Sua

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Ariana Point Of View

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Ariana Point Of View

Non mi seguì, non mi costrinse a rientrare per sua fortuna, avevo provato a ignorare il rancore e la rabbia che covavo dentro di me ma quando ci si reprime per così tanto tempo diventa impossibile resistere... era come tentare di voler fermare una valanga a mani nude.

Camminavo per quelle stradine perfette e fastidiosamente ordinate, il contrario del caos che mi incasinava la testa. Sentivo perfino la mancanza del mio sporco e caotico quartiere.

Io non ho nulla a che vedere con questo posto...

Il tumulto di emozioni che provavo mi stava quasi facendo annegare: non potevo tollerare la sua presenza, avevo passato gran parte della mia vita a odiarlo, a fare di tutto per rimuoverlo dalla mia testa... la cosa peggiore era che stavo iniziando a prendermela anche con la mamma, che mi aveva imposto quella assurda situazione e il senso di colpa mi logorava per questo.

È in coma, diamine, e io sono arrabbiata con lei... sono una persona orribile.

Nascosto dietro a un cespuglio intravidi un obbiettivo di una macchina fotografica e notai che era rivolto proprio verso di me. Stizzita mi avvicinai e spostai gli arbusti con le mani, guardando con un sopracciglio alzato il ragazzo accovacciato a terra.

-Si può sapere che diamine stai facendo?!- domandai irritata.

-Il mio lavoro?- rispose lui aggrottando le sopracciglia, come se fossi io la pazza e non lui che se ne stava dietro un cespuglio a notte fonda.

-Beh vedi di andare a rompere le scatole a qualcun'altra! Non sono il vostro stramaledettisismo fenomeno da baraccone!!- gli urlai contro.

Lui invece di andarsene incominciò a fotografare la mia sfigurata come se nulla fosse. Così irritata mi avvicinai minacciosamente e gli strappai la macchina fotografica dalle mani.

-Hey ma che fai! Lasciala! Guarda che ti denuncio!- il ragazzo tentò di riprendersela ma io lo minacciai di fracassarla sull'asfalto e stavo per farlo, quando un auto ci affiancò e qualcuno scese di scatto per fermarmi.

-Molla l'osso ragazzina! Hai già combinato abbastanza guai!- la voce di Tony mi fece mollare di scatto la presa.

Diede subito la macchina fotografica al ragazzo che mi guardava a dir poco imbestialito.

-Ora ti metti anche a molestare i paparazzi? Devo ripetermi, non avevo a che fare con un solo bambino? Quello scansafatiche ti sta trasformando in una sua versione al femminile? Perché giuro sui miei anni di onorata carriera che se è così mi licenzio!- incrociò le braccia al petto.

-Io? Lo stavo molestando io? Se ne stava come un maniaco dietro al cespuglio!- mi giustificai del tutto sconvolta.

-È il suo lavoro, bambolina, che ti aspettavi? Devo ricordarti che adesso sei un personaggio pubblico? Lascia fare a me e vediamo di rimediare a questo casino o domani la tua faccia incazzata sarà su tutti i giornali- mi fece il gesto di allontanarmi.

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