Mistake

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Nagisa aveva chiamato un'ambulanza.
Karma era stato ricoverato con urgenza per l'eccessiva perdita di sangue.
E così, avevano portato via il rosso sotto gli occhi increduli del celeste, che non aveva fatto nemmeno in tempo a dirgli nulla.
Passò qualche giorno e le voci girarono.
Il minore era rimasto sconvolto dalla visione di Karma ridotto in quel modo ed ora non parlava quasi mai ed era preso da ansia ed insicurezza.
Ed ora si ritrovava a scuola, a camminare per i corridoi, con gli sguardi di tutti gli studenti rivolti su di lui: il vociare ed i sussurri gli entravano in testa come aghi

<<avete sentito di Akabane? >>

<<pare che si sia tagliato... >>

<<guardate! È Shiota! È stato lui a trovare Akabane! >>

Nagisa stava per scoppiare, a breve avrebbe perso tutta quella poca pazienza che aveva.
<<ehi ragazzi! Avete sentito? Akabane si è tagliato... Che idiota: ho sempre saputo che fosse un emo di merda...>>
Sentì dire alle sue spalle Nagisa, da un ragazzo ed il suo gruppo di amici e ridevano... Stavano fottutamente ridendo.
Nagisa non resse più.
Il celeste si girò di scatto verso i ragazzi che stavano ridendo: i suoi occhi azzurri erano colmi d'ira ed aveva lo sguardo di uno che la paziente l'aveva esaurita <<CHIUDETE QUELLA BOCCA!! >> urlò il celeste , lasciando tutti i presenti di stucco. Il ragazzo che prima aveva detto quelle cose si voltò verso colui che aveva appena urlato: lo studente assunse un'aria di sfida, guardando il suo interlocutore con sguardo beffardo <<oh... Andiamo Nagisa! Lo sappiamo che anche tu la pensi così. Non dirmi che sei seriamente amico di quell'emo depresso>> ridacchiò sadicamente, mentre Nagisa stringeva forte i pugni <<non osare... >> ringhiò il celeste, con sguardo furioso <<altrimenti? Oh Nagisa... Ma perché ti frega tanto di Akabane? Oh aspetta, io lo so perché: perché ti piace, non è così? >> disse lo studente con un sorrisetto sadico in volto, mentre l'altro sgranò gli occhi <<dimmi: perché mai dovresti amare una persona così sbagliata? >> fece il ragazzo.
Quella fu l'ultima goccia.
Ora, Nagisa aveva davvero perso il controllo di sé e tutta quell'ira che non aveva mai provato in vita sua, l'aveva accumulata tutta dentro il suo sguardo, uno sguardo spaventoso e ricolmo di odio.
Tale madre, tale figlio.
Le persone che videro lo sguardo di Shiota, furono tentate dall'indietreghiare, mentre Shiota aveva cercato di scagliarsi contro lo studente, per poi venire trattenuto da altri studenti che cercavano di calmarlo, mentre l'odio gli sgorgava nelle vene.

Il celeste si trovava fuori dall'ufficio del preside, con le mani strette l'una all'altra e lo sguardo basso. Una voce profonda disse un sonoro <<avanti>> e così Shiota entrò, fissando il pavimento ed i suoi piedi che si muovevano, attraversando la stanza. Il preside guardava il ragazzo con aria seria <<prego... Siediti, Shiota>> disse l'uomo e Nagisa fece come gli era stato chiesto.
Il preside poggiò le mani sulla grande scrivania, per poi guardare il diretto interessato <<ho sentito che oggi stavi per causare una piccola rissa... >> fece l'uomo <<dimmi, che è successo? >> domandò.
Il celeste si strinse nelle spalle, per poi dire flebile <<Karma... H-hanno insultato Karma... >> il preside guardò stupito il ragazzo che aveva davanti <<Karma Akabane? >> domandò, mentre l'altro annuì debolmente <<ho saputo di quell'incidente... >> sospirò l'uomo <<ho anche saputo che sei stato tu a trovarlo... >> disse, mentre l'altro si morse il labbro.
Il preside sospirò <<Shiota... Akabane è un caso molto grave: Non è un ragazzo semplice da capire, non ha avuto una vita semplice... >> <<m-ma io pensavo di essere riuscito ad aiutarlo! >> esclamò il ragazzo cercando di trattenere le lacrime. L'uomo rimase sorpreso da quella reazione, ma poi sospirò, alzandosi dalla poltrona dove era seduto <<Akabane era già depresso quando è entrato in questa scuola... >> fece il preside <<i suoi genitori adottivi sono molto rigidi ed in più quelli vecchi gli sono morti... Non c'è da sorprendersi se si è ridotto in quello stato. >> sospirò l'uomo.
Nagisa sentì gli occhi inumidirsi <<lo so... M-ma... Ma io pensavo di averlo aiutato... D-di averlo reso finalmente f-felice... Pensavo che a-avesse smesso di pensare ad un m-modo per morire... >> singhiozzò il minore. Il preside guardò il ragazzo con sguardo di pena, per poi avvicinarvisi e posare una mano sulla sua spalla <<ascolta Shiota: quel ragazzo è stato così tanto al buio che ha dimenticato come fosse la luce; ho saputo che da quando è stato con te sembrava più rilassato e felice, ma aiutare una persona come lui non è semplice: ci vuole qualcosa di più di semplice amicizia.>> fece l'uomo <<ci vuole una fiducia immortale.>> spiegò. Nagisa guardò a terra: l'amore...l'amore sarebbe mai bastato? quell'amore che il celeste provava per il rosso poteva bastare?

Il ragazzo annuì. Il preside lo guardò per qualche secondo, per poi dargli il consenso di andare; il minore si alzò, per poi avviarsi verso l'uscita. Una volta sul ciglio della porta, Shiota si fermò <<mi ha detto...che non vuole che le persone li considerino i suoi "genitori"...>> disse soltanto con tono spento, Nagisa, per poi uscire da quell'ufficio e chiudersi la porta alle spalle.

~||Why Worry?|| ~ [°Karmagisa°] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora