Qualche credente nel karma avrebbe potuto dire che il sergente Draghi se la fosse cercata, fu colto da una brutta polmonite che lo costrinse a letto, esattamente come accadde a me per causa sua.
Le cure sarebbero andate avanti per diverso tempo, dandomi il tempo di rimettermi in forze.
Gli altri Sergenti infatti non erano così tanto duri con me, tornai a mangiare e dormire regolarmente e il mio nome nella classifica generale tornò tra i primi in pochissimo tempo.
Quella sua polmonite stava rendendo vani tutti i suoi sforzi di farmi bocciare, sarei diventata una sniper che a lui sarebbe piaciuto o meno. Del resto mancavano poche settimane e il test finale era alle porte, nessuno poteva dire se Draghi avrebbe potuto partecipare o meno.
Speravo vivamente che sarebbe rimasto a letto per tutto l'ultimo mese così poi sarei stata assegnata ad una squadra, sotto il comando di un nuovo sergente.
Fui l'unica del corso a non fargli visita, perché mai avrei dovuto? Senza di lui era una pacchia e in poche settimane il mio aspetto iniziò a tornare quanto meno dignitoso; le ferite sul volto si erano cicatrizzate quasi del tutto, le occhiaie invece restarono ma quanto meno avevo ripreso un po' di colore e qualche chilo in più.
Una sera, invece di uscire decisi di andare a fare visita al mio amatissimo sergente, non per affetto quanto più per sbattergli in faccia il mio aspetto decisamente migliorato.
Non appena entrai, il medico mi si avvicinò con un cuscino e siccome era un mio superiore si sentì in diritto di darmi un ordine.
"caporale, devo assentarmi qualche minuto, dai questo al sergente Draghi, vuole stare seduto" la sua voce era frettolosa e severa, mi sbatté addosso il cuscino e prima di sparire si girò verso di me.
"non si preoccupi, mancherò pochi minuti" spiegò lui.
"agli ordini" esalai soltanto. Combinazione volesse che dovetti dare il cuscino proprio all'uomo per il quale ero giunta fin lì.
Si era fatto la barba e questo dettaglio lo rese meno burbero in un certo senso nonostante la grossa mascella che si ritrovava.
Con il cuscino stretto tra le mani lo guardai annaspare faticosamente, vederlo in quello stato faceva uno strano effetto.Abituata a vederlo sempre combattivo e incazzato, faceva strano ad averlo sotto gli occhi così vulnerabile.
Così tanto che avrei potuto schiacciare il cuscino sulla sua faccia e ucciderlo, mi guardai attorno; tutti gli altri malati dormivano e il medico non sembrava tornare.
Mi avvicinai lentamente, la tensione mi faceva fremere indecisa se farlo davvero o meno. Era quella la soluzione?
"se vuoi farlo, vedi di fare in fretta" bisbigliò lui mentre si sollevò coi gomiti.
"se invece non hai le palle allora metti quel dannato cuscino dietro la mia schiena" aggiunse per poi tossire violentemente.
Nel frattempo io guardai fuori dalla finestra tornando a guardarlo quando smise.
"durante l'esame di mimetizzazione l'avevo sotto tiro, sarebbe bastato premere il grilletto e nessuno sarebbe riuscito a capire chi fosse stato" risposi quasi divertita e per la prima volta, sentii ridere anche lui.
Una risata rocca e piena di catarro, dolorante ma comunque una risata.
"sicura che mi avresti colpito?" replicò lui mentre sistemai il cuscino dietro la sua schiena.
"ecco" sussurrai dopo averglielo sistemato a dovere.
Lui non mi guardava, restava con le mani sopra le cosce che si trovavano sotto le coperte.
Fissava difronte a se, infastidito.
Sicuramente dal fatto che io lo vedessi in quello stato, debole e impontente.
"io non sbaglio un colpo sergente" tuonai facendo scaturire un'altra risata, gli diedi il suo tempo anche perché poi cominciò a tossire.
"certo! La signorina Mazzoli non sbaglia un colpo" replicò lui.
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Redwind: La folgore scarlatta
Acción👉🏻 2° classificato al concorso "nuovi talenti 2019". "non puoi dire di essere vivo se non hai una ragione per la quale sei disposto a morire" Questo Elisa Mazzoli lo sa bene, lo sente nel suo cuore e se lo ripete continuamente, Questo la fa andar...