfetto. Ti lascio il fucile e i colpi. Fanne buon uso e... ci vediamo dopo" Esclamai apprestandomi a lasciare la postazione.
"Irish ma dove vai? Non fa parte del piano!".
Io ero già alle corde e lo indicai.
"ci vediamo dopo... ti amo" replicai ancora.

Arriva per tutti il momento di scegliere, di andare controcorrente pur di fare del bene. Ignorare la ragione e seguire quel forte istinto che mi scorreva nelle vene.
Avrei potuto comportarmi da brava soldatessa e starmene appostata, giocare al tiro a segno coi nemici. Senza sapere come stavano i miei compagni, la mia nuova famiglia. Oppure potevo correre i due chilometri più lunghi di tutta la mia vita mentre il sole albeggiante tingeva di rosa la sabbia dalle ombre violacee.
Non mi fermai un solo attimo, non rallentai nemmeno un momento. Il mio corpo andava come fosse un automa nonostante le ore interminabili passate a stare fermo, il suono dei miei passi ricordava quello del mio cuore e la rabbia dentro di me era il carbone che mi spingeva ad andare più veloce.
Provai e riprovai a contattare la mia squadra, ignorando gli ordini di Bighouse.
Ogni volta che mi legavo a qualcuno, quel qualcuno finiva male come la mia prima squadra come assaltatrice. Il Sergente Marti e tutti gli altri. Non mi sarei perdonata se fossi sopravvissuta ancora dove tutti gli altri invece morivano. Nessuno, doveva morire e io avrei dato me stessa perché non accadesse.
Ecco il motivo della mia corsa e raggiunta la villa, nonostante il fiatone sparai a due ragazzi che corricchiavano imbracciando i loro fucili.
Uno cadde per terra, l'altro picchiò faccia e spalla contro l'angolo della villa e finì a terra girando su se stesso. Entrambi in un lago di sangue che mi lasciai alle spalle.
Per tutta la corsa, nessuno aveva smesso di aprire il fuoco, un suono assordante che però mi dava speranza, sopprimeva le voci di Cheese e Bighouse che chiedevano cosa mi fosse saltato in mente.
Le loro voi però s'interrompettero non appena entra nella villa tramite la porta sul fianco che Alpha aveva sfondato .
Aggrottai la fronte e feci dei passi indietro, non appena uscii nel cortile sentii Chesse chiedermi se lo ricevevo.
"si... ti ricevo" sussurrai e mentre lui mi rispose, chiedendomi come stessi, entrai nella villa e ancora una volta persi il segnale.
"Cheese, Bihouse. Le onde radio non entrano nella casa. Per questo avevamo perso ogni contato. Mi unisco ad Alpha. Irish... passo e chiudo".
Entrata nella villa vidi che tutto era messo sotto sopra, il muro tinto di grigio scuro era colpo di fori e l'arrendamento ormai si trovava a pezzi.
Un numero incontabile di cadaveri giaceva al suolo tra vetri e sangue, sopra di me e nella porta di fronte alla mia posizione, dall'altra parte della sala. I ragazzi stavano ancora sparando.
"Sono Irish. Alpha arrivo alle vostre ore sei, ripeto. Fuoco blu alle ore sei".
Con il fucile d'assalto ad altezza uomo mi avvinai alla porta, aspettando e pregando in una risposta.
"Irish?! E che cazzo ci fai qui?!" Era Mustang. "sei venuta a portarci le merendina capuccetto rosso? È da quando siamo entrati che cerchiamo di contattarvi!".
Non risposi, aprii la porta e mi trovai dietro i ragazzi che stavano avanzando lungo un breve corridoio che portava a quella che sembrava essere una cucina.
"lo so. Le onde radio non entrano nella casa" Spiegai mettendomi in formazione.
Nella cucina c'erano quattro tango, non feci tempo a colpirne nemmeno uno. Vennero trucidati in pochissimi secondi. Il primo piano era completamente libero.
"e così hai deciso di abbandonare il tuo fidanzatino e di raggiungerci? Che donna coraggiosa" Commentò Mustang ancora una volta.
Non risposi, effettivamente non sapevo nemmeno cosa dire, vedendoli sani e salvi poi iniziai a sentirmi una stupida.
Comunque sia, Bravo al primo piano uccise i presidenti e Charlie si era già messa a lavoro.
Così Yuri chatov era morto. Nonostante quel suo calcio sul volto, il fatto che mi fosse scappato per poco. Era morto così... Mi sentii dispiaciuta nel non averlo visto morire e forse, a quel punto capii la vera natura della mia corsa fino quella villa.
Mi sentii ancor più egoista e meschina, non era tanto per dare manforte ai miei compagni, no.
Volevo uccidere personalmente Chatov, era la mia preda e mentre con gli altri raggiungevo il primo piano, mi sentii triste all'idea che qualcun'altro gli avesse tolto la vita.
La sala dove si trovavano i presidenti era incasinata come tutto il resto della casa, muri sporchi da enormi schizzi di sangue. Un tavolo di vetro ormai in frantumi e i corpi dei capi di stato che giacevano in terra.
Questo faceva di noi, dei criminali di guerra a tutti gli effetti. Uccidere in un colpo solo sei presidenti era qualcosa che difficilmente sarebbe passato inosservato, non fu affatto difficile accorgersi però che i corpi erano cinque anziché sei e quello che mancava all'appello era proprio lui Yuri chatov. Non mi ero mai fissata di un uomo così tanto e saperlo vivo accese in me quel primordiale istinto di caccia che fece bollire il mio sangue.
"Il signorino Chatov si diverte a giocare al topolino ma non può essere sparito nel nulla. Distruggiamo questa cazzo di villa e troviamolo" Ordinò Mustang mettendosi poi in contatto con Charlie.
"foxy, a che punto sei?" Domandò alla ragazza.
Lei come Cheese era francese e dall'accento era parecchio intuibile.
"Sono riuscita ad entrare all'interno di un computer fisso ma come vedete questi uomini hanno solo portatili e sarebbe difficile entrare all'interno di un computer se qualcuno di noi gli avesse sparato contro distruggendolo. Voi avete visto un computer fisso?".
Effetivamente, per terra coi cadaveri e i vetri, si potevano vedere dei portatili qua e là. Alcuni ancora accesi, altri chiusi e altri fumavano colpiti da proiettili.
"figuriamoci se in tutto quel casino ho fatto caso ad uno stupidissimo computer" Ribatté Mustang per poi continuare.
"comunque sia, la cosa più importante e trovare quel russo di merda, sparpagliatevi in squadre da due e fate attenzione ad ogni singolo buco che vedete. Voglio che vi infiliate in ogni dannatissimo buco come fosse... no non regge, ci sono delle ragazze. Beh muovetevi!".
Qualcosa mi diceva però che una volta trovato il computer avremmo trovato anche Yuri e mentre i minuti passavano e noi continuavamo a setacciare ogni angolo, l'idea che ci fosse sfuggito ancora si fece largo nella mia mente.

Redwind: La folgore scarlattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora