Il ticchettio dell'orologio era l'unica cosa udibile in tutta la casa.
Il silenzio soffocava ogni cosa.
Ogni secondo si faceva sempre più pesante.
Lui era lì: sopra uno sgabello, lo sguardo vuoto, I vestiti spiegazzati ed un sottile filo affilato attorno al collo.
La stanchezza ed il dolore erano ben visibili sul suo volto, così come le pesanti occhiaie sotto ai suoi occhi. Il viso pallido, il corpo magro, davano l'aria di aver davanti un cadavere in decomposizione. I capelli rossi che ricadevano sul suo viso; quei capelli rossi come il sangue uniti agli spenti occhi ambrati, che ora guardavano il solo vuoto.
Un sospiro uscì dalle sue fredde labbra, per poi saltare giù dallo sgabello e cadere nel vuoto, cercando le braccia accoglienti della morte.
Il filo appeso al soffitto si spezzò, forse perché troppo sottile per reggere il suo peso.
Lui cadde a terra, causando un po' di baccano.
Il corpo rivolto verso l'alto e lui che guardava con sguardo morto il resto di filo lì appeso, che a contatto coi raggi del sole che tramontava, appariva come d'argento, luccicando agli occhi del suo spettatore.
Con quegli occhi spenti, il ragazzo, continuando a fissare il soffitto, dichiarò con voce spenta <<esperimento di suicidio n°46, fallito>>.
Si alzò dal pavimento, per poi dirigersi verso la propria scrivania e prendendo un foglio con su tutto il suo piano di morte, vi scrisse sopra con un pennarello rosso "FALLITO" e lo appese al muro, insieme ad altri milioni di fogli con lo stesso timbro in rosso.
Il ragazzo spostò lo sgabello dal mezzo della stanza e levò il filo pendente dal soffitto, tutto senza dire una parola.
Appena ebbe finito le sue azioni, uscì da camera sua, avviandosi verso il bagno : il resto dell'enorme casa era vuota ed il silenzio regnava sovrano a causa della mancanza dei suoi "genitori" che erano via per lavoro.
Una volta in bagno, il ragazzo si specchiò attraverso il vetro riflettente: un corpo senza anima, questo vedeva lui nel suo riflesso. Aprì il mobile del bagno, per poi frugare tra le miliardi di medicine e prendere infine i suoi antidepressivi; mise due pasticche in bocca, per poi ingoiare ed avviarsi di nuovo in camera sua.
Era tardi, ma lui non aveva fame né voglia di cucinarsi qualcosa per soddisfare il suo stomaco. Senza troppo ritengno, si buttò sul letto per poi avvolgersi tra le calde coperte, che però al contatto sulla sua pelle risultavano gelide.
Il ragazzo si mise a guardare il soffitto, sapendo che anche quella notte non sarebbe riuscito a prendere sonno facilmente.
Sospirò, per poi dire le sue solite parole di fine giornata <<sono Karma Akabane, ho 16 anni e desidero morire>> concluse, per poi chiudere gli occhi.
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~||Why Worry?|| ~ [°Karmagisa°]
Fanfiction°\ATTENZIONE: Au su Assassination Classroom. ¬Boy x Boy. ¬Presenza di temi suscettibili. ¬Cambiamento del carattere dei personaggi. ¬Buona lettura ~/° ~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~ > > > Karma Akabane è un ragazzo che soffre di depressi...