CAPITOLO XXIII (Speciale)

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RJ's POV

Osservo attentamente gli studenti in giardino per accertarmi che, dopo l'aggressione, la situazione stia tornando alla normalità: alcuni riprendono le loro abitudini come leggere un libro o passaggiare in tranquillità, altri con visi preoccupati e voce bassa si scambiano opinioni riguardo gli ultimi eventi. Nel complesso, l'agitazione sembra lentamente scemare, ma posso ancora respirare l'aria intrisa di tensione tra le quattro mura del mio ufficio.

Mi allontano dal finestrone che dà sul cortile e riprendo a fare su e giù per l'ufficio, una mano ad accarezzare il mento con fare pensieroso, come succedeva mentre poco fa Crystal condivideva le sue incredibili ma interessanti teorie.

Ha mosso le sue accuse con freddezza, lasciandomi ancora più confuso riguardo l'identità del nostro nemico, e ha concluso con altrettanta leggerezza, prendendo a giocare con la sedia su cui è seduta.

Poggia la punta del piede sul pavimento e si dà una spinta, incrocia le gambe sul cuscino in pelle e alza il viso verso il soffitto mentre le braccia, anch'esse incrociate, le sostengono il capo. I suoi occhi blu analizzano il bianco della vernice e la stanza che ruota insieme a lei, mentre il rumore delle ruote che sfregano sul pavimento accompagna i miei pensieri.

Ritorno alla finestra, osservando come il cielo che inizia a farsi più cupo costringa anche gli ultimi alunni a rientrare in Accademia.

-Come spieghi il fatto che sia stato aggredito un tuo amico?- le chiedo, curioso di capire se trovi un collegamento tra le due vicende -Pensi abbia a che fare con te?-

-Sai che non credo alla teoria del notturno e ne conosci anche il motivo- replica con disinteresse -Credo sia solo una coincidenza-

Le sue risposte mi giungono sprezzanti, distaccate. Continua a far girare la sedia, assumendo una posizione ancora più scomposta e aumentando i miei sospetti.

Distolgo lo sguardo dalla giovane mutante e riprendo il mio disperato avanti e indietro, passandomi una mano sul viso stanco mentre un'emicrania lancinante inizia a martellarmi nella testa.

Non posso credere che si sia verificata un'aggressione dentro la mia stessa scuola. Non dopo un attacco che ha gettato i miei alunni nel panico più totale.

Come ho potuto non accorgermene? Come ho potuto permettere che accadesse di nuovo?

-Hai finito di giocare?- fermo i miei passi, rimproverando il comportamento infantile della ragazza con un tono più aggressivo di quanto avrebbe dovuto essere.

Per un attimo credo di aver esagerato, ma replica alla mia occhiata con una annoiata e non accenna a porre fine al suo fastidioso passatempo.

Prima che possa interrogarla sul suo comportamento quasi apatico, qualcuno bussa alla porta attirando il mio sguardo e fermando i suoi movimenti.

-Mi ha fatto chiamare, preside Copper?- chiede l'ultimo arrivato, varcando l'uscio.

Si sofferma qualche secondo su di me e in seguito poggia i suoi occhi sulla figura di Crystal, che ricambia lo sguardo con freddezza.

-Sì, Nathan- mi schiarisco la voce, attirando la loro attenzione e prendendo posto dietro la scrivania -Sediti, per favore- indico il posto libero davanti a me.

Avanza con passo incerto e si mantiene a distanza, senza prendere posto -Che succede?- chiede, affondando le mani nelle tasche dei jeans e dandomi l'impressione di fingere una sicurezza che non ha.

-Lo sai benissimo, O'Connor- prende la parola la mutante del ghiaccio, roteando gli occhi.

Le rivolgo un rapido ma severo sguardo di rimprovero, facendola prima sbuffare e poi sospirare pesantemente, e finge di spostare la sua attenzione altrove.

Light and Darkness- NemesisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora