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Hoseok col sorriso incastonato nelle sue labbra rosse, non riusciva a pensare altro che a Yoongi, che in mezzo al buio della notte gli aveva gridato ti amo, giusto per ricordarglielo, perché se lui era la sua luna, quella mattina Hoseok sarebbe sorto per Yoongi.
Sognava spesso ad occhi aperti, di svegliarlo il mattino preparandogli la colazione, tirando fuori i biscotti e lo yogurt alla banana e tranquillo, nel silenzio della mattina mangiare in silenzio cercando di svegliarsi, per essere pronti ad una giornata nuova e diversa dalle altre.
Sognava anche di riuscire finalmente a dormire ad orari normali, tra le sue braccia forse avrebbe perso tutta quella voglia di stare in piedi e di calmarsi, tra il calore delle braccia del maggiore e tra le coperte abbinate alle varie stagioni.
Sperava di poter fargli vedere quanto era bravo in cucina e nel giardinaggio, sperava di fargli vedere tutte le poesie che sottolineava per fargli capire quante volte al giorno e alla notte lo pensava.
Non era bravo a scrivere ma leggendo, si ritrovava spesso a cadere nella sua vita, creando quello che sarebbe diventato il suo futuro, o almeno di sperava.
Gli erano venuti dei brividi lungo la schiena mente e in mutande, si stava mettendo il suo pigiama di cotone grigio abbia dici dei calzini bianchi perché aveva sempre freddo ai piedi.
Aveva aperto la finestra e l'aria ormai calda non gli dava più fastidio come in inverso, che era pungente e fredda tanto da dover tenerla chiusa, ma era abitudine per lui respirare tutte le stagioni mentre leggeva.
Il suo libro rovinato e pieno di segni gli chiedeva pietà mentre lui cercava il punto in cui aveva finito la sua lettura la sera prima.
Seduto sulla sua sedia e con i capelli spettinati i brividi tornarono al collo, appoggiando le sue dita morbide al suo collo sensibile, più ci passava sopra più sentiva tutti i baci morbidi e a volte pesanti delle labbra di Yoongi, che cercava di assaggiarlo il più possibile,
Controllandosi non aveva nessuno segno sul collo, tranne i vari brividi che lo percorrevano e le labbra gonfie, perché anche lui non riusciva a staccarsi dall'altro.
Sognava e sperava che i suoi attacchi d'ansia smettessero prima o poi, erano diminuiti quello sì ma non spariti, la macchia di caffè sul suo divano bianco glielo ricordava sempre e anche tutte le tazze rotte, cadute accidentalmente atterra.
Anche una piccola cicatrice sulla fronte glielo ricordava, quando una di quelle tazze era caduta per l'attacco tanto forte svenne e cadendo aveva sbattuto la fronte proprio su un ciocco dell'oggetto frantumato, svegliatosi in una piccola pozza di sangue dovette tirare via il pezzo e farsi dei piccoli punti, anche se non era un dottore era riuscito a farla andare via quasi del tutto e grazie ai suoi capelli abbastanza lunghi si copriva perfettamente.
Ormai, stando in casa aveva imparato a fare tutto, non potendo uscire era un bravo falegname come un bravo barbiere.
Voleva far vedere tutte quelle cose a Yoongi, voleva fargli vedere che nelle sue paure e fragilità era riuscito a crearsi un mondo tutto suo pieno di lavori e hobby che Hoseok con cura manteneva ogni giorno.
Li aveva accantonati un po' per Yoongi e un po' per il coraggio di uscire, si era creato una nuova casa e delle nuove pareti tra il muretto le rose e Yoongi, che lo tenevano protetto.
Ancora lui non capiva come mai doveva sopportare tutto quello, senza sua nonna o i suoi genitori aveva smesso di sperarci, di credere in qualcosa che lo potesse cambiare.
Come nelle storie dove il personaggio -tipo- non cambia mai fino alla fine del racconto, anche Hoseok credeva di essere così, ma piano, con i mesi, e con i tanti capitoli della sua vita, era riuscito ad uscire da quella triste denominazione per diventare un Hoseok migliore.
Quelle notti pregava sua nonna e a volte ci parlava, le raccontava tutto e quello lo aiutò molto a distaccarsi dal dolore e creare nuove storie e belle serate con sua nonna, che nella foto sul comodino era perennemente sorridente con in braccio un piccolo bimbo di nome Hoseok.
Era così giovane e bella e Il viola poteva vantarsi di aver preso da lei, quel sorriso che nel suo viso era ricomparso dopo tanto tempo e i capelli sempre luminosi, insieme agli zigomi alti che sua mamma le invidiava tanto.
Era così piccolo Hoseok tra quelle braccia e ora anche se grande, si sentiva piccolo tra quelle di Yoongi.
Una scusa per andare avanti ed innamorarsi ancora di una persona che era diventato il suo luogo preferito la sua casa.
Forse, forse prorpio perché aveva perso troppe volte la sua casa di chiuse in quelle mura bianche e vuote che ora gli davano quasi la nausea e un senso di oppressione, forse era quello che creava i suoi attacchi d'ansia.
Ma ora non ci pensava più tanto, aveva trovato la sua vera casa: Yoongi.
Mentre la luna brillava ripeteva quei versi a voce alta, quasi per cantare alla notte, a Yoongi, per sottolineare poi tutto o niente, per tenerlo impresso nella sua testa, ripetendola più volte.
Era diventato un libro lui stesso, tra poesie e i capitoli della sua vita, sapeva leggere solo grazie alla luce della luna, grazie all'amore di Yoongi.







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Note:
Ciaoooo
Penso sia il personaggio perfetto per una fiaba.

Votate e commentate che ho scritto un capitolo "lungo" 885 parole wow, strano.

"La Luna
Come Yoongi
Evidenziavano
In Hoseok
Il lato migliore
Di lui
Tra le parole
Delle poesie
E i capitoli
Della sua vita"

-Fiore

𝐀𝐆𝐎𝐑𝐀𝐅𝐎𝐁𝐈𝐀 || 𝐒𝐎𝐏𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora