CAPITOLO 44

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POV'S NOEMI

" Oggi, 26 settembre 2019, siamo arrivati alla prima ecografia.
Anzi, forse dovrei dire che stiamo partendo da questa primissima visita.
Non so cosa farai da grande, non so nemmeno come ti chiamerai o per chissà quale ragione tu stia per crescere giorno dopo giorno dentro me.
L'unica cosa di cui son certa è che la vita, ha in serbo ancora così tante cose e sorprese per me e per Niccolò.
So che prima o poi ti sentirò tirare qualche piccolo calcetto alla mia pancia e so che tuo padre dovrebbe sentirsi meno ansioso per la gravidanza e per il parto anche perché lo viviamo noi due in prima persona.
Anche se tu non ricorderai nulla di tutto questo.
È proprio per questo motivo che quando sarai adulto o perché no adulta, potrai rileggere queste righe e sentire le emozioni che io sto provando, ma che anche tu, forse fin troppo ingenuamente mi stai trasmettendo.
Potrai chiamarlo come vuoi, diario o promemoria, come più ti piace e preferisci.
Papà oggi ha comprato tre fuori, dice che siamo noi la sua Poesia senza veli e sarà sempre grazie a noi se starà in piede.
Mi piacerebbe sentirti cantare le sue canzoni con la tua piccola vocina, magari mentre butti del cibo per terra e io che mezza esaurita ti urlerò contro per il caos che ho attorno.
E papà che invece ti incoraggerà a buttare altro cibo per terra, perché sei il sangue che circola nelle nostre vene, perché sei il mio sogno che diventa realtà e dentro i tuoi occhi ci sarà fin troppa vita per una stella così piccola."

< possiamo andare? > Niccolò mi trasporta di nuovo nella realtà.
E io che mi stavo già sentendo una scrittrice con le mie poche parole dolci.
< che cos'è? > chiede nuovamente avvicinandosi a me e lasciandomi un bacio fra i capelli.

< ehm... non so, una sorta di monitoraggio della gravidanza, no in realtà non so cosa sia di preciso > lui inizia a ridere contagiando pure me.
Metto il cappotto leggero, anche perché a parer mio inizia a fare abbastanza freddo, nonostante l'inverno non sia nemmeno lontanamente vicino alle porte.

Io e Niccolò siamo in macchina e tra poco arriveremo in ospedale.
Quelche giorno fa abbiamo deciso o meglio Niccolò ha deciso che il bimbo o la bimba nascerà a Roma.
Le cose sono andate più o meno così.
È corso in cucina dalla camera da letto con in mano una piccola agenda o un quadernino.

< allora, stavo pensando di sceglie un ospedale decente, magari non troppo distante da San Basilio > il suo sguardo era perso sulla tovaglia, nonostante su quest'ultima non ci fosse niente.
< sì sì, deve essere bello, non farei mai nascere i miei figli in una catapecchia... nessuno farebbe nascere i propri figli in una catapecchia, a meno che non siano Ge... >

< Niccolò?! > la sua attenzione si spostò su di me < che cosa stai facendo? >
Gli chiesi indicando il libricino dalle pagine ancora completamente bianche.
< cos'è? >

< ehm... niente > il mio sguardo fu più che penetrante e Nic iniziò a deglutire che forza.
< diciamo che è un mio manuale... personale... per > inizialmente si fermò, ma lo incoraggiai a continuare con il viso.
< per essere un bravo papà > la cosa mi fece sorridere.

< non hai bisogno di un manuale > gli dissi tranquillamente.

< no, no io be' ecco... diciamo che voglio appuntarmi un po' di cose per non fare degli errori >

< ma Nicco, sbagliare è umano, solo sbagliando puoi impare dai tuoi errori>
Gli spiegai provando a tranquillizzarlo, sembrava realmente spaventato e la cosa mi sorprese un po'.
Sino a qualche giorno prima, sembrava molto felice, in quel momenti invece nel suo corpo c'era solo paura.

Ultimo - una storia diversa[COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora