35. Capitolo

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Passammo tutto il giorno a cercare le possibili uscite da quella prigione. Avevo pensato a quello che avevo fatto a Clarke per tutto il giorno. Non riuscivo a togliermi l'immagine di lei tra le lacrime dalla testa. Mi avrebbe ascoltato? Avrebbe smesso di cercarmi? Non credo che nemmeno ora lo stia facendo. Ho davvero paura per lei. Se sapessi che farle del male bastasse per allontanarla da me e dai miei guai...da tutti questi pericoli che ora corre a causa mia firmerei subito il contratto che mi possa dare una garanzia.
Camminai lungo quei corridoi, nella speranza di trovare qualche porta nascosta, qualche passaggio, il tempo stava passando e noi non avevamo ancora nessun risultato. Tutto sembrava al proprio posto, le pareti non avevano niente di sospetto e nemmeno il pavimento. Avevo guardato dietro ogni opera d'arte, ogni dipinto...ma niente. Era frustrante la cosa. Cheryl la sentivo camminare su e giù al piano di sopra. Ma io avevo la sensazione che il passaggio doveva trovarsi in un posto talmente ovvio da non farci nemmeno pensare di cercarlo lì perciò cambiai il piano iniziale e mi diressi in camera mia. La esaminai accuratamente. Nuovamente tutto sembrava al proprio posto. Aprii l'armadio. Spostai tutti i vestiti e trovai una porticina. Era chiusa a chiave.
- Cheryl!-esclamai.
-Ti ho detto di cercare di sotto!- mi rispose innervosita.
- Ascolta...credo di aver trovato qualcosa.-dissi facendole vedere dentro l'armadio.
- È chiusa?-
- Sì...-
- Logico...-
- Dobbiamo trovare la chiave...-
- La chiave sarà sicuramente con mia madre oppure Roan.-
- Troveremo un modo, dobbiamo essere pazienti.- le risposi per tranquilizzarla.
- Un'occasione così potrebbe non ripetersi per mesi...-
- La faremo ripetere...ho i miei modi...e ho un piano.-
Il mio piano sembrava davvero infallibile. Presto ci sarebbe stato un altro torneo. Sarei stata di nuovo da sola con Roan. Era chiaro che lui fosse molto attratto da me. Nel caso io vincessi, la mia richiesta come premio sarebbe stata una festa in Norvegia...proprio qui. Prima di arrivare a casa, l'avrei ubriacato per bene sull'aereo con qualche buon whisky o champagne. Avrei fatto finta di sedurlo, qualche bacio qua e la e nel momento oppurtuno avrei preso le sue chiavi. Una volta arrivato alla festa dovrà salutare tutti. Non penserà di certo alle chiavi. Cheryl prenderà il mazzo e proverà ad uscire mentre io sarò tutto il tempo con lui. Nel mezzo della festa, nel caso le chiavi siano giuste...noi scapperemo.

- Mi piace come piano...- mi disse Cheryl.

POV CLARKE

- Mamma...ti devo parlare di una cosa...- la chiamai al telefono.
- Di cosa tesoro?-
- Vorrei parlartene oggi...questa sera.-
- Ok...devo preoccuparmi?-
- Verrò a casa tra due ore ok?- le dissi ignorando la sua domanda.
- Va bene...ti faccio i pancakes?
- Sì dai...lo sai che li odoro.-

Mi preparai, e l'ora di parlare con mia madre si stava avvicinando. Ci avevo pensato tanto ultimamente e avevo capito che...era arrivato il momento di fare coming out e sinceramente ne ero terrorizzata.
Cosa avrebbe detto? L'avrei delusa? Mi avrebbe capito? E poi...con tutto questo che è successo negli ultimi tempi...con tutti i problemi...non le avevo nemmeno raccontato che Lexa era sparita, che avevano messo le cimici a casa sua, che erano entrati a casa mia e che mi avevano quasi ucciso...
Ero cosciente che forse tutto quello che le stavo per dire era troppo...ma dovevo farlo, perché da quando Lexa non c'era più nella mia vita...io sentivo che sarei scoppiata in un modo o nell'altro.
Era davvero una bella giornata ma io morivo dalla paura. Le mie mani erano sudate, ma sentivo davvero il bisogno di dirlo ad alta voce. Di confessare quello che ero...una ragazza innamorata di un'altra.
La notte non dormivo pensando alle sue labbra e quel suo sguardo intenso.
Arrivai davanti alla casa di mia madre. Entrai...feci due tre sospiri e mi diressi in cucina dove mia madre mi aspettava. Si sentiva il forte odore dei pancake appena fatti.

M

ia madre mi abbracciò forte appena mi vide. Io ero davvero in ansia.
- Come stai Clarke?-mi chiese col sorriso stampato in faccia.
- Bene...sono molto stanca ultimamente...- risposi.
- Soprattutto a lavoro al quale non ti si vede nemmeno...cosa sta succedendo?- mi chiese con tono scherzoso alzando il sopraciglio destro.
Io stetti in silenzio. Il suo sguardo si tramutò in uno di quelli molto preoccupati.
-C'è qualcosa che non va?- mi chiese.
- Devo parlarti di una cosa...e prima di iniziare ti prego di ascoltarmi senza giudicare...-
-Va bene...ti ascolto.- disse con tono decisamente molto meno sicuro di prima.
- Mi conosci...e sai quanto ho sofferto per la storia di Finn. Io credo di averlo amato...ma mai come un uomo che potrei avere accanto un giorno, per tutta la vita.-
- Ne abbiamo parlato tanto Clarke...non è colpa tua...lui è stato davvero un bastardo con te.-
-Sì...lo so, ma il punto della conversazione è diverso questa volta...grazie a questo che è successo con lui ho avuto la possibilità di conoscere una persona fantastica. Davvero fantastica...e ho avuto molta paura all'inizio, e ho avuto molto tempo per ragionarci su...infatti voglio dirti che questa persona non mi ha mai fatto nessuna pressione sulla mia decisione. -
- Come si chiama lui?-
- È una lei, mamma.- dissi con il cuore in gola. Le mie mani sudavano freddo.
Avevo paura della sua reazione. Lei era rimasta scioccata da quello che avevo appena detto. Era rimasta a bocca aperta. Avevo bisogno che lei mi dicesse qualcosa...ma stava in silenzio. Io avevo paura di aprire bocca. Dopo un paio di minuti che sembravano durare un'eternità mia madre disse:
- Alexandra Woods? Vero?- ora rimasi scioccata io. Come era riuscita a indovinarlo??? Era davvero così evidente la cosa?
- S-sì...lei.- risposi con le guance che bruciavano.
- Senti, non posso dirti di essere molto felice di questa cosa. Ma tu sei mia figlia e io ti amo in ogni circostanza, sempre. Questo non cambierà mai, e non sarebbe cambiato neanche per tuo padre. Ne sono certa. Sono amcora un po' sotto shock...ma mi sto riprendendo.
Non riesco a capire certe cose. Eri con Finn ben tre anni...è una lunga relazione...-
- Con il tempo se avrai delle domande chiedile pure...ti risponderò a tutto.-
- Ok...ma voglio che tu sappia che l'unica cosa importante è che tu sia felice. Va bene?- a queste parole mi vennero le lacrime agli occhi. Sentii un'enorme sollievo, finalmente l'avevo detto.

Io sono LexaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora