24. Capitolo

514 41 3
                                    

POV CLARKE

Non ci potevo credere. Mi ero davvero fidata. La rabbia mi aveva assalito in un colpo solo. Come poteva essere così? Stava iniziando a piacermi molto. Iniziavo ad abituarmi alla sua presenza...il taxi arrivò subito e nonostante i suoi tentativi di fermarmi io entrai in quella macchina senza indugiare. Partii verso casa e non volli girarmi nemmeno.
Ero frustrata e mi sentivo presa in giro. Ma una parte di me sperava che mi stessi sbagliando.

POV LEXA

Lei partì e proprio mentre stavo per decidere di lasciarla andare qualcosa mi fece cambiare idea. Con lei mi sono sentita finalmente felice...spensierata ...ho provato qualcosa che da tempo non volevo concedermi. In un attimo cambiai idea e corsi verso la mia macchina...avviai il motore e guidai verso il taxi. Dopo mezz'ora lei scese e capii che non avevo rinunciato...non ancora.
- Non ti voglio più vedere! - mi urlò a squarciagola.
- Fammi spiegare...-
-Cosa c'è da spiegare?! Mi hai preso in giro come se fossi una bambina di 14 anni-
- Non ti ho mai preso giro...-
-Dimmi chi è lei?- Clarke era davvero furiosa. Era possibile che non avesse ancora capito? Ora sarò di nuovo costretta a parlare di Costia...ma non sono sicura di volerlo fare così presto.
- Costia...è la ragazza della foto a casa mia...lo so che sembro una pazza, che forse ti ho ferita...ma davvero Costia mi ha cambiato la vita e non lo potrò mai negare... voglio conoscerti completamente Clarke...mi piaci...non voglio ferirti...non vorrei mai farlo...non sparire a causa della mia malinconia.-
- Quanto tempo è passato Lexa?-
- Da cosa?-
- Dalla sua morte...-
- 4 anni...-
- Dopo quattro anni ancora la desideri?-
- Il punto è che in questi quattro anni non ho mai nemmeno provato a desiderare qualcuno che non sia lei. E ora che finalmente ci sto provando...ho rovinato tutto...- ormai eravamo a casa di Clarke...la sua rabbia si era placata e io mi stavo calmando...
- Ti prego...scusami Lexa...-
- Non c'è niente da perdonare...-
- Parlami di lei...-
- Non lo so se è il caso...-
- Non starò con te se non so niente del tuo passato...ti puoi fidare...-
- Ho paura di raccontare certe cose...i ricordi riaffiorano e mi torturano per giorni.-
- Qualche volta fa bene abbandonarsi al dolore.-
- Tutta la vita cerco di contenermi...di avere la mia vita sotto controllo. Di essere stabile di controllare le mie emozioni...le persone credono che io sia forte ma sono crollata così tante volte...che...non riesco nemmeno a contarle.- abbassai lo sguardo perché mi sentii così fragile e vulnerabile che non riuscii a sostenere quegli occhi blu che mi trapassavano l'anima.
- Guardami ti prego.- disse prendendomi la mano. Io non mi sentivo così da anni...i brividi mi passarono lungo tutta la schiena a quel tocco delicato.
- Perché sto qui a raccontarti la mia vita se non ti conosco?- le chiesi.
- Forse è destino...- mi rispose...io non sapevo che dire. Si era trasformata dalla ragazza che scappa a quella che cerca in tutti i modi di tenermi vicina anche se non conosce niente di me.
- È così strano sai...-
- Cosa?-
- Il fatto che ho una sensazione dentro di me...che mi dice di poterti dire tutto...ma così tanta gente mi ha fatto del male che ho paura di svelare anche qualcosa di banale...figuriamoci la storia di Costia...comunque è finita su tutti i giornali...-
- Quanti anni aveva?-
- Aveva 18 anni...- sentivo che il dolore mi stava pervadendo.
- Non ne vuoi parlare proprio vero?-
- No per ora.-

Il tempo passava e dopo quel discorso su Costia io e Clarke rimanemmo in contatto e sapevo che non avrei potuto stare con lei fino a quando non mi decidevo a parlare...voleva che mi fidassi di lei. Clarke mi ha raccontato così tante cose e io invece non avevo la forza ancora di dirle niente. Ogni tanto quando mi parlava si fermava e allora capivo che soffriva...soffriva perché lei dava tutta se stessa e io non avevo dato niente. Ma mi stavo preparando a farlo. L'anniversario della morte di Costia...si stava avvicinando. E gli incubi ....beh...diventavano sempre più presenti. Anche se volevo Clarke vicino...in quel periodo non riuscivo a trovare le forze necessarie per chiamarla a casa mia.
Il giorno prima del fatidico giorno nel quale ogni anno sono distrutta dall'alcol e nel quale non voglio parlare con nessuno mi decisi a mandarle un messaggio.

Io sono LexaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora