capitolo 62

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Siamo agli sgoccioli di quest'ultimo anno scolastico. Tutti si affrettano a studiare e a recuperare dove hanno fatto schifo. Fortunatamente, io ho tutti voti buoni e non so nemmeno come abbia fatto... Forse Alex mi ha spinta a studiare e ad impegnarmi di più, chi lo sa.

La scuola mi mancherà e con essa anche i professori e alcuni alunni. Mi reco in bagno e mi scontro con la persona che ha cercato di rovinare la mia vita: Caren. La guardo con un falso sorriso e lei fa lo stesso, incrociando il mio sguardo. <Ehy> dice infastidita, <Ciao> dico io seccata. <Dove sei stata in vacanza?> chiede ed io mi acciglio, <A San Diego, tu?> chiedo a mia volta e lei sorride maliziosamente. <A Chicago, gran bella città> ammette ma la mia mente da spazio ad altro. 

<Anche là hai fatto la troia?> chiedo e lei spalanca gli occhi, incredula. <Certo che no! Ma come ti permetti?!> esclama con la sua solita voce da gallina senza testa. <Dove sono le tue schiavette?> chiedo, non vedendole nei paraggi, <Chi? Quelle due sfigate? Le ho scaricate. Erano troppo bambine per me e rovinavano la mia immagine. Meglio sola che male accompagnata, no?> dice ed io mi acciglio schifata. <G-Già> affermo in tono strano e me ne vado.

Due mani si posizionano sui miei occhi, coprendoli completamente. <Indovina chi sono> dice una voce stroppiata apposta per non farla riconoscere da me. <Mh... Josh?> chiedo sicura al mille per cento e lui sbuffa. <Hai indovinato> dice con il broncio ed io sorrido, baciandogli la guancia. <Così il nostro Alex ti ha fatta sciogliere, eh?> nota ed io arrossisco, <Dai!> urlo e lui ride di gusto, abbracciandomi.

Di Josh mi mancheranno soprattutto i bei momenti passati insieme a parlare. Quelle sere in cui passavamo ore ed ore a parlare dei nostri problemi, delle nostre vicende e dei nostri passati assai turbolenti. Per me lui è come un secondo fratello e lo è stato fin da quando si è aperto con me, raccontandomi del suo passato tragico e drammatico. Nonostante tutto, però, ha sempre indossato quel suo bellissimo sorriso capace di farmi star bene anche quando tutto andava a rotoli. Mi mancheranno i suoi abbracci, i suoi baci rari ma preziosi. Mi mancherà la sua voce roca e bassa, quella che mi diceva cosa era meglio per me e cosa non lo era. Mi mancherà tutto di lui e spero vivamente che resteremo ancora amici perché lui è uno delle tante persone che ci sono rimaste e che rimarranno sempre incise nel mio cuore e nella mia mente. Rimarrà sempre all'interno delle mille cassette dei ricordi che, quando vorrò, farò partire all'interno del mio cervello rivivendo il tutto per una seconda, terza o decima volta.

***

Anche questa giornata scolastica è giunta al termine, facendo avvicinare tutti verso un addio imminente che lacererà cuori e amicizie esistite fin da sempre tra i vari alunni del quinto anno. Immagina se io fossi del quarto anno e Alex del quinto, ci saremmo divisi e per un anno non l'avrei sicuramente visto. Le persone che si trovano in questa triste situazione, spesso interrompono la relazione... In realtà, quasi tutti si lasciano perché si sa, al college tutti single e sverginati sennò nessuno vi calcolerà. Questo è il motto di alcuni ragazzi e anche di alcune ragazze che hanno già lasciato il proprio fidanzato o fidanzata.

Una chiamata interrompe i miei pensieri e noto che si tratta di Emily. Rispondo e la sua voce spezzata dal pianto mi fa rabbrividire. <Emily? Cosa è successo?> chiedo agitata, cercando di calmarmi. <Mio padre... Ha... Vieni al parco, per favore?> chiede ed io accetto dirigendomi subito al parco.

Aspetto un po' e poi la vedo arrivare, indossa una felpa larga grigia ed un leggins strappato... Non l'ho mai vista così giù di morale e vestita in questo modo. I suoi occhi sono spenti e rossi tanto il pianto, la sua carnagione è chiarissima e i suoi capelli sono tutti spettinati e incatenati.

<Emily, ti va di parlarmi di ciò che ti è successo?> chiedo con tutta la calma possibile e lei sospira, pronta per parlare. <Sono tornata a casa come mio consueto fare... Appena sono entrata in casa, non c'era nessuno. Ho visto la situazione strana ed ho urlato ma nessuno mi ha risposto, all'infuori del mio cane...> dice trattenendo le lacrime. <Sentivo dei rumori in cucina e quando sono andata lì, ho trovato mio padre con una bottiglia di un alcolico vuota per metà...> continua. <Mio padre di solito non beve mai, così mi sono avvicinata e gli ho chiesto il motivo in modo del tutto calmo ma lui si è alzato di colpo e mi ha gridato contro. Dopo essersi calmato, io gli sono rimasta sempre affianco. Mi guardava in modo strano e mi ha buttata sul divano...> dice e non vorrei che fosse quel che sto pensando io...

<Mi diceva che tutto andava bene, che non dovevo agitarmi... Mi toccava, ovunque... Io piangevo e mi dimenavo ma lui era molto più forte di me e...> scoppia a piangere ed io l'abbraccio forte, attirandola a me. <Lo hai denunciato?> chiedo e lei mi guarda, <Non lo hai fatto?! Emily!> la rimprovero ma usando sempre dei toni bassi. <Non lo sa nessuno, solo tu e... Lui> ammette ed io sorrido leggermente. <Devi chiamare tua madre ed anche Matthew, è pur sempre il tuo ragazzo> suggerisco e lei subito estrae il telefono e chiama Matthew.

Subito viene e, dopo che Emily racconta tutto, lui tira un pugno all'albero di fianco alla panchina. Emily scoppia nuovamente a piangere ed io chiamo la stazione di polizia per denunciare suo padre... Emily non se la sentiva e mi ha chiesto se lo potessi fare io e così l'ho fatto, farei di tutto pur di aiutare una mia amica. Ci rechiamo in caserma e quando sua madre sa tutto, abbraccia forte la figlia piangendo.

I poliziotti sono incaricati di trovare il padre di Emily e, dopo due ore, eccoli tornare con l'uomo che ha rovinato per sempre la vita della mia amica. Mentre passa dinanzi a noi, io e Matthew lo guardiamo malissimo mentre Emily piange e sua moglie non lo guarda nemmeno in faccia. 
Dopo poco, arrivano tutti i genitori dei nostri amici e loro stessi, venuti per consolare la famiglia della fragile e delicata Emily che è rimasta in silenzio da quando suo padre è stato messo in carcere per stupro minorile.

Questa è stata una giornata molto intensa per me e mai mi sarei aspettata che un evento del genere potesse succede proprio alla mia amica, coinvolgendo tutti. Pensavo che la famiglia di Emily fosse unita ed amorevole ma mi sbagliavo... Non sapevo che suo padre si ubriacava e non sapevo che la madre fosse così debole, come Emily. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere...

***

Sono ormai le undici di sera e tutti torniamo a casa accompagnati dai nostri genitori, portando con sé una lezione di vita importante per il nostro futuro e per la nostra crescita. Non bisogna mai usare la violenza perché causa danni permanenti a chi la subisce e problemi di vario tipo per chi la usa. Odio ogni forma di violenza, dalla verbale alla fisica e alla psicologica. Odio chi usa la violenza e non riuscirei mai a tollerare che qualcuno usi violenza su di me o sulle persone che amo...


STAY WITH MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora