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Il giorno dopo quella pioggia invisibile ormai agli occhi di Yoongi, il sole baciava le sue tende che si muovevano a ritmo delle foglie dell'albero in giardino.
Aveva i capelli bagnati dalla doccia e si stava vestendo pronto per vedere Hoseok.
Sapeva il suo volto eppure quando arrivava dal muretto sapeva che se lo sarebbe dimenticato, pensando a come la sua voce gli avrebbe baciato le orecchie coccolandolo tutto il pomeriggio che con il venire dell'estate sarebbe stato lungo e col ciel sereno fino alle otto.
Metteva i suoi jeans strappati chiari e una camicia stile hawaiano con una fantasia gialla e nera, che abbinata ai suoi capelli venivano contornate dalle scarpe del medesimo colore.
I suoi anelli luccicavano più del solito perché avevano fatto la doccia con lui quel giorno, preso dalla fretta e dalla poca voglia di toglierli, semplicemente rimasero incastrati alle sue dita senza nessuno svolgimento particolare.
Pensava a come avrebbe fatto, a fare il finto sorpreso, vedendo Hoseok non per la prima volta.
Non credeva possibile ancora averlo avuto davanti a se senza accorgersene e non sarebbe più stato un fulmine a ciel sereno quel futuro giorno.
Sperava fosse il più vicino possibile, perché non resisteva più a non dirgli di averlo scoperto, non poteva dirlo ma neanche mentire.
Sapeva che Hoseok si nascondeva dietro a Jangmi per colpa sua, quel giorno di pioggia, eppure era così felice di averlo fatto aveva conosciuto una parte di Hoseok a lui sconosciuta, una parte che avrebbe amato come la sua voce e le sue labbra morbide sul collo, le sue mani intrecciate con le sue e il suo profumo, il suo respiro e la sua vita stretta.
Neanche riusciva ad arrabbiarsi, come faceva a credere che fosse per farlo scappare, anche lui avrebbe trovato solo più scuse per vederlo.
Era lo stesso sole in due atmosfere diverse.
E a lui piaceva.
I passi ormai veloci avevano fatto pesare il suo atterraggio dopo aver saltato la siepe, Hoseok si rigirava le dita e le pellicine, anche le sue belle mani erano nervose per quello che avrebbe potuto fare Yoongi quel giorno, smascherarlo e andarsene ma credeva, con tutta la sua anima, che avrebbe fatto finta di niente che avrebbe aspettato, ormai la rosa era quasi sbocciata e bastava durare anche solo due o tre giorni, non di più.
Già la sua ansia lo torturava e la notte dormiva poco e leggeva troppo, anche le sue coperte iniziavano a fargli caldo e a farlo sudare e il suo yogurt diventava amaro in gola, fino a fargliela bruciare.
Era in ansia non poteva tornare indietro ne vedere il futuro e ora, voleva solo un abbraccio.
"Yoongi, siediti vorrei toccarti i capelli, se ti va"
"Ho i capelli bagnati, non li ho asciugati avrei fatto tardi"
"Non importa, sarà una nuova scoperta"
Sorrise a quelle parole e ad occhi chiusi ed un sorriso sul volto si faceva appoggiare sulla sedia a gambe aperte, aspettando il ragazzo che quasi di corsa si mise a cavalcioni su di lui.
Gli accarezzava i capelli e glieli pettinava intrecciandoci le dita.
Yoongi non poteva farci niente e senza controllare le sue braccia le sue mani correvano sotto la maglietta di cotone leggera che quel giorno aveva indosso, gli stringeva la vita fino a quando sentì la testa di Hoseok sulla sua spalla e le braccia intrecciate attorno al suo collo, stringeva il più che poteva e sentiva il suo battito irregolare per poi sentire il suo respiro profondo vicino al suo orecchio.
"Mi serviva prorpio sai Yoongi?"
"Anche a me serviva"
Strinse la sua vita avvicinandolo ancora di più al suo petto, mentre anche il suo cuore sorrideva, il suo corpo non sapeva più che fare.
Yoongi, voleva farsi tagliare con quei piccoli baci ma non poteva di certo chiederglieli, non poteva costringerlo a farlo, come niente in vita sua avrebbe voluto fare.
Avvicinava le sue labbra tiepide al collo caldo di Hoseok, baciandolo piano, delicatamente come se stesse toccando un petalo di rosa, mentre Hoseok sospirava e stringeva il collo della sua camicia, lo sentiva tremare sopra di lui, mentre le mani lo accarezzavano piano.
"Scommetto che sei bellissimo Hoseok, anche quando tremi"
Disse mentre faceva scendere le sue labbra fino alla clavicola.
"Ma non voglio rovinarti con i miei baci, non valgono niente rispetto a quelli che potresti darmi tu, ti prego Hoseok, tagliami"
"Come potrei farlo se tu sei le spine e io i petali di una rosa"
"A volte le cose cambiano, e io senza di te mi sentirei un petalo pronto a cadere e a seccarsi"
Disse mentre Hoseok teneva stretto i capelli umidi e gonfi di Yoongi, prorpio sulla nunca mentre decise di essere quello che il moro gli chiedeva, un motivo per brillare di rosso fuoco in un gambo fatto di spine.
Hoseok sarebbe stato una spina, senza di lui, sarebbe nascosta in una casa e appuntita senza nessun motivo per rendersi morbida per qualcun altro.
Hoseok baciava quel collo come se fosse l'ossigeno che gli riempiva i polmoni e come il cibo che lo avrebbe dovuto saziare.
Erano dipendenti l'uno dell altro come la nicotina e il tabacco, il regrogusto ormai indelebile sulla pelle di Yoongi anche se lavata.
Era un segno distintivo che non riusciva a tirarsi via neanche con l'amore.
Ma non gli importava, Hoseok aveva gli occhi chiusi, aveva baciato la mascella ed era così vicino alle labbra dell altro che sentiva il suo respiro spingere contro quello seduto sotto di lui.
Era ad un passo da tutto, quasi come se il destino avesse deciso per loro la sorte di quella decisione di un abbraccio e di quei baci.
Yoongi aveva iniziato a stringere di più la presa e Hoseok si sentiva legato in una situazione non programmata da lui.
Vedeva gli occhi di Yoongi cercare il via per aprirsi e lui era solo più spaventato.
"Che succede Hoseok?"
"I-io n-non posso"
Fece staccare le mani del moro e scappò, correva lontano e con un attacco d'ansia vicino al suo venire.
Yoongi era rimasto seduto, a caricare tutte quelle informazioni, decise che rimanere seduto ad occhi chiusi era l'unica soluzione al suo cuore rotto e piangente.
Mentre il vento lo accarezzava piano.




















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Note:
Gesù: quanta ansia vuoi in Hoseok?
Io: si

Votate e commentate non ci credo, non ci voglio credere.

"I volti vicini
I respiri a combattere
Per quel poco ossigeno
I cuori che battevano forti
Le mani ancora più avvinghiate
E la paura
Descrivevano quello che passano ogni volta
Che il destino cerca di unirli"

-Fiore

𝐀𝐆𝐎𝐑𝐀𝐅𝐎𝐁𝐈𝐀 || 𝐒𝐎𝐏𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora