capitolo 69

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Ѐ passata una settimana da quando non parlo e non vedo più Alex. Credo che se ne sia andato a vivere nell'appartamento comprato per noi due. Da solo e con il cuore spezzato. Mi odio e vorrei questa volta io chiarire perché anche io me la sarei presa e avrei fatto peggio di lui. Scuramente avrei annegato la ragazza e poi anche lui, quindi è ovvio vhe devo dargli ragione. Farò come dice sempre mia madre: il danno l'hai fatto tu e adesso rimedia. E non importa come, so solo che devo ripararlo al più presto perché Alex mi manca ogni giorno che passa sempre di più.

Mi reco in camera di Michael il coglione e busso violentemente. Viene ad aprire e in un attimo mi ritrovo dentro la camera. Michael chiude a chiave la porta ed io ho paura. Cosa cavolo gli è preso adesso?! <<Cosa cazzo abbiamo combinato!>> urla e inizia a camminare per tutta la camera con la testa tra le mani. <<No, cosa cazzo hai combinato tu! Se non mi avessi rotto le palle, adesso non mi sarei quasi lasciata con Alex! Sempre colpa tua è Michael!>> strillo e ritiro le lacrime di dolore che provo adesso per Alex...

<<Aspetta cosa?! Vi state lasciando? Perfetto, adesso mi sento ancora più in colpa per il mio amico>> dice e si vede che si sente realmente in colpa. Non l'ho mai visto così. <<Ah, solo per il tuo amico?! E per me? Questa è la seconda volta che succede... Quanto mi odio e quanto ti odio>> dico e lui alza il capo verso di me, adirato. <<Vaffanculo! Dobbiamo trovare una soluzione... Se ne è anche andato dal dormitorio!>> ammette e mi rattristo ancor di più.

<<Di solito, è meglio lasciarlo stare un po' con se stesso. Per farlo ragionare e pensare a ciò che sta succedendo... Quando litigammo, passò circa un mese e chiarimmo... Spero solo che non passi un mese, ma diamogli un po' di tempo... Che ne dici?>> chiedo a Michael e annuisce. So per certo, però, che qualcosa io devo fare.

***

Questa festa è una vera noia. Gliel'ho detto alle ragazze, ma loro hanno insistito dicendo che devo distrarmi... Ma, alla fine, è davvero possibile distrarsi quando hai un cuore in mille pezzi? Credo proprio che la risposta sia un bel ''No'' scritto in grande.

<<Dai, Taylor! Divertiti, per l'amor del cielo!>> urla per sovrastare la musica Dakota ma io la ignoro facendo semplicemente finta di non averla sentita. La canzone ''The Hills'' di The Weeknd rimbomba e cerco in tutti i modi di contenere questo terribile mal di testa. Vado verso l'uscita ma, appena mi volto, mi immobilizzo: Alex  si muove tra la folla e non è solo...

Corro verso le mie amiche e prendo in disparte Jessie. <<Ehy! Cosa hai?>> chiede, <<A-Alex... L-Lui è qui>> dico cercando di mantenere quella poca calma che mi rimane nel corpo. <<Cosa?! Oh mio Dio!>> esclama e inizia a gridare il suo nome cantandolo insieme alla melodia della canzone. Tutto sembra andare a rallentatore ed eccolo lì... In compagnia di quattro ragazzi... Il suo viso è cupo ma lui continua a sorridere comunque, tralasciando e custodendo nella parte più piccola del suo cuore il dolore che prova.

Vado verso l'uscita e, non so come, mi ritrovo al bancone. Odio le discoteche troppo affollate... Non sai mai dove la folla in preda agli ormoni e a qualche drink di troppo possa portarti. Qui è come un mare in tempesta... Persone che vanno via... Persone che arrivano... Persone che ballano o che si baciano... Persone che si toccano... Che fanno l'amore o semplicemente sesso... Ѐ tutto così strano e quasi magico che mi viene quasi da sorridere.

Mi allontano cercando di farmi spazio tra i mille corpi sudati e mi ritrovo con il petto aderito alla schiena di qualcuno... Quel qualcuno che riconosco solo dal suo inconfondibile odore. Le persone continuano a spingermi su quella schiena tanto da far girare l'ultima, o forse la prima, persona che vorrei vedere adesso... Alexander... 

Si volta infastidito e con un bicchiere contenente del liquido aranciato, versato anche un po' addosso... Sulla camicia bianca che tanto mi piaceva vedergli addosso... I suoi occhi incontrano i miei e per un attimo mi sento rivivere, come se fino ad adesso vivessi senza ossigeno. <<S-Scusami>> dico solo abbassando lo sguardo, ma lui continua a guardarmi... Come la prima volta, con sguardo interrogativo ma curioso... Come mi guardava tutte le volte che ci baciavamo, che ci coccolavamo, come tutte le volte... 

Scappo con le lacrime agli occhi e, quando sono arrivata all'uscita, mi volto ma di lui nessuna traccia... Il mio cuore perde un battito e si sgretola ancora un po'... Esco spingendo la porta e inizio a piangere come una disperata, rimpiangendo tutto ciò che è stato... Tutto ciò che abbiamo vissuto e passato noi due... Così diversi ma così simili... Litigavamo per cavolate ma alla fine risolvevamo tutto solo tramite dei sorrisi o dei baci... 

Batto i pugni a terra, facendomi male, ma adesso il dolore non mi importa... L'unico dolore che riesco a percepire è quello del mio cuore spezzato in mille pezzi... Della mia anima sfigurata... Le lacrime escono veloci e si annullano sulla terra che mi circonda, non sarei mai dovuta venire qui. Dovevo dare ascolto alla mia vocina interna che mi diceva di rimanere in camera, sotto le coperte, a piangere silenziosamente. Come per paura che qualcuno mi potesse sentire.

Delle braccia mi attirano ad un petto piccolo e stretto. Subito i volti delle mie amiche mi si presentano dinanzi e faccio fatica a metterle a fuoco, a causa dei miei occhi offuscati dalla moltitudine di lacrime che stanno uscendo fuori dai miei occhi. <<Ma cosa fai?!>> esclama Christal ed io la guardo senza emozioni perché ormai sono vuota di tutto.

<<Tesoro, non devi fare così... Ti stai rovinando e non sei più tu>> dice abbracciandomi Dakota. <<Il problema è che mi sono auto rovinata da sola... Senza Alex non sono più nulla>> ammetto tra le lacrime ed i singhiozzi che fanno rattristire tutte, compresa Abigail. <<Questo lo sappiamo, ma non puoi fare sempre così... Ci stai solo peggio... Vogliamo andare al dormitorio?>> chiede Jess ed io rifiuto... Voglio farle divertire e forse sarà anche perché mi odio ma voglio vederlo ancora... Voglio vederlo sorridere anche se dentro ha l'inferno... Voglio vederlo stare bene, anche se per finta...

Rientriamo e mi siedo su un divanetto in pelle, molto comodo aggiungerei. Da qui si può guardare bene tutta la pista con le persone che si stanno scatenando come pazzi. Ma in fin dei conti loro sono felici, non come me che se ne sta seduta su un divanetto con il cuore ridotto in poltiglia. La musica rimbomba nei miei timpani e inizio a muore anche io un po' il corpo. 

Mi alzo e vado al bancone. Basta, ho bisogno di dimenticare per una sera e sentirmi libera. Inizio a bere shottini in maniera veloce e alterno il tutto con dei bicchieri di vodka alla menta. Vado in pista totalmente ubriaca e so che avevo promesso a me stessa di non farlo mai più, ma adesso mi sento veramente libera e leggera da ogni peso che mi porto dietro. Inizio a ballare, a muovere le braccia, i fianchi, le gambe. 

So che lui mi sta guardando... So che lo sta facendo e che si sta trattenendo... Lo so... 
Cerco il suo sguardo tra la folla e, quando lo noto, la mia affermazione non può che essere vera: lui mi sta guardando con tanta di quella voglia di venire a fermarmi che quasi mi verrebbe da andare da lui e rassicurarlo sul fatto che io, nel bene o nel male, sarò sempre sua...



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