la prima volta non si scorda mai

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 Decisi di accettare la sua assurda scommessa e di prendere parte all'assegnamento, di certo non il modo migliore per iniziare la mia carriera ma ero pronta, potevo affrontare la sfida e nel frattempo dare il mio contributo nel salvare una vita umana.
Il venti sei febbraio, il giorno prima del mio compleanno partii per il Kenia insieme a Draghi e quattro dei suoi migliori uomini; brutte facce perennemente incazzata ma che davano l'aria di saperci fare.
Del resto, quella di Draghi era forse la squadra meglio addestrata di tutto il reggimento, dopo che quella di Marti, fece quella tragica fine.
Ai tempi infatti dall'alto erano indecisi se mandare noi o loro in iraq, il resto lo conosci già ma col senno di poi, onestamente avrei preferito cedere il passo.
Beatrice, che una volta in Kania avrei definito vip, era imprigionata all'interno di un modesto villaggio protetto da miliziani ben armati.
Entrare all'interno eludendo le guardie o senza far esplodere un casino sarebbe stata dura e come se non bastasse vi erano diversi compound.
Sarebbe stata una caccia al tesoro contro il tempo a cui io avrei assistito da lontano, il mio incarico era infatti quello di impossessarmi di una delle due torri di controllo poste ai lati Nord Est e Sud Ovest del villaggio.
Una volta uccise le guardie avrei potuto fornire copertura col mio fucile e a giudicare delle foto satellitari, avrei avuto un ottima vista su tutto il villaggio.
l'altro cecchino avrebbe fatto lo stesso quindi dove non vedeva lui lo avrei fatto io e viceversa, creando così una copertura a tutto campo che avrebbe facilitato il compito dei nostri compagni sul campo.
Avremmo attaccato prima dell'alba, approfittando di quelle ore dove solitamente la sicurezza si affievoliva e saremmo usciti con il Vip prima del sorger del sole. Almeno così volevamo che andasse ma quando si intraprendono missioni così complicate il rischio di un imprevisto era dietro la porta, noi però eravamo pronti e motivati.

Eravamo all'interno di un Dornier Do 228, dal quale ci saremmo lanciati non appena saremmo giunti al punto di lancio, questo si trovava a nord rispetto l'obbiettivo ed era situato in una zona nella quale il terreno era più in alto rispetto al villaggio.
"Ricordatevi, se vi attenete al piano andrà tutto bene. Entriamo in silenzio, ingaggiamo soltanto se necessario, prendiamo il vip e torniamo a casa, prima di entrare però Mazzoli e Bertoli, prima dovrete far fuori le vedette, Bertoli prende quella a nord ovest, Mazzoli l'altra. Resteremo costantemente in contatto radio quindi mi aspetto che prenderete posizione contemporaneamente. Quando entreremo sparate solo se estremamente necessario."

Si voltò poi verso gli altri tre che sarebbero andati con lui tra le strade del villaggio, spiegando loro in che punto avrebbero fatto breccia tra le mura e come si sarebbero mossi, costantemente sotto l'occhio di noi cecchini.
Arrivati nella zona di lancio ci gettammo dall'aereo con il favore del buio, il paracadute s'aprì immediatamente come da prassi e la caduta fu rapida ma pulita.
"check radio" sussurrò Il sergente.
Sentii ripetere "check" a tutti quanti e infine lo ripetetti anche io, nel mentre avanzavamo verso sud, in direzione del villaggio. Dal nostro punto di vista si vedevano le mura di legno e lamiera, alcuni dei Compound e le due torri di vedetta.
Una vera e propria roccaforte difesa da uomini sia all'interno che all'esterno di essa.
Dal lato opposto rispetto il nostro e sulla nostra destra vi erano due strade che affluivano all'interno, benché non avevamo campo visivo su quella a destra potevamo immaginare che fosse come quella difronte, quindi con un cancello chiuso e due uomini di guardia in piedi.
Tra noi e le mura si trovavano diverse auto in stato pessimo, sacchi della spazzatura, copertoni accatastati e altra sporcizia.
Avevamo ancora bisogno del visore notturno, sia noi che le nostre armi.
Così mi abbassai e coprendo il mirino accesi il suo visore, questo emise un fischio ed una luce che però fu otturata dalla mia mano. Poi si udirono alcuni bip dopo i quali avrei potuto mirare vedendo nel buio, i laser dei miei compagni danzavano di verde acceso nella notte mentre avanzarono verso il muro, avrebbero atteso lì il nostro via per evitare di essere visti da chi che sia.
Così mi mossi rapida e silenziosa, determinata più che mai a raggiungere il mio obbiettivo. Sarei stata quella che più di tutti, almeno all'inizio, si sarebbe spostata maggiormente.
Mentre camminavo sentivo l'altro cecchino annunciare di essere vicino la scala della torre ma in quel momento sentii numero passi e voci che convergevano sulla mia posizione.
Assunsi una posizione prona restando faccia a terra, così che la mia ghillie mi avrebbe mimetizzata, stando vicina al muro ma non attaccata.
"Qui Echo, conto cinque tango nella mia posizione, vengono verso di lei sergente" lo avvisai bisbigliando mentre gli uomini camminavano a pochi metri sulla mia sinistra.
Ingaggiarli sarebbe stato un suicidio.
"Ricevuto Echo" rispose il sergente mentre delta, il secondo cecchino disse di restare ancora in attesa ma che avrei dovuto muovermi.
La situazione non era delle migliori già dagli inizi ma in radio sentii annunciare le uccisioni confermate dei cinque che mi avevano sorpassata e non si sentì anima viva.
Mi alzai tornando a camminare quatta e lesta fino a raggiungere la scala a pioli, la afferrai con una mano mentre mi guardai attorno.
"Echo in posizione, possiamo avanzare Delta" sussurrai.
"roger" rispose l'altro e così salii lentamente fin quando non mi accorsi che un tango era esattamente sopra di me, ne vedevo le mani e la canna del fucile.
Salii ancora un po, sempre attenta a non fare rumori mentre la tensione divenne palpabile, avevo precedentemente notato due tango in ogni torre, quindi una volta ucciso uno avrei dovuto eliminare l'altro ed in fretta.
Sentii parlare sopra la mia testa e sia le mani che il fucile sparirono dal mio campo visivo, quella era la mia finestra.
Salii ancor più rapidamente e affacciandomi con la mia Beretta silenziata notai che i due uomini stavano parlando tra loro.
La torre aveva un entrata interna ed una esterna, non vi era altro che due sedie di plastica blu completamente sporche e una cassa con delle munizioni, i due mi davano il fianco così, restando sulla scala mirai alle loro teste.
Due colpi rapidi e sommessi dal silenziatore, i corpi caddero in terra come sacchi di patate e impossessandomi della torre mi accertai che nessun altro si fosse accorto.
"Echo in posizione, ho visuale su tutto il villaggio" esclamai pochi secondi dopo Delta che disse esattamente la stessa cosa.
Alfa, Bravo e Charlie si mossero e lo comunicarono tramite radio, in pochi minuti secondi avevano creato una breccia all'interno del muro e si erano infiltrati, avrebbero dovuto controllare ogni singolo Compound sotto la nostra supervisione.
Notai fin da subito alcuni contatti tra le strade, usavano delle torce per poter camminare in quelle strade sabbiose. Queste erano percorso solo da uomini armati, alcuni di loro erano invece attorno a dei fuochi racchiusi in grossi bidoni.
La squadra penetrò nel primo Compound e dopo averlo annunciato, la mia attenzione andò alle finestre o al tetto dello stesso.
Non vedevo movimento alcuno ma quando loro entrarono, capii cosa stava accadendo in base alle comunicazioni.
Le prime stanze furono libere, poi abbatterono alcuni contatti continuando a bonificare tutto il sito, del vip però nemmeno l'ombra.
Li ascoltai annunciare che sarebbero tornati all'esterno ma nello stesso momento, due contatti si avvicinarono verso la porta, se sarebbero usciti li avrebbero avuti difronte.
Due obbiettivi significava due colpi sparati in rapida successione e il prezzo di un errore lo avrei pagato a caro prezzo.
"Qui Echo, Alpha, due contatti stanno raggiungendo la porta" Dissi loro.
"roger Echo, falli entrare" mi rispose.
Così restai in attesa ma una volta che i due giunsero alla porta la ignorarono e proseguirono girando l'angolo alla destra della casa.
Così facendo però notarono il buco da dove la squadra si era infiltrata.
Anche Delta s'accorse e infatti lo comunicò prima che potessi farlo io, nel frattempo i due restarono fermi davanti il buco nel muro. Parlavano tra loro in maniera piuttosto nervosa.
"se lo hanno visto daranno presto l'allarme. Delta, Echo. Avete visuale sui due bersagli?" Domandò Draghi.
"affermativo" rispondemmo in coro.
"uno a testa, non fate gli ingordi" replicò con una punta di ironia.
I tango erano uno affianco all'altro, puntai la testa di quello che si trovava nel mio lato e dopo aver preso bene la mira sparai il colpo.
Non lo mancai aprendogli il cranio in un violento getto di sangue, quello al suo fianco si spaventò ma subito dopo anche a lui capitò la stessa identica sorte.
"Tango abbattuto" dicemmo prima lui e poi io, la squadra era libera di muoversi ancora e nessuno sembrava essersi accorto di noi.
Avevamo dalla nostra non più di due ore di buio dopo le quali saremmo stati compromessi, infatti si sbrigarono a raggiungere il secondo compound, passarono al fianco di un camion e da quel punto si spostarono verso la un recinto che scavalcarono con semplicità.
Diedi una rapida occhiata nell'aria circostante e poi nelle finestre dell'edificio dove gli altri entrarono.
"ho un contatto, terza finestra da sinistra verso il mio lato, al secondo piano, sta parlando con qualcuno ma ne vedo solo uno" Spiegai agli altri.

Redwind: La folgore scarlattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora