CAPITOLO XXIV

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Stringo i libri contro il petto e percorro il corridoio in tutta fretta, evitando di fermarmi a sistemare i volumi dentro l'armadietto.

Anche oggi dovrò raggiungere il dormitorio il prima possibile, senza fermarmi per nessuna ragione.

-Crys!- urla una voce conosciuta alle mie spalle.

Ma non mi fermo.

-Crys, aspettaci- continua una seconda voce, anch'essa familiare.

Continuo a muovere i piedi in avanti, senza rallentare o accelerare. Ogni suono che mi circonda è per me irrilevante, anche se raggiunge le mie orecchie non riesce a penetrare nella mia testa.

Tutto ciò che per me ha importanza è stare lontana da tutto e da tutti.

-Crystal, finalmente- una delle due ragazze mi raggiunge, poggiandomi una mano sulla spalla con un sospiro di sollievo.

Spostandomi di lato con un gesto veloce, scanso la sua mano sperando non faccia troppo caso a un atteggiamento che potrebbe ferirla.

-Mi spieghi dov'è che corri in tutta fretta?- anche la mia coinquilina ci raggiunge, affannata dalla corsa -Sono giorni che schizzi via al termine delle lezioni-

È vero, ma non posso fare altro.

La mia vicinanza le mette solo in pericolo.

-Scusate, ho delle insufficienze da recuperare- rispondo, senza guardarle.

-Sono felice che tu voglia studiare, ma non serve saltare il pranzo e prendere le distanze da noi- il tono saccente di Nicole non mi provoca il solito sorriso, così come i comportamenti a volte infantili di Meg non mi mettono più di buon umore.

-Se vuoi possiamo darti una mano- propone, rivolgendo un'occhiata all'amica di fianco che cerca di mantenere il nostro passo camminando all'indietro -Posso darti una mano- si corregge, scuotendo il capo.

I corridoi iniziano a riempirsi di studenti e i miei passi sentono il bisogno di farsi più rapidi e frettolosi.

-Non serve, me la sto cavando piuttosto bene-

Accellero la mia andatura e mi infilo tra i gruppi di studenti ammassati con l'unico scopo di allontanarmi il più possibile dalle due. Non rallento nemmeno quando sono ormai certa di averle seminate.

Gruppi di ragazzi e ragazze si ammassano contro gli armadietti e si raccolgono in mezzo al corridoio. Spesso qualcuno mi taglia la strada, rincorrendo in tutta fretta gli amici, senza accorgersi di aver costretto i miei piedi a fermarsi.

Ormai schiacciata da alunni di tutte le taglie e dimensioni, sentendo sfumare il mio proposito di raggiungere le scale che conducono al piano superiore, mi guardo intorno freneticamente, cercando una via libera. E, prima che possa rendermene conto, vado a sbattere contro qualcuno.

I libri che stringevo al petto si sparpagliano sul pavimento. Tuttavia i miei occhi si soffermano su questi solo per qualche secondo, perché tutta la mia attenzione viene catturata dalla figura che mi dà le spalle e a cui sono andata addosso.

Mentre lo sguardo passa dal suo fisico asciutto ai suoi capelli scuri, nella mia mente vortica solo la speranza che non sia chi penso che sia.

Il ragazzo si volta alla ricerca di chiunque l'abbia urtato, impiegando un tempo che mi sembra troppo lungo. Trattengo il respiro e non muovo un muscolo, le mie gambe sembrano ancorate al suolo, quando l'unica cosa che vorrebbero fare è scappare.

Prima che i suoi occhi incrocino i miei, il ritmo dei miei battiti aumenta e, per soli pochi secondi, ho la terribile paura di chi incrocerà il mio sguardo.

Light and Darkness- NemesisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora