capitolo 28

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Sono indecisa se aprire o meno quel messaggio e leggerlo.
Non voglio rovinarmi i prossimi giorni.
Soprattutto adesso, che sta andando tutto per il verso giusto.
Ma la mia curiosità è più forte di qualsiasi altra cosa.
Quindi decido di leggerlo.
« ciao anastasia.
Siamo sono la tua nonna materna.
Ho cambiato numero e quindi ho deciso di mandarti un messaggio per fartelo sapere. Noi stiamo bene, il nonno dice ogni giorno che gli manchi tanto. Ti aspettiamo sempre a braccia aperte. Ti vogliamo bene, saluta i tuoi genitori e un bacio da venezia.
Ti aspettiamo al più presto.
Ciao tesoro.
I tuoi nonni.»

Leggere questo messaggio mi fa strani effetti, si sono felice che io abbia sentito i miei nonni e sinceramente pensavo che fossero i miei genitori che non sento da mesi o qualche minaccia.
Questo mi fa pensare molto ai miei, e di che fine abbiano fatto.
Poso il cellulare sul tavolo, mentre più lacrime rigano oramai il mio viso.
Cerco di asciugarle in fretta per non fare sapere nulla a cristian.
Vibra di nuovo il cellulare.
Sicuramente è mia nonna che avrà dimenticato a dirmi qualcosa.
Lo sblocco e
-numero sconosciuto
« aiutaci, ana.
Siamo in america. Non rispondere, ti prego.».

Cosa?????
In un primo momento la mia mente va in confusione, ma poi tutto mi è più chiaro.
I miei genitori.
Sento dei passi che provengono dalla scala,  è cristian che mi sta raggiungendo.
Sto tremando.
-che succede ana? Per l'amor di dio.- dice preoccupato.
Io non dico niente.
Ho solo una cosa in mente.
Devo andare dalla nonna, il più presto possibile.
-niente, sarà un calo di  zuccheri.
Ti dispiace se esco e vado a prendere un po' di aria? Vado sola.- dico con una voce più tranquilla per non farlo preoccupare ancora di più.
Vado sopra, e mi cambio le scarpe, per metterne un paio più comode e metto un giubbotto con una sciarpa di lana, dato che fuori fa abbastanza freddo.
Ho bisogno di lei.
Solo lei può aiutarmi.
Ripeto più volte nella mia mente.
Scendo giu e do un bacio in guancia a cristian.
Esco di casa velocemente e durante il tragitto non penso ad altro se non ai miei genitori.
Mi mancano.
Devo fare il possibile.
Sono a New York e io sto andando proprio lì, quindi avrò questa opportunità che di certo non mi farò scappare.
Sono nel bosco, inizio a percorrere la strada che mi porta a casa della nonna.

Ecco, mi trovo davanti a casa sua.
Mi fermo un attimo, il tempo di tranquillizzarmi un po', non voglio metterla subito in ansia quando entro.
Dopo essermi un po calmata, busso alla porta.

Eccola li, che mi apre la porta e appena mi vede mi abbraccia subito.
-figliola, non ti aspettavo qui a quest'ora, che succede? Ti vedo piuttosto strana in viso.
Vieni qui, entra.- dice con un tono molto affettuoso.

Entro e dico
- nonna, dovrei parlarti di una cosa, a cui forse, solo tu Puoi aiutarmi.-
-dimmi pure, ti ascolto figliola-
- i miei genitori vari mesi fa, sono andati via per circa un mese, per questioni lavorative.
Passato questo mese, non sono rientrati, ho cercato di chiamarli varie volte, ma niente.
Nessuno rispondeva.
Ho solo ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto per il mio compleanno, dopodiché niente.
Un ora fa, ho ricevuto un altro loro messaggio in cui dicevano di essere bloccati a New York e di aver bisogno.
Se non sbaglio tua figlia, lavora in un Agenzia investigativa, potrei parlargli? E farmi aiutare da lei?
Cristian mi ha offerto un viaggio per natale proprio a New York e non mi farò scappare questa occasione.-

-Cristo Santo, non riesco ancora a crederci, perché non me ne hai parlato prima!?!?-
-volevo aspettare...

Le lacrime ormai hanno invaso tutto il mio viso.
Lei si alza dalla sedia, va verso una specie di Mobile e tura fuori da un cassetto il numero privato di sua figlia.
Prende il suo cellulare e gli chiama.
Parlano del più e del meno e poi la nonna gli ha spiegato in modo superficiale la mia storia, e anche di come ci siamo conosciute.
Riattacca e
-allora? Dico.
-tutto risolto, ti scrivo il suo indirizzo e appena sarai arrivata chiama a questo numero che ti scrivo accanto. Fatti guidare da lei, e tutto si risolverà.
Quando parti?
-domani mattina presto.
-bene, allora adesso ti do uno scatolo piccolo che dovrai consegnare a mia figlia, all'interno ci sono dei dolci che a lei piacciono molto.-

Si avvicina a me, mi porge il foglio in cui c'era scritto il numero e l'indirizzo di sua figlia e poi mi abbraccia.
Come farei senza questa donna?

Ci salutiamo dopo aver preso un tè caldo e mi dirigo verso casa.
Sono felice.
Almeno, cerco di guardare il lato positivo.
Li ritroverò.
Sono sicura.

30 minuti dopo.

Arrivo a casa e le luci sono tutte spente.
Sono le 22.16 e sicuramente cristian si starà facendo una doccia.
Prendo le chiavi e apro il portone di casa sua.
Entro e accendo le luci.
È seduto lì, sul divano che dorme come un angioletto.
Mi avvicino piano per lasciargli un lieve bacio in fronte.
Apre gli occhi e ci guardiamo.
I nostri occhi sono un perfetto incastro.
Chi l'avrebbe mai detto.
Noi due a New York.
-andiamo a letto?
Domani dobbiamo svegliarci presto- dico
Mi guarda, non risponde subito, dopo qualche minuti poggia la sua mano calda sulla mia guancia.
Mi vengono i brividi ogni volta che lui sfiora la mia pelle.
Ovviamente in senso positivo.
Mi prende a mo di sposa e dopo che lui ha salito le scale ed è entrato in camera mi butta sul suo soffice letto.
Ci mettiamo a ridere.
Dopo 5 minuti circa mettiamo entrambi il pigiama e andiamo a dormire.
Prima di addormentarmi però, guardo le valigie, che stanno lì e non riesco ancora a crederci, che dopo tutto, io e lui siamo qui.
A dormire insieme e andare insieme a New York.
Non è una cosa che accade tutti.
Mi addormento fra le sue braccia.

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