28. Capitolo

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Erano le cinque di pomeriggio quando il mio telefono si fece sentire. Stavo ancora cercando possibili cimici in casa e ero delusa e arrabbiata allo stesso tempo. Avevo perso perfino Jaha...mi fidavo di lui...dovevo stare molto attenta. Salii velocemente le scale e mi buttai sul letto dove c'era il mio cellulare che si stava caricando da ore ormai. Era Anya.
- Lexa...ti ho chiamato così tante volte...perché non rispondi?-
- Scusa è che ho beccato Jaha a mettere le cimici in casa mia...- dissi con tono trattenuto e indifferente. Lei al contrario urlò scioccata: -Cosa???-
- Ne ho trovato solo una ma dubito che sia l'unica...comunque non mi conviene parlare al telefono...se capisci cosa intendo.-
- Si...quando ci possiamo vedere?-
-...come sempre al nostro posto.-
- Capisco...-
- Si...-
- Mi dispiace così tanto...non ti meriti tutti questi problemi...finalmente pensavo che le cose si stessero aggiustando per te...-mi disse con tono rassegnato.
- Va bene...lo risolveremo...come sempre no?-
- Vado a prepararmi.- rispose dopo un paio di secondi di esitazione.
- Ci vediamo.-

Odiavo quando le persone soffrivano per me. Non avevo mai voluto questo. Evidentemente sono messa così male che arriviamo anche a questi livelli. La mia vita sarà segnata per sempre da questi episodi...non posso cancellarli ne evitarli ma...quanto vorrei poterlo fare.
Presi le chiavi di casa, la giacca di pelle e chiusi la porta dietro le spalle. La moto e l'automobile potevano avere dei rilevatori di località perciò decisi di andare a piedi.
Il sole stava tramontando e nel mio quartiere i bambini giocavano nel parco  come ogni sera. Mi fermai un'attimo a guardarli...erano così carini...e spensierati...mi scappò un sorriso...una volta quando lavoravo al Dojo avevo allenamenti con bambini piccoli come loro almeno due volte a settimana...mi mancava questo...
Una volta avevo anche pensato di adottare un bambino con Costia ma siccome le circostanze erano cambiate drasticamente non ci avevo più pensato.
Faceva freddo...erano i primi di febbraio...mi giravo costantemente intorno...avevo paura che qualcuno mi stia seguendo...sapevo ormai che mi spiavano e osservavano costantemente...alla polizia non potevo chiedere aiuto...erano tutti corrotti...ai lati delle strade c'erano alberi completamente spogli ormai e facevano almeno due gradi sotto lo zero. Pure del vento soffiava. Mi sbrigai un po' e corsi per una 15-ina di minuti. Arrivai al posto dove io e Anya ci vedevamo la maggior parte delle volte. Il giardino botanico di Washington. Era quasi sempre deserto ed era davvero improbabile che qualcuno ci sentisse lì siccome avevano fatto scorrere moltissimi ruscelli lungo tutto il giardino e si sentiva,per tutto il tempo, il gorgoglio e lo scorrere dell'acqua.
-Lexa!- sentii la voce di Anya dietro di me. Mi girai e le mi corse incontro abbracciandomi.
- Stai bene?- mi chiese.
- Ho paura.- dissi abbassando lo sguardo.
- Guardami! Lo affronteremo assieme...come sempre ok?-
- No!- dissi con tono deciso.
- Lo sai che questo non mi fermerà vero?-
- Mi dispiace ma non voglio che altra gente muoia per colpa mia.-
- Nessuno è mai morto per colpa tua Lexa...mai. E non sarò io quella che lascerà da sola sua cugina, che infondo per me è come una sorella, agli sgoccioli mentre una banda di criminali sta cercando di rovinarle la vita...se credi che io possa fare questo anche su tua richiesta allora ti sbagli di grosso.-
- Ti voglio troppo bene per lasciartelo fare...è troppo pericoloso...se non te ne vai tu...allora me ne dovrò andare io...e non vi dirò nulla...prederò le valigie e sparirò.-
- No! Tu non puoi sparire ancora una volta...non pensi alla tua famiglia? Ai tuoi amici? Non pensi a come si sentirà Clarke?-
- È proprio perché ci penso che me ne voglio andare...lo faccio per voi...non credere che voglia farlo per capriccio.-
- Non lo accetto...no...farai più male che bene...loro non smetteranno di torturare te e noi solo perché tu hai deciso di sparire dalla faccia della terra. Dobbiamo essere uniti...non così...-
- Hanno piazzato le cimici in casa mia Anya! Le ha piazzate Jaha! Ti rendi conto che non ho nessuno di cui fidarmi...dubito di tutti...dubito anche di me stessa.-
- Puoi fidarti di me...e di Titus...lo sai questo no?-
- Lo so ma...vi metto a rischio.-
- Controlleremo casa nostra e d' ora in poi non la lasceremo più incustodita. Qualcuno sarà sempre in casa...io e Titus abbiamo già deciso. Vieni a vivere da noi...almeno finché le acque non si calmano.-
- Non lo posso accettare.-
- Non mi interessa...vieni.- disse prendendomi la mano e tirandomi verso l'uscita.
Avevo il telefono spento da 6h ormai...chissà se Clarke aveva chiamato...devevo dirglielo...devo proteggerla in qualche modo...lei ha diritto di sapere come sta la situazione.

Io sono LexaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora