Stringo la mano attorno alla maniglia della porta e lascio il dormitorio in tutta fretta, chiudendo il battente velocemente e con poca cura. Corro trafelata fra i corridoi vuoti e silenziosi che, ormai ogni mattina, fanno da spettatore ai miei continui ritardi, infrangendo la quiete con il rumore pesante e irregolare dei miei passi. Infilo la mano in tasca, estraendone la cartina della scuola fornitami insieme all'occorrente scolastico poco dopo il mio arrivo in Accademia, e la dispiego, cercando l'aula a cui accennava Nicole stamattina.
Mentre analizzo il pezzo di carta dalle scritte esageratamente piccole per la mia vista, alzando di tanto in tanto lo sguardo per evitare di finire contro un muro o di travolgere qualche sventurato ritardatario che, come me, vaga per la scuola, provo a ricordare le poche informazioni lasciatami dalla mia coinquilina.
Eravamo in uno dei tipici momenti in cui cerca di svegliarmi urlando a squarciagola e scuotendomi con forza. Ricordo che si lamentava delle ormai prossime prove annuali e diceva che sarebbero state l'argomento principale della lezione di stamattina.
Sono certa che, prima di lasciare il dormitorio, mi abbia raccomandato di non dirigermi alla lezione del mio corso, bensì in Aula Magna.
Ma non ho idea di dove si trovi.
Probabilmente al pianterreno, come il resto delle aule scolastiche.
Avvicino la mappa al viso e passo lo sguardo da sinistra a destra e dall'alto al basso alla ricerca di un'aula che non ho mai sentito nominare, ripensando alle sue parole quando mi urlava indicazioni dal bagno.
Credo abbia nominato l'infermeria.
Mi fermo, analizzando ancora il pezzo di carta, e solo quando individuo quella che dovrebbe essere la mia destinazione mi guardo intorno per verificare dove mi trovo. Svolto verso la zona medica e blocco di nuovo i miei passi di fronte alle porte dell'infermeria.
Da qui il corridoio si snoda in due vie distinte.
Dò un altro sguardo alla cartina, assicurandomi di non sbagliare strada, e imbocco il corridoio a destra, opposto a quello che conduce in mensa, rendendomi conto di non aver mai visitato questa parte dell'Accademia.
Continuo a camminare fin quando non giungo davanti ad una grande porta rossiccia a doppio battente.
Ritorno un'ultima volta sulla mappa e sul grande quadrato che dovrebbe rappresentare l'Aula Magna e poi di nuovo sulla porta, accertandomi che sia quella giusta.
Convinta che non possa che essere la stanza che cerco, ripiego il pezzo di carta su sé stesso, seguendone le pieghe precedenti, e lo infilo nella tasca posteriore dei jeans. Busso alla porta e ne apro leggermente l'uscio, sperando di non attirare troppo l'attenzione.
Come da copione, tutti gli studenti e il professor Wallace spostano i loro occhi su di me.
-Signorina Cooper, a quanto pare la puntualità non è proprio il suo forte- mi riprende, incrociando le braccia muscolose al petto.
-Mi sono persa per i corridoi- ammetto, leggermente a disagio di fronte a quella moltitudine di sguardi.
-Non è una giustificazione- mi rimprovera, col solito timbro elevato che caratterizza la sua voce -Ormai dovrebbe conoscere bene la scuola-
Non mi lascia dire altro e, con un gesto sbrigativo della mano e un'occhiata irritata, mi invita a varcare la soglia e ad accomodarmi tra gli studenti.
Cerco con lo sguardo un posto libero e finalmente osservo la stanza, notando quanto sia grande. In fondo, alcuni studenti se ne stanno poggiati al muro con aria annoiata, pobabilmente per quanti posti ci possano essere non sono a sufficienza per tutti.
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Light and Darkness- Nemesis
Fantasía1° volume della LD Saga Bene e Male. Giorno e Notte. Luce e Oscurità. Il mondo è governato da opposti, gli stessi che tormentano l'animo della giovane Crystal Cooper. È una ragazza semplice, con una vita normale e un'altrettanto normale famiglia, ma...