Congedata.

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 Era uno spettacolo raccapricciante e tetro di distruzione totale. Davvero niente e nessuno era sopravvissuto in suddette zone ed i pochi civili scampati per puro miracolo stavano scappando lontani, verso la nostra base che prima sdegnavano con forza.

"Qui Alpha, Bravo e Charlie convergete per la ritirata verso la base, dobbiamo assolutamente fare rapporto, passo." Draghi sembrava nervoso e affrettato.

Sia io che l'altro sniper confermammo immediatamente e così scesi dal tetto allo stesso modo con il quale salii.

Raggiunsi gli altri che intanto si erano radunati difronte la porta principale formando un semicerchio per mettere in sicuro l'entrata. Come da manuale in certe occasioni.

Ed ecco che il secondo sniper ci Raggiunse così Draghi indicò Fini e si gettò il pollice dietro la spalla desta.

"tu vieni con me, riportiamo qui i lince" gli ordinò e così il ragazzo ubbidiente s'accinse a seguirlo.

Restai dentro il semicerchio concentrata come tutti gli altri. L'attacco con le bombe fu devastante eppure una solo un pugno di uomini si era fatto vivo. Troppo pochi per un attacco simile. Continuavo a pensare che fosse strano e non riuscivo a stare in pace, il cuore batteva forte e il dubbio che altri terroristi fossero in attesa di attaccare crebbe pericolosamente dentro di me. Guardavo i pochi tetti restanti in cerca di qualsiasi contatto sospetto, la gente scappava piangendo ignorando completamente la nostra presenza e creando un frastuono assordante. Restare calma era veramente difficile.

"Bravo ad Alpha, check, passo" Volevo sapere se dall'altra parte era tutto ok così pochi secondi dopo ricevetti la mia risposta.

"check Bravo, mantieni la postazione e la calma, passo e chiudo" rispose affrettato.

l'istinto di un essere umano era il suo più grande alleato. Proprio non riuscivo a starmene ferma lì, in attesa sapendo che soltanto due due miei compagni potevano essere un facile obbiettivo.

"vieni con me, tutti gli altri mantengano la postazione" sbottai quando dopo altri interminabili minuti, i lince non arrivavano.

Il sottoposto mi seguì guardandomi con fare incerto e quando raggiungemmo il retro della villa. Draghi e Fini si trovavano nello spazio tra i lince e la parete violacea. Alla parte opposta vi era un muro di mattoni alto con una recinzione che saltava per almeno tre metri.

Dietro solo campo aperto sul quale però avevamo poca visuale.

"ma che cazzo?" disse il ragazzo che portai con me, anticipandomi visto che quello sprovveduto si Draghi stringeva una mano sulla gola di Fini che si trovava costretto al muro.

"sergente lo lasci an..." il suono di un proiettile mi assordò, mi ritrovai piegata in avanti mente sentii degli schizzi caldi colpirmi le gambe e la schiena.

Qualcuno aveva sparato al mio compagno di squadra che ora giaceva a terra, riverso in un lago di sangue.
Seguì un forte "allah akbar" provenire da oltre il muro. Per quei bastardi era più importante inneggiare il loro dio piuttosto che mantenere segreta la loro posizione, quanto li odiavo.

Dovevo correre più velocemente possibile o avrei fatto la stessa fine del mio sottoposto, i colpi mi sfiorarono e non so per quale miracolo nessuno di loro mi colpì, sarebbe bastato che uno di loro mi prendesse una gamba, sarei finita in terra e subito dopo mi avrebbero trucidata. Scoperta in quel modo ero ancora una volta ad un passo dalla morta ma alla fine, miracolosamente riuscii a gettarmi in avanti, scivolando dietro la ruota anteriore del Lince, questo veniva scosso da una pioggia incessante di proiettili

"non possiamo stare qui a lungo! Se hanno un rpg siamo morti" Gridò Draghi. Nel casino generale, gli altri mi contattarono chiedendomi cosa stesse accadendo.

Redwind: La folgore scarlattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora