CAPITOLO XVII

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Mi giro e mi rigiro nel letto, sperando di trovare la giusta posizione che mi faccia finalmente addormentare. Osservo il soffitto, lasciando che l'ennesimo sospiro abbandoni le mie labbra, e dò uno sguardo alla sveglia digitale posta sul comodino, sistemandomi su un fianco.

Spiccano in rosso le cifre 02:57.

In genere a quest'ora della notte dormo già beatamente, mentre questa volta non ho ancora chiuso occhio e non faccio che rigirarmi nel letto, provocando solo un fastidioso cigolio. Vorrei tanto dire che la causa del mio mancato sonno è il materasso, che non ricordavo così scomodo, ma in realtà l'unico motivo sono i pensieri.

Troppe domande e dubbi mi ronzano per la testa, sovrapponendosi l'un l'altro senza darmi un attimo di tregua.

Mi sono sempre lamentata della mia vita monotona e priva di avventure e, arrivata qui, non credevo fosse cambiato molto. A distanza di qualche mese, però, sono stata travolta dagli eventi. Ho scoperto di essere una Nemesi, di essere l'obbiettivo di assassini spietati e chissà con quali pani, di poter essere io stessa la causa della morte di altri. Perfino le parole di O'Connor, che contrastano con i miei ricordi, si ripetono di tanto in tanto mescolandosi a tutti gli altri quesiti.

Ad un tratto la mia vita è tutt'altro che monotona. Un tempo ne sarei stata incuriosita, adesso, invece, vorrei solo tornasse quella di prima.

Mi metto a sedere sul letto, osservando la figura di Nicole avvolta dalle coperte fin sopra il capo, che dorme tranquillamente.

Davvero sarei in grado di fare del male agli altri? Ai miei amici?

In fondo ho già fatto del male alle persone che amo, alle uniche che avessero importanza nella mia vita. Eppure... perché non sento nulla? Perché non soffro?

E se Sean fosse vivo? Se anche mamma e papà lo fossero?

I loro visi spaventati, intrappolati nel ghiaccio, riaffiorano nella mia mente come un lampo che strazia il cielo.

No, no. È impossibile. Io li ho visti.

Mi porto le mani alla nuca stringendo le dita intorno ai capelli.

Se solo sapessi cos'è davvero successo quella notte, se solo ne conoscessi i dettagli, avrei delle risposte. Saprei con certezza di essere un'assassina.

Le parole di Nicole sostituiscono i ricordi di quella notte, lasciando che una scia di speranza mi riscuota.

Vi potrebbe essere una stanza in cui è custodito tutto ciò che riguarda le nostre vite e i nostri poteri. Come un database dei mutanti, in cui vi è ogni informazione che ci riguarda.

Se fosse davvero così, la scuola potrebbe avere delle informazioni importanti riguardo quella notte. Se riuscissi a mettere le mani su quei dati, tutto sarebbe più chiaro e smetterei di tormentarmi col dubbio che io li abbia uccisi.

Potrei anche scoprire se sono davvero una Nemesi.

Mi avvicino alla mia compagna di stanza, controllando che stia dormendo. Quando appuro che il suo respiro è pesante e regolare, apro il primo cassetto della scrivania e tiro fuori le chiavi della camera e una torcia. Senza lasciare che il minimo tentennamento mi impedisca di agire, apro la porta cercando di non farla cigolare troppo e tenendo lo sguardo fisso sulla ragazza, che per fortuna non sembra accorgersi di nulla.

Quando mi chiudo la porta alle spalle e rimango sola in corridoio, circondata dall'oscurità della notte, mi guardo intorno cercando di captare qualcosa. Muovo i primi passi a tentoni, riducendo gli occhi a due fessure, a causa della poca familiarità col buio che avvolge l'Accademia.

Light and Darkness- NemesisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora