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Si alzò in piedi Yoongi e andò a casa sua, non giardando indietro, perché non voleva aspettare lo sguardo del ragazzo che doveva dimenticare, che aveva impresso nella mente, bruciare come il contorno delle sue labbra che avevano assaggiato anche per poco quelle morbide e candide di un ragazzo, che dovrà scordare, perché glielo aveva detto, che non sarebbe più tornato.
Hoseok invece, si girò aspettando quello sguardo, quello che voleva vedere, come promessa, che sarebbe rimasto, rimasto come aveva promesso, perché ci sperava davvero che Yoongi avesse capito che era sempre stato lui, sotto al nome di una rosa.
Yoongi si girò, aveva mentito a se stesso e non poteva farci prorpio niente, lo sapeva che si sarebbe girato e in quel momento voleva correre addosso a quel ragazzo solo perché pensava di aver ritrovato il bimbo con le margherite che aveva perso tanto tempo fa, ma quello sguardo aveva promesso un continuo dei loro incontri sotto la pioggia.
Hoseok spuntava col sole e Jangmi con la pioggia, forse perché quando il sole scaldava Hoseok si sentiva freddo e Jangmi si sentiva bruciare ogni volta che la pioggia fredda colpiva il suo corpo.
Hoseok aveva paura di uscire di casa e Jangmi viveva fuori.
Ma non era una seconda personalità, come un pazzo, era il sogno che Yoongi stava vivendo ogni giorno, di vedere un ragazzo che potesse essere perfettamente Hoseok uscire e vivere la sua vita con lui.
Sbattè gli occhi ma era solo un sogno, mentre vedeva le gocce scendere dalla sua finestra, quel tardo pomeriggio dalla sua camera.
Era bagnato di lacrime dai capelli ai piedi e l'unica cosa che vedeva erano i capelli viola bagnati e un ombrello lasciato al suo destino.
Ci sperava, che Hoseok alla fine fosse quel ragazzo, che con il sole scompariva, perché Hoseok prendeva ogni piccolo spazio nel suo cuore quando il sole illuminava il suo volto e il vento gli spostava i capelli.
Lui c'era, il rosso, quando Yoongi piangeva, ad accarezzargli il viso, con il vento il sole o la pioggia, quello che spostava le tende quello che scaldava il terreno e quello che bagnava i fiori, togliendo una scusa per uscire al Hoseok, che alla fine si era quasi dimenticato delle rose per vedere il maggiore, quel menta forte e allo stesso tempo delicato.
Hoseok si stava asciugando e tranquillamente mangiava il suo yogurt alla banana, aveva letto un libro sulla agorafobia, la paura della piazza, per capire come mai lui doveva prorpio essere il mal capitato della situazione.
E poi pensava a sua nonna, che era la ragione per chiuderlo in casa e si pentiva quasi di aver perso del tempo, che sua nonna non si sarebbe mai perdonata se solo avesse potuto prevedere il futuro.
Ogni volta che usciva per vedere lo Yoongi innamorato e fumatore quando tornava a casa sentiva il suo cuore esplodere dalla paura, attacchi di panico continui perché si immaginava tutto troppo velocemente, la sua morte come quella di Yoongi, stanti su uno stupido muretto con la pioggia.
Hoseok stava davvero male ad uscire e tremava dal dolore di doverlo fare per avere una scusa per parlare con quel ragazzo.
Quel nuovo inizio a cui pensava continuamente.
E leggeva libri pur di dimenticarsi di essere andato fuori, leggeva libri chiusi nella sua stanza, quelle quattro mura che non gli facevano aspettare niente dalla vita e dove le catastrofi, come il vento e la grandine, erano nascoste dietro a muri di mattoni intonacati.
Hoseok amava uscire e non tornare a casa, non ci voleva mai stare, perché aveva di meglio, quel ragazzo che se ne era tornato in Italia, via da lui, e a seguire la morte di sua nonna, lasciandolo completamente solo, in una casa che ora era diventata la sua paura più grande, quel posto che conosceva bene, da camminarci al buio era l'unica cosa che non voleva abbandonare come le altre persone avevano fatto in passato.
Ma ora c'è Yoongi, che glielo ha promesso, di aspettare, e di rimanere per sempre.

















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Note:
Le pare che lavoro ragazziii
Comunque boh non so più cosa dirvi se non di votare e commentare.
Che io ora vado sempre a letto più presto del solito e vi metto i capitoli prima.

"Se ne sono andati
Tutti come la pioggia
Tranne quelle mura
Che hanno chiuso te
Dentro a te stesso
E fuori dal mondo
Apriti, sboccia
mio piccolo fiore
Che il mondo
ti aspetta
Che il mondo
Ci aspetta"

-Fiore

𝐀𝐆𝐎𝐑𝐀𝐅𝐎𝐁𝐈𝐀 || 𝐒𝐎𝐏𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora