Ecco, ora era il suo turno e non aveva la minima idea di cosa dire. Guardò Giulia, la ragazza che dirigeva il gruppo, in cerca di aiuto. "Inizia dicendo chi sei e qualcosa su di te, vedrai che il resto uscirà da solo" gli sussurrò lei con fare incoraggiante.
"Ehm, ciao, m-mi chiamo Harry Potter" disse il ragazzo dai capelli corvini. "Ciao Harry" risposero con il solito tono lamentoso gli altri membri del gruppo degli AA (Alcolisti Anonimi).
"Ho 17 anni e sono qui per un errore dei miei zii" lui non era sicuro di cosa volesse dire ed era parecchio nervoso, si vedeva. In quel gruppo c'erano ragazzi e ragazze di varie età, ma lui era di certo il più giovane.
"Sono sempre stato un ragazzo positivo - riprese lui - ma nell'ultimo periodo le cose sono cambiate: ho cominciato a sentirmi triste e a parlare raramente, così i miei zii hanno pensato che mi ubriacassi, drogassi o che so io e mi hanno spedito qui". Giulia era chiaramente delusa dal fatto che lui non volesse ammettere la verità, ossia, come le avevamo spiegato i signori Dursley, che lui era dipendente dall'alcol, ma si accontentò pensando che era il suo primo incontro.Dopo il suo breve discorso, ma molto intenso per lui, visto che erano quattro giorni che non proferiva parola, si sedette e cominciò a fissare il pavimento grigio, mentre un altro ragazzo si presentava.
Pensava al perché lui dovesse sopportare tutto ciò, al perché Giulia fosse convinta della sua dipendenza, che tra l'altro non esisteva, al perché dovesse stare tra tutti quei babbani, probabilmente i suoi zii non erano veramente per occupati per lui, anzi, sicuramente non lo erano. Lui era certo che fosse solo un modo per averlo nei piedi il meno possibile, era anche sicuro che Dudley avrebbe escogitato qualche brutto scherzo per il suo ritorno.
Fu preso da un impeto di rabbia, era stanco che fosse tutto così ingiusto! Quelli a cui voleva bene continuavano a morire e doveva vivere con i tre babbani peggiori che avesse mai conosciuto. Si alzò di scatto, prese la sedia dove era seduto fino a una attimo prima e la lanciò contro il muro, per poi uscire correndo.Fuori pioveva, ma non gli importava, continuò a correre per venti minuti, facendo sbollire la rabbia.
Al termine della sua corsa si sedette per terra a riprendere fiato e si guardò intorno. In quel momento si rese conto che non sapeva dove fosse: si rialzò velocemente, cercando un punto di riferimento per trovare la strada giusta. Era circondato da un grande prato, c'erano varie stradine di ghiaia, qualche casetta solitaria e un parco giochi. Si sedette sull'altalena, senza dondolare, chiedendosi se provare a tornare a casa dei suoi zii o ricominciare a correre e perdersi ancora di più. 'Meglio la prima, ma se non funzionerà e si trasformerà nella seconda, non mi farò problemi' pensò tra sé e sé.
E così si incamminò verso casa.Aveva fatto solo pochi passi che qualcuno appari dal nulla sulla piccola giostra, cadendo malissimo. Harry andò subito verso di lui, per aiutarlo, prima di accorgersi che la persona sulla giostra e niente meno che Draco Malfoy. Si fermò di fianco al gioco e lo guardò con aria interrogativa "Cosa ci fai qui, Malfoy?". Draco scese dalla giostra, si guardò un attimo intorno, poi disse "Devo aver sbagliato la materializzazione - si accorse di Harry - e tu che ci fai qui, Sfregiato? Il bimbo si è perso, per caso?" aggiunse con il suo solito tono canzoniero. Le guance di Harry divennero appena più rosacee del solito, cosa avrebbe detto il biondino se avesse saputo che lui si era effettivamente perso? Non era sicuro, ma decise di dirlo comunque "In effetti sì, Malfoy, mi sono perso e non sono certo di riuscire a trovare la strada giusta per tornare". Draco rimase un attimo stupito, non pensava che il moretto si fosse perso davvero, voleva solo prenderlo in giro. "Forza Potter, in due è più semplice" e si incamminò. 'Che cosa ho appena detto!? Perché l'ho fatto!? No no no, non dovevo dirlo, sono uno stupido lui non mi seguirà mai' pensò il Serpeverde. Ma per non si sa bene quale motivo, Harry decise di seguirlo. Camminarono un po' in silenzio, poi il moretto disse "Perché lo stai facendo?". La risposta tardò qualche secondo "Non posso lasciare che tu ti perda e muoia assiderato, Potter, altrimenti a scuola non potrei più insultarti" 'Perché ho detto questo? Non ha senso' pensò Draco."La tua risposta non mi convince, Malfoy. È estate, va bene che piove ma non posso morire assiderato. Comunque lasciamo perdere, è solo una perdita di tempo discutere con te".
Per qualche assurdo motivo queste parole fecero male al biondino, Potter stava dicendo che si annoiava a parlare con lui, non erano le parole esatte, è vero, ma voleva far intendere questo. Draco nascose il suo dolore nella rabbia, come faceva sempre, e bloccò Harry contro il muro di una casa. Il Grifondoro rimase stupito, non cercò di divincolarsi. Malfoy teneva ferme le sue braccia con le proprie e le gambe uguale. 'Se potesse - pensò Harry - mi lancerebbe fulmini con gli occhi'. Malfoy avvicinò la sua bocca all'orecchio dell'altro ragazzo, ma non era preparato per le sue stesse azioni e disse la prima cosa che gli venne in mente "Paura Potter?".⭐⭐⭐⭐⭐
Morire assiderato = morire di freddo
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Da duello a durello || DRARRY || [aggiornamenti lenti]
FanfictionLa Seconda Guerra Magica si è conclusa al meglio, la scuola è stata ricostruita e gli studenti posso recuperare l'anno perso. Harry e Draco sembrano avvicinarsi pian piano l'uno all'altro, ma se qualcuno lo scoprisse cosa succederebbe? Se questo qua...