Il mattino seguente, Karma aprì gli occhi ancora stanco, per poi alzarsi col busto e strofinarsi la testa.
Ci volle un po' prima che ricordasse cosa fosse successo la notte prima, ma neanche il tempo di realizzarlo del tutto che vide Nagisa seduto sul letto di spalle a lui, stretto nelle spalle.
Akabane sobbalzò di poco, per poi guardare il ragazzo che gli era davanti <<Nagisa? >> lo chiamò il maggiore, allungando una mano verso di lui, ma non fece neanche in tempo a sfiorarlo, che il minore si era già voltato verso di lui.
Karma sgranò gli occhi.
Oltre ad avere i capelli sciolti, il celeste aveva lividi, ferite e tagli ovunque: sul viso, sulle braccia e sulle gambe.
<<N-Nagisa! >> esclamò preoccupato il rosso, prendendo le braccia del minore per controllare le ferite <<Nagisa! Che è succes->> ma non fece in tempo a finire la frase, che, alzando lo sguardo verso il diretto interessato, aveva visto quei grandi occhi blu riempirsi di lacrime che poi andarono a scorrere lungo le sue guance, facendo sussultare Akabane.Dopo aver curato le ferite del celeste, Karma lo aveva fatto sedere sul letto, per poi prendere una sedia e sedervisi di fronte.
Nagisa non aveva parlato per tutto il tempo, si limitava solo a piccoli gesti, come se i soliti ruoli che interpretavano, si fossero scambiati.
Il maggiore guardava il ragazzo che gli era davanti, mentre quest'ultimo teneva lo sguardo rivolto verso il basso, stringendo mani e denti.
<<Nagisa... >> lo richiamò Karma <<Nagisa, cosa è successo? >> gli domandò, mentre l'altro sentiva le parole bloccarglisi in gola. Shiota avrebbe voluto dire all'altro che non importava che era successo e di stringerlo: stringerlo come non aveva mai fatto, perché aveva bisogno di lui. Ma questo non sarebbe potuto accadere sul serio.
<<m-mia... Mia m-madre... >> balbettò spaventato quel piccolo pulcino, cominciando a tremare <<è s-stata mia m-madre... >> deglutì pesantemente Nagisa, mentre l'altro spalancò gli occhi, incredulo a quelle parole <<c-cos... E perché l'ha
fatto!? >> esclamò il maggiore in preda alle escandescenze e al disgusto di quelle probabili azioni compiute da quella donna.
Shiota si strinse nelle spalle <<p-perché... >> disse con voce tremolante <<perché... >> continuò a dire, cercando di tirare fuori quelle parole dalla sua bocca; il celeste alzò lo sguardo, riscontrando i suoi occhi blu velati di lacrime, con quelli ambrati del rosso <<perché mi sono rifiutato di essere qualcosa che non sono. >> disse infine Nagisa, con le lacrime che gli rigavano le guance.
Dopo essersi leggermente ripreso, il minore cominciò a raccontare tutto <<mia madre ha sempre voluto una femmina... >> raccontò <<e quando sono nato io, è andata su tutte le furie. Mio padre se n'è andato di casa poco dopo la mia nascita per paura di mia madre, mentre lei decise che se non poteva avere una femmina, se la sarebbe creata da sé... >> fece, per poi prendere una ciocca di capelli azzurri e guardarla con sguardo spento <<I capelli lunghi, il volermi vestire con gonne ed abiti... Non sono mai state scelte mie... >> disse il celeste <<il problema è che mia madre ha attacchi d'ira molto violenti ed è molto ossessiva: se ci tengo alla mia incolumità, devo assecondarla senza fare una piega alle sue iniziative>> continuò <<ma ieri proprio non ce l'ho fatta: mi faceva paura, più del solito... Voleva mandarmi in uno maledettissimo collegio femminile! >> esclamò disperatamente Nagisa, prendendosi la testa con le mani <<io non sono una femmina, maledizione! Sono un maschio e voglio esserlo! Voglio poter prendere le mie decisioni! Voglio poter avere i capelli corti! Perché non posso essere ciò che sono veramente!? >> pianse Shiota, coprendosi il viso con le mani, per coprire la sua faccia in lacrime.
Karma rimase basito da tutto ciò: il celeste viveva sotto un continuo stato di oppressione, vivendo come marionetta di qualcun altro.
Così proprio non gli andava.
Il rosso, senza neanche dire una parola, aveva stretto a sé il celeste, stringendo e donandogli calore come nessun'altro poteva fare. Nagisa ne rimase sorpreso, ma poi si lasciò sciogliere al calore di quell'abbraccio; il maggiore accarezzò piano i capelli dell'amico, cercando di rassicurarlo <<Nagisa... Tranquillo: troveremo un modo per uscirne, te lo prometto >> gli sussurrò con tono rassicurante il rosso malpelo, mentre l'altro posava la testa sul petto di Akabane, percependo i battiti del suo cuore ed i suoi calmi respiri.
Shiota si aggrappò alle spalle del compagno, per poi alzare lo sguardo verso di lui, con gli occhi ancora lucidi <<Karma... >> lo chiamò quasi con tono di supplica <<Karma... Perché pensi che io abbia detto di capirti e di sapere come ti sentivi? >> lacrimava, Nagisa, stringendo forte la presa sul maggiore, aggrapandosi forte a lui; il rosso spalancò gli occhi.
<<perché anch'io sono stato come te... Ma ho comunque voluto andare avanti, perché sapevo che avrei trovato una ragione di vita >> cercò di sorridere il minore, mentre l'altro rimase a bocca aperta.
Akabane strinse ancora di più a sé Shiota, decidendo che avrebbe provato a fare qualcosa per lui, ripagando ciò che Nagisa aveva fatto fino a quel momento.
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~||Why Worry?|| ~ [°Karmagisa°]
Fanfiction°\ATTENZIONE: Au su Assassination Classroom. ¬Boy x Boy. ¬Presenza di temi suscettibili. ¬Cambiamento del carattere dei personaggi. ¬Buona lettura ~/° ~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~ > > > Karma Akabane è un ragazzo che soffre di depressi...