Capitolo 12

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Non so quante ore o giorni siano trascorsi da quando mi trovo qui, ma quando mi sveglio mi ritrovo in un seminterrato abbandonato. Accanto a me c'è solo il mio borsone, e non ho la minima idea di dove mi trovi.

Provo a chiamare Calum, ma non c'è segnale. Vorrei tanto capire dove sono, ma la porta è chiusa a chiave e sono troppo debole per sfondarla.

Mi rannicchio, appoggiando le cosce al mio petto, pensando a quanto tempo ci vorrà prima che qualcuno riesca a trovarmi.

Per distrarmi, apro il borsone, e la prima cosa che cattura la mia attenzione è la lettera che Calum mi ha scritto e che ho riottenuto da Luke. Decido di leggerla, dal momento che non so per quanto tempo rimarrò ancora in questo posto.

Non meriterei nemmeno di giustificarmi su un pezzo di carta, eppure sembra l'unica soluzione per dirti la verità senza ferirti.

Mentre ti osservo dormire, riesco soltanto a pensare a quella notte in cui, dopo aver fatto l'amore per la prima volta, ti sei addormentata al mio fianco, e io non ho potuto fare altro che ammirare il modo in cui inarcavi gli angoli della bocca, oppure il modo in cui arricciavi il naso.

Tutta questa favola che avevamo costruito insieme è finita per colpa mia, e purtroppo non so nemmeno se sono in grado di raccontartelo di persona senza scoppiare in un mare di lacrime, il che è strano per me, dato che non ho mai pianto per nessuno.

Sono un idiota, Brenda. Ecco cosa sono. Da quando mi hai confessato di essere innamorata di me, ho cominciato a vedere la mia vita sotto un'altra luce, e non riesco ancora a credere che tu sia mia. Vederti ogni giorno al mio fianco mi fa capire quanto io sia fortunato. Ecco perché ho accettato quel patto. Il patto che ha messo un freno alla nostra relazione.

Madison, la mia ex ragazza, mi ha ricattato. Ci ha visti, in palestra, e mi ha imposto di lasciarti, altrimenti avrebbe confessato tutto a tuo padre. Lo so che fa parte della famiglia, ormai, ma odio il modo in cui ti tratta, e mi sento un idiota, perché volevo solo proteggerti, ma alla fine ti ho ferita più di quanto tuo padre abbia mai potuto fare.

Non sono più in grado di pensarti libera e lontana da me. Ho sbagliato, ma ti amo. Spero che tu abbia sufficiente forza di volontà per perdonarmi, e in caso contrario capirò.

Ti amo più di qualsiasi altra cosa, Cal.

Mi asciugo l'ennesima lacrima, pensando a quanto possa aver sofferto durante la nostra separazione. Non avrei mai immaginato che Madison potesse arrivare a tanto, ma ora non temo più nulla. Non permetterò a qualcuno di separarci di nuovo.

Improvvisamente, qualcosa attira la mia attenzione. Sento il rumore di una macchina che frena, per poi fermarsi. Successivamente, sento dei passi, così ripongo la lettera nella borsa e mi precipito alla porta, sperando che qualcuno mi senta.

"Qualcuno mi aiuti, per favore." Urlo, e quando sento delle chiavi girare nella serratura per poi sbloccarla, vedo Calum di fronte a me.

Avvolgo le braccia intorno al suo collo, e lui mi solleva, stringendomi forte e accarezzandomi la schiena con movimenti lenti ma efficaci. Comincio a piangere contro la sua spalla. Sono così felice che lui sia qui. Ancora una volta, mi ha salvata.

"Sono qui, Brenda." Dice semplicemente, ma io non riesco a smettere di piangere. Questa volta sono lacrime di gioia. "Sono qui, amore, sono qui. Non aver paura. Sei al sicuro." Mi guarda negli occhi, raccogliendo le lacrime con i pollici.

Gli sorrido amorevolmente, unendo le nostre labbra e stringendolo forte a me. Le sue mani mi afferrano il retro delle cosce, avvolgendo le mie gambe attorno alla sua vita. La sua mancanza è ciò per cui ho sofferto di più durante tutto questo tempo, e sono così felice di riaverlo qui con me. Di essere ancora con lui, fra le sue braccia. Le uniche fra le quali mi lascerei andare completamente.

Brother or Boy-Friend? [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora