CAPITOLO III

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Quando apro gli occhi, svegliata dal sole che penetra dalla finestra e che mi costringe a socchiudere le palpebre, mi sento come rinata. La doccia e il riposino mi hanno proprio rilassato i nervi e adesso mi sento molto meglio. Di nuovo carica.

Non appena alzo il viso dal morbido cuscino sul quale ero accoccolata, mi rendo conto di non essere sola in camera. Stropiccio gli occhi, mettendo a fuoco l'ombra che ho di fronte, osservando l'esile ragazza seduta sul letto dall'altro lato della stanza.

Sembrerebbe avere più o meno la mia età, anche se il suo sguardo curioso e attento la fa sembrare una bambina che ha appena fatto una sensazionale scoperta. Ha un piccolo viso incorniciato da capelli ramati e ricci e due profondi occhi verdi. Delle lentiggini fanno capolino sul suo piccolo naso e sulle guance rosee.

Ha uno sguardo davvero dolce.

Ci fissiamo per qualche attimo, finché non si accorge che anch'io la sto osservando e salta sull'attenti con un grande sorriso.

-Buongiorno e benvenuta all'Accademia, sono Nicole Gallagher, la tua coinquilina- si presenta, con le braccia lungo i fianchi e un portamento rigido che mi ricorda il saluto militare -Oddio, non ci credo! Ho finalmente detto quella parola. Anch'io ho finalmente una coinquilina. Che emozione!- strilla all'improvviso, guardando in alto con aria sognante e agitando nervosamente le mani, mostrando un atteggiamento totalmente differente da quello iniziale con cui ha introdotto la sua presentazione.

Passato qualche secondo, durante il quale credevo fosse rimasta imbambolata a guardare il soffitto, abbandona i suoi pensieri e continua il suo monologo gesticolando in modo spaventoso -Oh mamma, avevo pensato ad un discorso di benvenuto, ma l'ho completamente dimenticato- si scompiglia i capelli frustata e nervosa, facendomi sollevare un sopracciglio.

Si fionda sulla scrivania, ancora ricoperta di fogli accartocciati, cercando qualcosa e borbottamdo di tanto in tanto. Seguo ogni suo movimento con attenzione, convincendomi sempre più di essermi ritrovata come coinquilina una svitata.

-Dove ho messo quel foglio- farfuglia più volte, guardando tra i libri e i quaderni che adesso sovraffollano quella povera scrivania.

Sospira, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, probabilmente delusa dalla mancata ricerca. Si volta nella mia direzione e mi rivolge un sorriso a trentadue denti, facendomi credere che non fosse poi così dispiaciuta di non aver trovato quello che cercava così freneticamente.

-Qui ti troverai benissimo, sono tutti gentili e disponibili e ti divertirai- riprende con gli stessi modi entusiasti di poco prima, quasi come se non avesse mai fermato il suo discorso di benvenuto a metà -Ti farò conoscere gli altri studenti e ti insegnerò ad orientarti all'interno dell'Accademia. Andremo in segreteria e prenderemo gli orari delle tue lezioni e la chiave del tuo armadietto. Saremo amiche, passeremo le giornate insieme e faremo i compiti insieme- afferma tutto ad un fiato, tanto che ho paura che le prenda un accidenti da un momento all'altro.

Sicuramente con una compagna di stanza come lei non credo mi annoierò. Anche se, in realtà, non ho nessuna intenzione di fare tutte queste cose in sua compagnia.

-Oh, spero non ti sia dispiaciuto il caos che ho lasciato in camera- aggiunge poi, guardandomi con preoccupazione.

Caos? Sta forse parlando dei quattro fogli che c'erano sulla scrivania? Perché la camera era così anonima che credevo non ci fosse nessuna coinquilina.

E non mi sarebbe affatto dispiaciuto.

-Sapevo saresti arrivata e ho provato a fare un po' di ordine, perché ho pensato che magari ti saresti sentita un po' più a tuo agio, ma non ho avuto il tempo di fare tutto. Spero non ti abbia dato fastidio. Comunque, se sei abituata all'ordine non c'è problema. Farò il possibile per farti sentire a casa tua- interrompe ancora una volta il suo monologo e mi fissa con uno sguardo di curiosità mista ad adorazione.

Light and Darkness- NemesisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora