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Mercoledì, giorno di dare l'acqua alle rose e Hoseok non c'era, il biondo non sapeva perché, ma non poteva biasimarsi del fatto che lo aveva fatto uscire due giorni di fila, aveva paura che stesse male ma non poteva contattarlo, non sapendo neanche la sua casa.

Rimase in piedi a guardare le rose appena sbocciate, tutte una perfettamente in fila all'altra, ognuna aveva una data, un tempo e un motivo di essere lì.

Ogni fiore, ogni bella giornata passata.
Lo sapeva perché in una delle loro lunghissime chiacchierate Hoseok glielo disse, dicendo anche qualche aneddoto curioso.

La prima rosa in fondo a sinistra era la nascita di Hoseok, piantata da sua nonna lo stesso istante tornata a casa dall'ospedale dove la figlia fece nascere l'unico nipote.

La terza o forse la quarta era per la prima sbucciatura di Hoseok, ha ancora una piccola cicatrice sul ginocchio destro, per la ferita profonda procurata.

Era un fiore Hoseok, un piccolo bocciolo delicato, che anche per una piccola soffiata di vento poteva perdere tutti i suoi petali, facendo crescere altre spine, per paura di essere di nuovo aggredito dal vento.

Sua nonna amava Hoseok e questo la portava a piantare una rosa per ogni prima volta di Hoseok.
Prima volta in bici
Prima volta al mare
Primo giorno di scuola
Primo regalo di Natale
Primo bacio.

Primo bacio, Yoongi era così geloso di quel primo bacio, di quella rosa rosso fuoco, la più bella delle altre, che gli ricordava che qualcuno, al di fuori di lui, avesse avuto il consenso di toccarlo, anche solo sfiorarlo, cosa, che lui non ha ancora potuto fare.

Cosa, che vorrebbe fare sempre, ogni istante della sua vita.

Ma era solo gelosia, una cosa infantile, il primo bacio. Anche Hoseok ne parlava in modo leggero senza farlo pesare al ragazzo, cercando di convincerlo che non era importante.
Si sentiva un bruciore al petto, una fiamma rossa come i petali di quella rosa.

Poi poso lo sguardo sull'ultima rosa, la più giovane, per la morte di sua nonna.

Non ha più piantanto niente dopo quello.

Eppure una cunetta vicino ad essa era più alta del solito, la terra era bene fertilizzata e questa fece strano al biondo.

Non aveva più piantato niente dopo la morte di sua nonna.

Eppure eccola lì, l'impronta della mano di Hoseok che aveva schiacciato il terreno umidiccio.

Ci mise una mano, non esitò per niente a farlo, aveva "toccato" Hoseok e non se lo sarebbe fatto scappare.

Innaffio le rose con cura, e fece piccoli sorrisi per ogni ricordo bello del rosso.

Rimase seduto nel suo solito posto, a parlare con un finto Hoseok che ascoltava.

In realtà era un continuo ripetersi di frasi di canzoni che gli ricordavano lui.
Tutte scritte nelle sue, non solo una, canzone su quel ragazzo mai visto.

Eppure così interessante, quella voce così leggera, così diversa dalle forte grida della gente.
Quelle in treno, a scuola, a casa.
E quella voce lo calmava.
Creava un universo parallelo dove lui si sentiva bene.

Sperava di esserlo anche per Hoseok, ma lui aveva le sue rose, ed era sicuro di non poterle sostituire.
Ma sapeva che un suo petalo, o una sua spina, era stata creata per lui, sul corpo del rosso, sul fiebile e leggero corpo del rosso.

Andò a casa dopo il tramonto, guardando Hoseok, o quello che immaginava, dal rosso dei capelli al lucente sorriso che sapeva possedeva per il suo modo di ridere che lui immaginava come il rosa, intrecciato in quel tramonto, di nome Hoseok.












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Note:

Sono molto gelosa del mio Yoongi geloso del suo Hoseok.
Scrivo commento senza senso seeee.

Piccolo e innocuo cuore geloso, che si riempie di odio per un bacio, calmati con la risata del ragazzo, perso nel tramonto del suo volto.

-Fiore

𝐀𝐆𝐎𝐑𝐀𝐅𝐎𝐁𝐈𝐀 || 𝐒𝐎𝐏𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora