Ultimo - una storia diversa[COMPLETA]

CAPITOLO 6

POV'S NICCOLÒ

< ciao >
Federica si siede al posto di Noemi, salutandomi.

< ciao> rispondo un po' freddo e cercando di tenere un leggero distacco.

< vedo che mi hai già rimpiazzata> dice in fretta cercando il mio sguardo.

< ma che cazzo dici Federì> sbotto alzando la voce < anche se fosse non capisco il tuo interesse per questo >

< si ma stai calmo>

< no non sto calmo, è bel giorno domani parto e sai anche tu quanto è difficile allontanarsi da tutto >

< ti sei allontanato anche da me però>
Dice con disprezzo.

< sei stata tu a lasciarmi, non ho più niente da dirti, anzi torna al tuo posto che sta tornando Noemi >

< allora è questo il suo nome > conclude tornando al suo posto.

Sono distrutto, perché deve farmi questo?
Io e Federica siamo rimasti amici o qualcosa del genere, semplicemente perché abbiamo molti amici in comunque e la nostra rottura non deve far finire anche tutta l'amicizia che c'è nel gruppo.

Nel frattempo vedo Noemi tornare.

POV'S NOEMI

Mentre ero al bancone del bar o e Lorenzo mi parlava dei suoi problemi di cuore con una ragazza conosciuta chissà quando, vedo Niccolò e Federica discutere animatimanete, inutile dire che del discorso di Lore ho capito poco e niente, ma sono riuscita a dare qualche piccolo consiglio, dopo avermi ringraziato siamo tornati al tavolo.

Ed ora eccomi qui, accanto a Nic che non spiaccica più parola da 10 minuti, tiene lo sguardo basso e non mostra minimo interesse per nulla.

Prendo un po' di coraggio per parlargli.

< Nicco...> non riesco neanche a finire la frase che mi ferma.
S con tono freddo e distaccato dice

< che c'è? >

< niente è solo che> ma anche stavolta non riesco a concludere la mia frase, perché arriva io cameriere con le nostre portate, così decido di accantonare il discorso.

La cena continua tra continui schiamazzi e scherzi da parte di tutti, tratte Niccolò che si limita a sorridere ogni tanto.
Poi il cantante si alza dal tavolo, prende il suo pacchetto di sigarette ed esce a fumare.

Lo seguo anch'io.

< hey > dico strigendomi nel cappotto per il forte freddo.

In risposta mi arriva solo un cenno col capo.

< che succede? > chiedo sperando di non essere troppo invasiva.

< niente di che, sono solo stanco>

< posso farti una domanda?>

< se proprio devi> conclude portando la sigaretta alla bocca.

< ma tu sei felice? > chiedo.

< cosa?> chiede interrogativo.

< ti sto chiedendo se sei felice, ma se lo sei davvero, se tutto questo ti fasentire veramente felice> affermo.

< che domanda strana > afferma sorridendo < sai, forse non lo so.
Sono un po' distante da quello che volevo essere>

Ci sono un po' di minuti silenziosi.

< facciamo una passeggiata? > chiede quando finisce la sigaretta.

< certo >

Camminiamo un po' senza dir nulla, fino a quando in lontananza vediamo un grupo di ragazzini e Niccolò spezza quel silenzio.

< quando ero ragazzo stavo sempre ar parcheggio co i miei amici e me mettevo a cantare le mie canzoni pe strada >

< anche io ed i miei amici lo facevamo, non al parcheggio > finisco ridendo.

< allora canti?> chiede curioso.

< si, non sono bravissima, ma me la cavo>

< fammi sentire qualcosa>

Scuoto la testa per far capire di no e lui inizia a pregarmi.

<forse un giorno lo farò, ma non stasera>

Alla fine si arrende, così torniamo verso il ristorante dove avevamo lasciato gli altri.

Nel tragitto abbiamo parlato di ciò che facevamo da piccoli.
Niccolò mi ha raccontato di quando ascoltava Vasco o di quando aveva smesso di suonare il piano.

Una volta tornati al ristorante, la cena si è ormai conclusa, tutti ci osservano e di tanto in tanto chiedono a Nic che fine avevamo fatto, poi ci salutiamo perché domani partiremo per Sanremo.