CAPITOLO 9

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POV'S NOEMI

< hey Nicco> attiro la sua attenzione.

Passa lo sguardo su di me, mi guarda con gli occhi stanchi e arrossati.

È seduto in uno dei tanti divanetti del backstage, aspetta che tutto sia pronto per tornare in hotel.
Mi metto accanto a lui.

< ti ho incasinato il lavoro > dice con voce stanca e rauca.

< no tranquillo > affermo sorridendo.

< sono un disastro > continua mettendosi le mani sul viso, nascondendolo fra le ginocchia.

Non so cosa fare, si piange addosso.
Mi fa tenerezza, si sente una nullità e posso solo capirlo in questo perché io lo sono da sempre.

Prendo delicatamente le sue mani, le sposto dal suo viso stanco e le tengo fra le mie.
Sono calde e morbide e guardo anche i vari tatuaggi che ci sono sulle braccia.

< smettila, forse avrai fallito per te stesso, ma non per tutte le persone che ci sono qua fuori e aspettano di vederti> finisco seria riferendomi alla miriade di fan che sono fuori dal teatro anche se è notte inoltrata.

< e non hai fallito per me > aggiungo.

Niccolò mi guarda, stringe ancora le mie mani che sono piccolissime in confronto alle sue.

< grazie > Mi guarda negli occhi e dice solo questo, sinceramente.

Dopo dieci minuti ci vengono a chiamare per tornare in albergo.
Niccolò si ferma a fare qualche foto e autografo ed è molto più sorridente di prima, spero sia anche per merito mio e per le mie parole.

Se ho capito una cosa è che Nic è molto bipolare, può piangere e mettersi a ridere due secondi dopo, con ancora le lacrime sulle guance.

▪▪▪

La notte passa in fretta, la mattina è già arrivata e dobbiamo tornare a Roma.

Prendo le mie cose e salgo sul van di Niccolò, per il ritorno viaggierò con lui.

Alle 9:00 eravamo già partiti, arriveremo a destinazione nel pomeriggio.
Siamo tutti al cellulare e l'unica cosa che si sente è la musica in sottofondo.

< che palle > esordisce Niccolò

< odio sti viaggi > aggiunge facendo qualche sbuffo e respirando profondamente.

Devo ammettere che la cosa mi innervosisce.

< ci si annoia soltanto > conclude Adriano.

Adesso ci si doveva mettere pure lui, mi bastava già Nic.

Nel frattempo mi chiamano dall'ufficio e inizio a parlare al cellulare, i ragazzi mi guardano per capire di cosa io stia parlando.

< d'accordo, allora oggi pomeriggio finisco tutto >

Devo concludere alcuni documenti per il cantante, perché Natalia,  la ragazza che se ne occupava si è ammalata.

< va bene, adesso ne parlo con lui >

Chiudo la telefonata e passo lo sguardo su Nic.

< allora,  abbiamo in programma alcune interviste e > non riesco nemmeno a concludere la frase.

< non ci andrò, non provare nemmeno a convincermi, non ci riuscirai >

Sbuffo sonoramente e scrivo a Jacopo di cancellare le interviste.
Solitamente ribatto sempre con Niccolò,  ma oggi non ne ho voglia.
Noto infatti che mi guarda stranito.

Ultimo - una storia diversa[COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora