Let Me Introduce Myself...

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Erano passati un po' di giorni da quando era avvenuto quell'incidente dei fogli.
Nagisa era seduto al suo banco e cercava di seguire la lezione.
Karma quel giorno non era presente.
Il celeste fissava di schietto il banco vuoto del rosso, aumentando ad ogni sguardo la sua preoccupazione.
"e se gli fosse successo qualcosa?" pensava il ragazzo "se avesse riprovato a togliersi la vita?". Nagisa non riusciva a darsi pace: il pensiero che una persona fosse morta per propria iniziativa lo mandava in uno stato di stress; eppure con quel ragazzo non ci aveva mai parlato e l'unica volta in cui ci aveva provato, quest'ultimo se n'era andato via senza neanche dire una parola. Forse a Nagisa questo neanche importava: dialogo o non dialogo, quella era sempre una persona, una persona in grave pericolo.
Nell'attimo in cui il rosso l'aveva guardato la volta precedente, Nagisa aveva scorto per un attimo nei suoi occhi del dolore: un dolore atroce, un insieme di tante ferite portate avanti senza essere curate; mille urla racchiuse in degli occhi color tramonto senza vita.
Forse per un attimo tutto quello gli aveva fatto paura, perché il dolore fa paura.
La campanella di fine giornata suonò e tutti gli alunni uscirono dalle loro rispettive aule, per poi avviarsi spensierati a casa.
Nagisa afferrò la sua cartella, per poi prendere un respiro profondo ed uscire da scuola.
Il cielo era grigio e sembrava che per quel giorno sarebbe destinato ad un bel acquazzone primaverile.
Il celeste camminava sulle strade, stranamente deserte, della zona vicino alla scuola.
La sua dose di stress era molto alta e stringeva con forza la cartella con le mani. Gli venne involontario mordersi il labbro inferiore, facendolo quasi gonfiare per la troppa forza con cui lo stringeva tra i denti.

"spero che stia bene"

"spero che non sia morto"

"deve essere ancora vivo"

Continuava a pensare senza fine, venendo anche colto da un senso di nausea e malessere al solo pensare alla parola "morte".
Tutto quello lo spaventava troppo e, per colpa del suo fare altruista, non riusciva a non pensare allo stato di Akabane .
L'ansia lo tormentava, il suo battito cardiaco accellerava ed il respiro si faceva sempre più affannoso, come se stesse correndo: ma lui non stava correndo...lui era lì : camminava come una comune persona, a passi lenti ma decisi. Forse era nella sua mente che stava correndo : correva all'impazzata per raggiungere qualcosa che nemmeno lui sapeva.
Nagisa si ritrovò a passare davanti ad un piccolo parco giochi vuoto, probabilmente per il maltempo. La natura spenta di quel giorno non avrebbe attirato l'attenzione di nessuno, così il ragazzo si limitò a passarvi davanti con fare indifferente... Finché non udì qualcosa: un rumore sottile di metallo che strideva e che proveniva proprio dall'interno del parco. Il celeste catturò quel suono e, con la coda dell'occhio, guardò all'interno del parchetto.
Per poco non cadeva all'indietro.
Sulle altalene del piccolo parco giochi, giaceva un ragazzo dai capelli rossi, con lo sguardo nascosto, che si spingeva lentamente sul gioco per più piccoli.
Nagisa si nascose velocemente dietro ad un basso muretto davanti all'entrata del parco, cercando di riprendersi dalla sorpresa inaspettata.
"sta bene! Grazie a dio sta bene!" continuava a pensare, tirando un respiro di sollievo.
Dopo essersi tranquillizzato, Nagisa sbirciò di nascosto le azioni del rosso: Karma si dondolava lentamente sull'altalena, guardando davanti a sé col suo solito sguardo spento; un leggero vento gli accarezzava i capelli, mentre con le sue mani stringeva piano le catene dell'altalena.
"ma che combina qui a quest'ora? Perché non è venuto a scuola oggi?" pensava il celeste, continuando a guardare il rosso.
Ad un certo punto, il rosso abbassò lo sguardo, mentre Nagisa continuava a osservare le sue mosse.
<<smettila di fissarmi, mi dai fastidio.>> annunciò il rosso, con tono scocciato.
Il celeste sobbalzò capendo di essere stato scoperto, per poi, lentamente, uscire allo scoperto, guadagnandosi lo sguardo innervosito del rosso. <<scusa... >> aveva quasi sussurrato Nagisa, in imbarazzo per essere stato scoperto a fare una cosa del genere <<non vuol dire che se sei nuovo hai il diritto di stalkerare le persone a tuo piacimento.>> aveva detto sgarbatamente Karma, mentre l'altro arrossiva per l'imbarazzo, iniziando a fare gesti strani <<N-no! Ti sbagli! N-non era mia intenzione, giuro! P-passavo di qui p-per puro caso! >> cercava di giustificarsi il celeste, facendo sospirare il rosso <<senti: lascia stare. >> l'aveva interrotto bruscamente il rosso, alzandosi dall'altalena ed avviarsi come per andarsene. Nagisa lo guardò basito, per poi svegliarsi da quello stato di pietrificazione e avvicinarsi all'altro <<ehi! A-aspetta!! >> aveva esclamato il celeste, facendo fermare il rosso di colpo. Karma voltò di poco lo sguardo verso il minore, mantenendo un'aria indifferente <<che vuoi? >> chiese quasi scocciato. A quel punto Nagisa si fermò, guardando il rosso nei suoi vitrei occhi vuoti e le parole quasi gli si bloccarono in gola.
Dopo aver preso coraggio, il celeste assunse un' aria sicura che un po' sorprese il rosso <<l'altro giorno sei scappato talmente tanto di fretta che non ci siamo nemmeno presentati...>> disse.
Ci fu un attimo di silenzio.
Il rosso lo guardò negli occhi, per poi dire secco <<non ti deve interessare chi sono io.>> e dopo questo, si girò dall'altro lato, ricominciando ad andarsene. <<N-no! Ehi! >> aveva esclamato Nagisa, correndogli vicino e fermandosi a pochi metri di distanza dall' Akabane.
Karma si fermò di nuovo, ma stavolta senza guardare il suo interlocutore.
Il celeste prese un respiro profondo <<se proprio tu non vuoi dirmi chi sei, almeno lascia che io mi presenti... >> aveva sorriso Nagisa, vedendo l'altro girarsi di poco verso di lui.
Il rosso era davvero stanco e in più ritrovarsi una simile scocciatura di fronte lo irritava decisamente.
Con un piccolo gesto impercettibile, Karma accolse la proposta del celeste, mentre quest'altro sorrise felice.
<<io sono Nagisa Shiota. Piacere... >>. "so bene chi sei, l'ho già sentito troppe volte per i miei gusti " pensò il rosso. Sentiva gli occhi del celeste addosso a lui, che aspettavano qualcosa. Se c'era una cosa che non sopportava, era di essere fissato.
Karma si voltò verso il minore, venendo a contatto con i suoi grandi occhi azzurri: erano profondi come l'acqua del mare ma, allo stesso tempo, risultavano così liberi e leggeri. C'era tanta felicità in quegli occhi e Karma ne rimase sorpreso: quegli occhi desideravano qualcosa ed il loro desiderio irritava il rosso.
Il ragazzo dagli occhi ambrati tirò un lungo sospiro, per poi dire piatto <<io sono Karma Akabane... >>.
Nagisa fu contento della finale reazione del rosso che gli sorrise in maniera così raggiante, che a breve avrebbe fatto vomitare arcobaleni all'altro.
<<beh... Hai avuto ciò che volevi... Ora lasciami stare. >> aveva affermato Akabane.
Nagisa rimase deluso da quella reazione : il suo intento non era che il rosso prendesse la sua proposta come un accordo da rispettare.
Un potente tuono si sentí rieccheggiare nei cieli.
Nagisa alzò lo sguardo verso l'alto "sta per piovere..." affermò nella sua testa, pronto a tirar fuori l'ombrello.
Il celeste diede una rapida occhiata all'Akabane: il rosso stava fermo, non guardava il celeste, si limitava a tenere le mani nella tasca dei pantaloni, aspettando che il minore se ne andasse per rimanere lì. Non aveva nessun ombrello per ripararsi dalla pioggia.
Nagisa lo osservò per qualche secondo: stare sotto la pioggia senza ombrello l'avrebbe sicuramente fatto ammalare gravemente e lì sì che sarebbero stati guai.
Sospirò, Nagisa, prendendo l'ombrello per poi avvicinarsi al rosso e, delicatamente, porgerglielo. Karma rimase sorpreso dal gesto, osservando l'ombrello puntato nella sua direzione. Poi alzò lo sguardo verso il celeste con aria stupita: Nagisa lo guardò negli occhi <<almeno prendi l'ombrello>> gli disse. Il rosso rimase perplesso <<m-ma... È tuo... Poi che intenzioni avrai tu? >> domandò perplesso Akabane : il celeste sorrise <<non abito lontano da qui, Se mi sbrigo posso arrivare a casa prima che inizi a piovere >> affermò Nagisa.
Karma era fin troppo perplesso: perché gli stava dando il suo ombrello? Stava per piovere e senza si sarebbe bagnato tutto, allora perché glielo stava dando?
Avrebbe potuto respingere quel gesto, avrebbe potuto lasciare quel luogo senza dire nulla... Ma nessuno prima aveva fatto una cosa simile con lui.
Con mano timida, il rosso afferrò l'ombrello, facendo sorridere l'altro.
Nagisa lo guardò per qualche secondo, per poi iniziare ad allontanarsi sorridendo.
Sta volta, quello lasciato senza parole fu L'Akabane.

~||Why Worry?|| ~ [°Karmagisa°] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora