I Love You

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Pensate che l'unico ad aver versato lacrime in quei giorni, fosse stato solo Karma? mi pare ovvio di no, anche Nagisa era disperato: piangeva come non aveva mai pianto in vita sua, veniva divorato dai sensi di colpa e sperava che nulla fosse accaduto.
Magari fosse stato solo un incubo.
Il celeste non voleva che finisse in quel modo, non voleva allontanare il rosso da lui.
Ma che aveva fatto? Karma era l'unica persona che amava con tutto se stesso, che gli dava felicità, che lo faceva sentire bene! E Shiota che aveva fatto per ripagare tutto questo? Gli aveva urlato in faccia, ecco cosa.
Continuava a darsi dello stupido mentalmente, Nagisa, per poi continuare ad allagare il letto con le sue lacrime amare.
Così non andava.
Aveva fatto una cavolata e soprattutto aveva ferito colui che amava.
Non è così che si fa quando ami una persona.
Doveva chiedergli scusa.
Il minore si alzò dal suo letto, tirando su col naso e cercando di asciugarsi le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi blu.
Non esitò un attimo.
Corse a prendere le sue scarpe, per poi infilarsele, mettersi una semplice felpa, prendere le chiavi di casa di Karma ed uscire dalla sua abitazione.
Il ragazzo corse a casa del maggiore, cercando di trattenere le lacrime che tentavano di uscire dai suoi occhi; il respiro affannoso ed il cuore a pezzi, sperando in tutti il modo che Akabane sarebbe riuscito a perdonarlo.
Arrivò a casa del rosso, prendendo le chiavi e, senza esitare, aprire la porta del grande appartamento
<<Karma!! >> esclamò Nagisa, richiamando il compagno.
Silenzio.
Shiota rimase un attimo immobile, per poi avviarsi cautamente verso la camera del maggiore: vi entrò, ma non c'era nessuno. Allora andò a controllare nel resto dell'appartamento : il bagno, la camera da letto dei genitori, la cucina, lo sgabuzzino... Niente, niente di niente.
Il ragazzo cominciò ad andare in panico, per poi tornare nella camera dell'amico ; si sedette sul letto, prendendosi la testa con le mani: dov'era Karma? Dove era andato a finire? Forse era uscito? O magari era andato da qualche suo parente?
Nel mentre che queste domande gli affollavano la testa, Nagisa voltò lo sguardo verso la scrivania presente in quella camera.
Notò qualcosa.
Da un cassetto semi aperto, vi pendevano dei fogli con qualcosa scritto sopra.
Shiota vi si avvicinò, per poi prendere i fogli ed osservarli attentamente.
Sgranò gli occhi.
Quei pezzi di carta erano pieni di appunti su un metodo per suicidarsi grazie a delle medicine mischiate assieme.
<<oh no... No... Non di nuovo! >> esclamò spaventato il ragazzo, mollando quei fogli e pensando dove il maggiore potesse essere finito; dopo un po' di tempo passato a pensare, al celeste venne in mente un posto:
La collina.
Nagisa afferrò le chiavi della casa, per poi correre fuori dall'appartamento ed avviarsi il più velocemente verso la stazione più vicina, per raggiungere quel luogo fuori città.
Correva Nagisa, correva come non aveva mai corso in vita sua, con il cuore a mille e la paura nell'anima.

Karma era già su un treno diretto fuori città: il suo sguardo era vuoto, morto, accompagnato dalle solite pesanti occhiaie;
Non aveva più bisogno di piangere, di lacrime né aveva versate già troppe. Sentiva la sua anima in pezzi ed il suo cuore sprofondare di nuovo nel buio. Ma quelle sofferenze non sarebbero durate ancora allungo.
Nella sua mano destra, nascosta nella tasca della ventiquattrore, stringeva il barattolo di polvere mortale con forza.
Arrivò alla sua fermata, poi scese dal treno, con il tramonto che gli entrava negli occhi, per poi avviarsi verso la morte.

Nagisa aveva preso giusto in tempo l'ultimo treno che andava fuori città.
Rimase in piedi Nagisa, perché di sedersi e stare tranquillo proprio non ne voleva sapere.
Pregava che Karma stesse bene, che fosse ancora vivo, cercando disperatamente di trattenere le lacrime.
Quello che stava accadendo era tutta colpa sua; se non avesse urlato contro l'amico, se non gli avesse detto che non poteva andare, ora loro due sarebbero ancora insieme e felici, a studiare assieme matematica o ascoltare musica insieme mentre il maggiore gli insegnava a disegnare.
"ti prego Karma, ti prego... Non farlo" pensava incessanteme il celeste, finché non arrivò la sua fermata e, senza esitare, scese dal treno e corse verso il luogo.

Akabane saliva quella collina di erba e fiori, illuminate dalla luce del tramonto, guardando dritto davanti a sé con il suo spento sguardo ambrato.
I rumori della natura circostante influivano come una melodia, accompagnando quei passi verso l'accogliente morte del rosso.
Karma raggiunse la casetta cadente che tanto adorava; vi entrò, guardandosi attorno per ammirare per l'ultima volta quel luogo che gli aveva donato una minima pace e dove aveva visto la persona che più amava, sorridere.
Nagisa aveva raggiunto di corsa la campagna, correndo il più veloce che poteva verso quella collina dove doveva essere il compagno. Le lacrime gli scorrevano sulle guance ed il cuore stava per scoppiargli.
Il rosso prese un respiro profondo, per poi estrarre dalla tasca il piccolo contenitore che custodiva all'interno quella polverina bianca letale: la fissò per qualche attimo, per poi prendere un respiro profondo ed aprire il piccolo coperchio di plastica.
Il celeste raggiunse finalmente la cima del piccolo monte, per poi correre all'interno della piccola casetta corrosa dal tempo, vagando per quelle poche stanze che vi erano, poi, finalmente, lo trovò: in piedi, con una boccetta di polvere bianca in mano, con l'intento di ingerirla.
Nagisa sgranò gli occhi.
<<KARMA!! >> urlò Shiota, per poi fiondarsi su di lui.
Karma spalancò gli occhi e, per un attimo, tutto si fermò: il piccolo recipiente a terra con la polvere bianca sparsa sul pavimento, Nagisa che lo stringeva piangendo e lui immobile con gli occhi spalancati.
I due finirono inginocchiati a terra: il celeste stringeva il compagno più forte che poteva, piangendo disperatamente e sfogando tutto ciò che si era tenuto dentro fino a quel momento: la paura, la disperazione e la felicità che Karma fosse ancora vivo.
<<n-non farlo! Ti supplico! Non
farlo! >> urlò disperatamente Nagisa, mentre l'altro era immobile come una statua <<ti prego, no! Non voglio che tu muoia! Non voglio perderti! Sei la cosa a cui tengo di più al mondo! >> pianse Shiota, mentre l'altro ancora non riusciva a realizzare <<ti supplico! Non posso vivere senza di te! Sei parte della mia vita! La mia felicità, il mio cuore! Non puoi morire così perché... >> fece il celeste <<PERCHÉ IO TI AMO,
MALEDIZIONE! >> urlò disperatamente il celeste, piangendo e posando il volto sul petto del rosso.
Karma, al sentire quelle parole, spalancò gli occhi.
<<p-perché...? >> aveva sussurrato flebile il rosso, abbassando lo sguardo e ritrovandosi quello del celeste addosso <<perché dovresti provare questo per una persona che sai che non vivrà ancora allungo? >> chiese, per poi alzare gli occhi in lacrime verso il celeste <<perché mi hai fatto provare le stesse cose sconvolgendo la mia vita in qualcosa di bellissimo e meraviglioso? >> chiese piangendo Karma.
Nagisa lo guardò per qualche attimo in lacrime, per poi tirare l'altro per la maglietta e farlo avvicinare a lui, congiungendo le loro labbra in un bacio.
All'inizio, il rosso rimase incredulo, ma poi si lasciò andare a quel bacio, ricambiando il gesto con tutto l'amore che provava per quel puffetto che gli aveva reso la vita felice.
Si staccarono poco dopo, guardandosi rispettivamente negli occhi: in quel momento non ci furono bisogno di parole, solo delle loro presenze, solo del loro amore.
<<ti amo, Karma>> disse sorridendo in lacrime Nagisa
<<anch'io, Nagisa >> disse Karma, sorridendo a sua volta.

~||Why Worry?|| ~ [°Karmagisa°] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora